
QUELL'OSCURO OGGETTO DELLO SFRUTTAMENTO
La Cgil alla scoperta del lavoro autonomo impoverito
Scritto da Alice Gerratana 17 giugno 2015
La Cgil alla scoperta del lavoro autonomo impoverito
Scritto da Alice Gerratana 17 giugno 2015
Quella del 12 maggio è stata una giornata importante per
Palermo e per i liberi professionisti siciliani che, con fatica, cercano di
portare avanti il proprio mestiere tra mille complicazioni.
Presso la Real Fonderia Alla Cala, si è svolto infatti un incontro dal titolo “Vita da Professionisti – Diritti, Rappresentanza, Contrattazione, Sindacato e Lavoro Autonomo: le nuove sfide”, articolato in tre momenti diversi e organizzato dalla CGIL per dare vita a un confronto tra associazioni e liberi professionisti da una parte, e sindacato dall'altra.
Tra le associazioni eravamo presenti anche noi di STRADE (Sindacato dei Traduttori Editoriali), con me che sono uno dei segretari uscenti ed Eva Valvo della Squadra Comunicazione, di cui potete trovare il live tweet a questo indirizzo.
L'invito a partecipare ci è arrivato dal giovane sindacalista palermitano Andrea Gattuso, Responsabile Professionisti e Politiche Giovanili CGIL Sicilia. A moderare l'incontro Monica Genovese, della Segreteria CGIL Sicilia.Come dicevo, il pomeriggio si è articolato in tre momenti diversi, il primo dei quali istituzionale.
Enzo Campo, Segretario Generale CGIL Palermo, ha aperto i lavori portando i saluti del sindacato, e ricordando come già, tra il 1997 e il 1998, qui a Palermo la CGIL avesse iniziato a occuparsi di precariato, in particolare della situazione dei restauratori di San Martino delle Scale, per cui la nostra città si può considerare un laboratorio sulle nuove identità lavorative. Poiché il mondo del lavoro ormai è eccessivamente frantumato, continua Enzo Campo, è necessario estendere i diritti a tutti i lavoratori, e questo lo si può fare con l'inclusione a tutti i livelli di contrattazione (nazionale, aziendale, territoriale), e dimostrandosi solidali tra lavoratori. Molto significativa, a mio parere, la frase con cui ha chiuso il suo intervento: "Il sindacato, in questo modo, diventa il luogo in cui le solitudini si incontrano").
A questo punto abbiamo ascoltato la relazione introduttiva di Andrea Gattuso, che ha sottolineato come la presentazione di Vita da Professionisti sia il punto di partenza per creare una Consulta siciliana delle Professioni, così come un momento importante di riflessione per professionisti e sindacato insieme. Nella sua relazione, Andrea ha fatto riferimento a tutta una serie di questioni, tra cui che la Sicilia è la quarta regione per aperture di partita iva, e ha ricordato inoltre la legge 4 del 2013, quella che regolamenta le professioni non ordinistiche; poiché in sala erano presenti diverse tipologie di professionisti, ha fatto riferimento anche alla gestione separata e al nuovo regime dei minimi, quello entrato in vigore all'inizio di quest'anno. Andrea ha concluso ricordando il lavoro prezioso di Davide Imola (a questo indirizzo potete trovare qualche informazione in più su una persona meravigliosa che ci ha lasciato troppo presto), il protocollo d'intesa SLC-STRADE (firmato a dicembre del 2012) e l'importanza fondamentale della contrattazione inclusiva e dell'ascolto e confronto con i liberi professionisti.
Dopodiché è arrivato il momento del sociologo Daniele Di Nunzio e della vera e propria presentazione della ricerca Vita da Professionisti, condotta dall'associazione Bruno Trentin (qui un articolo sulla ricerca; qui si possono scaricare la presentazione e la ricerca stessa) da cui è emerso l'alto tasso di iscrizione al sindacato che rappresento.
Con l'intervento di Alessandro Bellavista, ordinario di diritto del lavoro presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli studi di Palermo, è cominciata la tavola rotonda, il terzo e ultimo dei tre momenti dell'incontro. Il suo intervento è partito dal Jobs Act, ricordando, in particolare come le professioni intellettuali continuino a restare senza tutele.
Francesco Leone di Agius (Associazione Giuristi Siciliani), invece, ha raccontato le difficoltà dei giovani avvocati, la cui precarietà, come ha ricordato la collega Eva Valvo nel suo live tweet, spesso si trasforma in indigenza, dati i redditi molto bassi e l'obbligo di pagamento della previdenza anche in caso di reddito zero.
Giuseppe Castellucci dell'associazione di promozione sociale neu[nòi] ha raccontato di come il coworking possa essere un esempio di cultura della collaborazione e della condivisione, in quanto punto di riferimento per professionisti, lavoratori autonomi e startup. Il coworking è fondamentale per fare rete, perché cerca di soddisfare il bisogno che i professionisti hanno di relazionarsi tra loro dal vivo, e non solo a livello virtuale.
Donata Zirone, della Confederazione Italiana Archeologi, ha raccontato la sua realtà professionale, dei contratti atipici, di come sia quasi impensabile - per ovvie ragioni - una committenza privata per gli archeologi, di come il loro ruolo sia un ibrido tra uno tecnico-scientifico e uno intellettuale, di come i compensi siano praticamente imposti dall'alto. Di come, infine, molti di loro abbandonino la professione a 40 anni perché insostenibile, della scarsa coscienza di categoria, della mancanza di solidarietà tra colleghi, del pericolo che viene dal volontariato e dell'alto grado di ricattabilità.
Poi sono intervenuta io e, come sempre, ho cominciato spiegando chi sono i traduttori editoriali, tenendo conto anche degli importantissimi dati emersi dalla ricerca Editoria Invisibile (qui una sintesi della ricerca condotta dall'Ires Emilia Romagna); ho ricordato i nostri servizi (consulenza fiscale, legale e contrattuale, contratto modello, la convenzione di assistenza sanitaria integrativa intitolata alla collega Elisabetta Sandri e sottoscritta con la società di muto soccorso Insieme Salute), raccontato dello sportello di consulenza legale che dal 14 maggio è in funzione presso la Camera del Lavoro di Milano, grazie alla nostra legale convenzionata, Maria Teresa Badalucco, e a Francesco Aufieri di SLC. Poiché a tutti i professionisti è stato chiesto cosa pensano che il sindacato possa fare per loro e come pensano si possa collaborare, io ho voluto riportare l'esempio dello sportello sopra citato e della trattativa dei grafici editoriali con l'inclusione dei collaboratori esterni come testimonianza del fatto che sì, le cose da fare sono tante ma con l'aiuto dei sindacalisti si possono raggiungere traguardi importanti.
Dopo di me sono intervenuti altri due liberi professionisti, Laura Birtolo, psicologa, e Liborio Provenzano, architetto. Laura ha raccontato la sua professione, caratterizzata dall’eccessiva presenza di lavoro volontario (senza contare l'anno di tirocinio gratuito prima di abilitarsi alla professione) e dal fenomeno, anche in questo settore, delle false partite iva, che vengono aperte soprattutto per poter lavorare nelle cooperative che si occupano di riabilitazione. L'ordine degli psicologi, a quanto pare, funziona comunque meglio di tanti altri, e la loro cassa previdenziale tiene conto del periodo di maternità, prevede il congedo parentale per gli uomini e si paga a scaglioni (guadagni poco, paghi poco di contributi).
Liborio, infine, si è soffermato su diversi aspetti tecnici della sua professione, sull'infinito recupero crediti ─ problema comune a tutti i liberi professionisti ─ e di come la loro cassa e il loro ordine siano pressoché inesistenti.
La chiusura dei lavori è toccata a Michele Pagliaro, Segretario Generale della CGIL Sicilia, il quale ha notato come la platea fosse composta soprattutto da giovani che, evidentemente, sentono bisogno di organizzarsi e fare rete. Dopo una disamina generale del lavoro oggi, ha ricordato come sindacato non significhi delegare le proprie lotte agli altri ma vuol dire condividerle con gli altri. Anche in questo caso è venuto fuori il concetto di inclusione perché, in un mondo del lavoro sempre più caotico, è necessario che una stessa tipologia lavorativa sia retribuita allo stesso modo, che i lavori godano tutti degli stessi diritti.
Per concludere questa lunga relazione sull'incontro, direi che le parole d'ordine della giornata sono state senza ombra di dubbio “inclusione” e “solidarietà”. Una cosa è certa, lasciatemelo dire: finché i lavoratori di uno stesso settore continueranno a farsi la guerra tra loro invece di concentrarsi sul dialogo con le controparti per ottenere diritti e tutele, sarà veramente difficile andare avanti. O si lotta uniti o non c'è scampo.
Presso la Real Fonderia Alla Cala, si è svolto infatti un incontro dal titolo “Vita da Professionisti – Diritti, Rappresentanza, Contrattazione, Sindacato e Lavoro Autonomo: le nuove sfide”, articolato in tre momenti diversi e organizzato dalla CGIL per dare vita a un confronto tra associazioni e liberi professionisti da una parte, e sindacato dall'altra.
Tra le associazioni eravamo presenti anche noi di STRADE (Sindacato dei Traduttori Editoriali), con me che sono uno dei segretari uscenti ed Eva Valvo della Squadra Comunicazione, di cui potete trovare il live tweet a questo indirizzo.
L'invito a partecipare ci è arrivato dal giovane sindacalista palermitano Andrea Gattuso, Responsabile Professionisti e Politiche Giovanili CGIL Sicilia. A moderare l'incontro Monica Genovese, della Segreteria CGIL Sicilia.Come dicevo, il pomeriggio si è articolato in tre momenti diversi, il primo dei quali istituzionale.
Enzo Campo, Segretario Generale CGIL Palermo, ha aperto i lavori portando i saluti del sindacato, e ricordando come già, tra il 1997 e il 1998, qui a Palermo la CGIL avesse iniziato a occuparsi di precariato, in particolare della situazione dei restauratori di San Martino delle Scale, per cui la nostra città si può considerare un laboratorio sulle nuove identità lavorative. Poiché il mondo del lavoro ormai è eccessivamente frantumato, continua Enzo Campo, è necessario estendere i diritti a tutti i lavoratori, e questo lo si può fare con l'inclusione a tutti i livelli di contrattazione (nazionale, aziendale, territoriale), e dimostrandosi solidali tra lavoratori. Molto significativa, a mio parere, la frase con cui ha chiuso il suo intervento: "Il sindacato, in questo modo, diventa il luogo in cui le solitudini si incontrano").
A questo punto abbiamo ascoltato la relazione introduttiva di Andrea Gattuso, che ha sottolineato come la presentazione di Vita da Professionisti sia il punto di partenza per creare una Consulta siciliana delle Professioni, così come un momento importante di riflessione per professionisti e sindacato insieme. Nella sua relazione, Andrea ha fatto riferimento a tutta una serie di questioni, tra cui che la Sicilia è la quarta regione per aperture di partita iva, e ha ricordato inoltre la legge 4 del 2013, quella che regolamenta le professioni non ordinistiche; poiché in sala erano presenti diverse tipologie di professionisti, ha fatto riferimento anche alla gestione separata e al nuovo regime dei minimi, quello entrato in vigore all'inizio di quest'anno. Andrea ha concluso ricordando il lavoro prezioso di Davide Imola (a questo indirizzo potete trovare qualche informazione in più su una persona meravigliosa che ci ha lasciato troppo presto), il protocollo d'intesa SLC-STRADE (firmato a dicembre del 2012) e l'importanza fondamentale della contrattazione inclusiva e dell'ascolto e confronto con i liberi professionisti.
Dopodiché è arrivato il momento del sociologo Daniele Di Nunzio e della vera e propria presentazione della ricerca Vita da Professionisti, condotta dall'associazione Bruno Trentin (qui un articolo sulla ricerca; qui si possono scaricare la presentazione e la ricerca stessa) da cui è emerso l'alto tasso di iscrizione al sindacato che rappresento.
Con l'intervento di Alessandro Bellavista, ordinario di diritto del lavoro presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli studi di Palermo, è cominciata la tavola rotonda, il terzo e ultimo dei tre momenti dell'incontro. Il suo intervento è partito dal Jobs Act, ricordando, in particolare come le professioni intellettuali continuino a restare senza tutele.
Francesco Leone di Agius (Associazione Giuristi Siciliani), invece, ha raccontato le difficoltà dei giovani avvocati, la cui precarietà, come ha ricordato la collega Eva Valvo nel suo live tweet, spesso si trasforma in indigenza, dati i redditi molto bassi e l'obbligo di pagamento della previdenza anche in caso di reddito zero.
Giuseppe Castellucci dell'associazione di promozione sociale neu[nòi] ha raccontato di come il coworking possa essere un esempio di cultura della collaborazione e della condivisione, in quanto punto di riferimento per professionisti, lavoratori autonomi e startup. Il coworking è fondamentale per fare rete, perché cerca di soddisfare il bisogno che i professionisti hanno di relazionarsi tra loro dal vivo, e non solo a livello virtuale.
Donata Zirone, della Confederazione Italiana Archeologi, ha raccontato la sua realtà professionale, dei contratti atipici, di come sia quasi impensabile - per ovvie ragioni - una committenza privata per gli archeologi, di come il loro ruolo sia un ibrido tra uno tecnico-scientifico e uno intellettuale, di come i compensi siano praticamente imposti dall'alto. Di come, infine, molti di loro abbandonino la professione a 40 anni perché insostenibile, della scarsa coscienza di categoria, della mancanza di solidarietà tra colleghi, del pericolo che viene dal volontariato e dell'alto grado di ricattabilità.
Poi sono intervenuta io e, come sempre, ho cominciato spiegando chi sono i traduttori editoriali, tenendo conto anche degli importantissimi dati emersi dalla ricerca Editoria Invisibile (qui una sintesi della ricerca condotta dall'Ires Emilia Romagna); ho ricordato i nostri servizi (consulenza fiscale, legale e contrattuale, contratto modello, la convenzione di assistenza sanitaria integrativa intitolata alla collega Elisabetta Sandri e sottoscritta con la società di muto soccorso Insieme Salute), raccontato dello sportello di consulenza legale che dal 14 maggio è in funzione presso la Camera del Lavoro di Milano, grazie alla nostra legale convenzionata, Maria Teresa Badalucco, e a Francesco Aufieri di SLC. Poiché a tutti i professionisti è stato chiesto cosa pensano che il sindacato possa fare per loro e come pensano si possa collaborare, io ho voluto riportare l'esempio dello sportello sopra citato e della trattativa dei grafici editoriali con l'inclusione dei collaboratori esterni come testimonianza del fatto che sì, le cose da fare sono tante ma con l'aiuto dei sindacalisti si possono raggiungere traguardi importanti.
Dopo di me sono intervenuti altri due liberi professionisti, Laura Birtolo, psicologa, e Liborio Provenzano, architetto. Laura ha raccontato la sua professione, caratterizzata dall’eccessiva presenza di lavoro volontario (senza contare l'anno di tirocinio gratuito prima di abilitarsi alla professione) e dal fenomeno, anche in questo settore, delle false partite iva, che vengono aperte soprattutto per poter lavorare nelle cooperative che si occupano di riabilitazione. L'ordine degli psicologi, a quanto pare, funziona comunque meglio di tanti altri, e la loro cassa previdenziale tiene conto del periodo di maternità, prevede il congedo parentale per gli uomini e si paga a scaglioni (guadagni poco, paghi poco di contributi).
Liborio, infine, si è soffermato su diversi aspetti tecnici della sua professione, sull'infinito recupero crediti ─ problema comune a tutti i liberi professionisti ─ e di come la loro cassa e il loro ordine siano pressoché inesistenti.
La chiusura dei lavori è toccata a Michele Pagliaro, Segretario Generale della CGIL Sicilia, il quale ha notato come la platea fosse composta soprattutto da giovani che, evidentemente, sentono bisogno di organizzarsi e fare rete. Dopo una disamina generale del lavoro oggi, ha ricordato come sindacato non significhi delegare le proprie lotte agli altri ma vuol dire condividerle con gli altri. Anche in questo caso è venuto fuori il concetto di inclusione perché, in un mondo del lavoro sempre più caotico, è necessario che una stessa tipologia lavorativa sia retribuita allo stesso modo, che i lavori godano tutti degli stessi diritti.
Per concludere questa lunga relazione sull'incontro, direi che le parole d'ordine della giornata sono state senza ombra di dubbio “inclusione” e “solidarietà”. Una cosa è certa, lasciatemelo dire: finché i lavoratori di uno stesso settore continueranno a farsi la guerra tra loro invece di concentrarsi sul dialogo con le controparti per ottenere diritti e tutele, sarà veramente difficile andare avanti. O si lotta uniti o non c'è scampo.
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