
NIENTE TAGLI, SIAMO INGLESI
PalermoGrad intervista Nick Wrack. 25 aprile 2015
PalermoGrad intervista Nick Wrack. 25 aprile 2015
Dopo cinque anni di austerity somministrata dalla coalizione tra Conservatori e Liberal-Democratici guidata da David Cameron, gli elettori britannici si apprestano – il prossimo 7 maggio - a rinnovare con il loro voto la Camera dei Comuni. Abbiamo pensato perciò di rivolgere alcune domande a Nick Wrack, la cui candidatura al parlamento ci pare particolarmente significativa, trattandosi di una delle poche convergenze tra le due principali realtà elettorali a sinistra del Labour Party [difficile considerare tali formazioni totalmente interclassiste nonché ambigue in materia di austerità quali i Verdi e i Nazionalisti Scozzesi] ovvero da un lato la coalizione TUSC e dall’altro Left Unity, il partito affiliato alla Sinistra Europea nato nel 2013 in seguito ad un appello del regista Ken Loach.
Innanzitutto dicci un po’ di te, della tua appartenenza politica e della tua partecipazione a queste elezioni…
Sono di idee socialiste sin da ragazzino. Andavo a volantinare insieme ai miei genitori, e ricordo in particolare una marcia per raccogliere fondi in favore dei Giovani Laburisti [orientati fortemente a sinistra all’epoca cui si riferisce Nick, ndr]: avevo 11 anni. Da adulto ho abbracciato il marxismo.
Sono originario di Manchester - e ci tengo a farvi sapere d’essere stato tra i fondatori del Football Club United of Manchester [democraticamente gestito dai tifosi, ndr]- ma da 35 anni vivo a Londra, nel distretto di Camberwell e Peckham, dove sarò candidato al Parlamento nelle elezioni generali del prossimo 7 maggio. Sono avvocato penalista, specializzato nei casi che riguardano i diritti civili. Faccio parte del comitato direttivo della TUSC ma anche della sezione di Southwark di Left Unity. Sono altresì segretario dell’Independent Socialist Network, di cui dirigo insieme ad altri compagni la rivista online The Project (http://www.socialistproject.org/).
Le politiche di austerità nel Regno Unito ci sembrano pesare specialmente in termini di tagli ai servizi sociali e di privatizzazione strisciante del Servizio Sanitario Nazionale. Cosa puoi dirci in proposito?
Guarda, precisiamo subito che la politica dell’ austerity – attraverso la quale il conto della crisi viene presentato alla classe lavoratrice - è appoggiata da tutti i partiti principali. In questo momento nel Regno Unito abbiamo oltre un milione di persone costrette a fare affidamento sulle foodbanks, che distribuiscono gratuitamente cibo ai bisognosi, nello stesso momento in cui i servizi sociali vengono smantellati. È chiaro che siamo lontani dai livelli di povertà presenti in Grecia o anche in Spagna: ma nondimeno abbiamo milioni di persone che soffrono sul serio.
Riguardo il Servizio Sanitario Nazionale: è una delle conquiste più importanti ottenute nell’ambito della società britannica. Consente a tutti l’accesso a cure di alto livello e rimane in gran parte gratuito, nel senso che nessuno viene messo alla porta per mancanza di soldi. Ma tutto ciò al momento è a repentaglio. I laburisti hanno aperto la porta al mercato e alla privatizzazione e la coalizione liberal-conservatrice ha continuato lungo questa strada. Io mi batto per invertire questo processo, che subirà senz’altro un’accelerazione se dovessero vincere i Tory, ma che continuerà anche in caso di affermazione del Labour, che a suo tempo avviò il processo di privatizzazione strisciante cui facevi riferimento.
È evidente inoltre come la stessa esistenza del Servizio Sanitario Nazionale come l’abbiamo conosciuto sarebbe minacciata dall’eventuale ratifica del TTTP, la Transatlantic Trade and Investment Partnership che comporterebbe l’ accesso delle grandi corporations ad appetitose realtà attualmente in mano pubblica, all’insegna della deregulation e dunque a scapito della salute e della sicurezza del personale e degli utenti, nonché ovviamente del salario dei dipendenti pubblici. Sappiamo come l’introduzione (prevista dal TTTP) dell’istituto delle ”Investor-State Dispute Settlements” consentirebbe alle multinazionali di intentare causa ai governi nazionali i cui provvedimenti fossero ritenuti nocivi ai profitti, il che potrebbe semplicemente significare imporre regole anti-inquinamento o rendere nuovamente pubblici settori privatizzati in precedenza…
A questo punto abbiamo lasciato spazio alle domande dei nostri lettori.
Richard – un sostenitore di Left Unity che attualmente vive a Palermo – chiede: Al momento sono in corso proteste nella maggior parte dei centri di detenzione per immigrati del Regno Unito (ed è la prima volta!). Pensi che tutti i centri di detenzione vadano chiusi?
Da tempo sono in corso campagne per la chiusura dei centri di detenzione, ma i media non se ne occupano più di tanto. Io penso che questi centri (che mi paiono in effetti più simili a campi di concentramento che a centri detentivi) siano una vergogna per qualsiasi paese civile e vadano chiusi immediatamente. Più in generale sono contrario a limitare l’immigrazione, ovvero a negare libertà di movimento ai poveri e agli oppressi del mondo, laddove i ricchi possono andare dove gli pare e piace. Dar la colpa della crisi economica a immigrati e profughi significa deviare l’attenzione da padroni e banchieri, i veri responsabili.
Caterina, un’insegnante, domanda: Per quanto riguarda la scuola, di recente in Italia abbiamo ascoltato parecchia retorica in merito all’”autonomia” delle istituzioni scolastiche dal controllo statale e delle autorità locali; e ci viene detto e ripetuto che le risorse disponibili andrebbero concentrate sulle “eccellenze”. Cosa puoi dirci in merito a quello che è successo da voi con l’istituzione delle Academies?
Il governo liberal-conservatore ha fatto danni gravi, per quanto riguarda la pubblica istruzione. L’apertura di “libere scuole” e “accademie” - istituti finanziati dallo Stato ma sottratti al controllo diretto delle autorità scolastiche locali, che possono ricevere finanziamenti o donazioni di materiale didattico da parte di privati o di imprese che fanno da sponsor - ci ha consegnato un sistema scolastico frammentato e diviso, in cui la continua somministrazione di test e l’ossessione per le “classifiche” di merito hanno oltretutto reso l’atmosfera scolastica alquanto tetra sia per il personale che per gli studenti. Anche la qualità dell’insegnamento ne ha risentito, in quanto, dovendo affrontare continue valutazioni [rese ancor più “necessarie” dal dover confrontare le performance di scuole statali e academies, ndr] si finisce con l’appiattirsi sul cosiddetto “teaching to test”. Bisogna invertire la rotta rispetto a queste politiche, ma – vergognosamente – il Partito Laburista non appare affatto intenzionato in tal senso: un maggiorente del Labour come David Blunkett ha detto con la massima chiarezza che “le accademie resteranno”. Ed il Ministro-Ombra Tristram Hunt si è unito al coro conservatore nel colpevolizzare gli insegnanti per tutto ciò che a ben vedere è causato dai tagli, dalla povertà delle famiglie e da politiche dell’istruzione che tendono innanzitutto a dividere.
Io mi oppongo decisamente alle “accademie” e mi batto per il controllo democratico delle scuole a livello locale. Occorre inoltre abolire le esenzioni fiscali a beneficio di tutto il settore scolastico privato, in base a cui tutti i contribuenti finanziano in sostanza gli studi dei figli dei ricchi.
Per finire: valutiamo positivamente il fatto che tu sia candidato congiunto della TUSC e di Left Unity; ci sembra un passo concreto verso l’unità politica dei marxisti, innanzitutto in Gran Bretagna ma anche – si spera – in tutta Europa. Spiegaci però che cosa esattamente divide le due formazioni suddette.
In Gran Bretagna il panorama della sinistra di ispirazione socialista e marxista è estremamente frammentato, il che ovviamente costituisce un elemento di debolezza nella lotta contro il capitalismo. Io mi batto per un partito socialista unitario e di massa, di ispirazione marxista. Tale raggruppamento dovrebbe prevedere un vivace dibattito interno, in cui ciascuno possa presentare il proprio punto di vista, e l’unità d’azione rispetto alle iniziative approvate democraticamente.
La frammentazione di cui parlo è stata esacerbata da 30 anni di arretramento di fronte all’iniziativa capitalista; adesso occorre però recuperare un minimo di senso delle proporzioni, dotarsi di una prospettiva. Le differenze tra marxisti possono anche essere rilevanti, ma non giustificano l’esistenza di organizzazioni separate.
Per tornare alla domanda, sia TUSC che Left Unity sono al momento lontane dalla perfezione. TUSC è una coalizione di gruppi politici, non è un partito cui ci si possa iscrivere. Left Unity funziona invece per adesione individuale, ma ha adottato a maggioranza un programma che è una sorta di riformismo di sinistra, di keynesismo, laddove io ritengo che soltanto posizioni esplicitamente marxiste siano utili rispetto ai problemi che abbiamo di fronte. All’interno di Left Unity c’è una certa ostilità nei confronti della TUSC, dovuta alla presenza in quest’ultima dei due maggiori gruppi di derivazione trotzkista, il Socialist Workers Party ed il Socialist Party. Tuttavia come Independent Socialist Network ci siamo dati da fare per rendere possibili una serie di candidature congiunte, tra cui la mia. Continueremo ad adoperarci per l’unità tra TUSC e Left Unity, purché abbia luogo su basi chiare.
Grazie per aver risposto alle nostre domande, Nick, e in bocca al lupo per il 7 maggio!
Innanzitutto dicci un po’ di te, della tua appartenenza politica e della tua partecipazione a queste elezioni…
Sono di idee socialiste sin da ragazzino. Andavo a volantinare insieme ai miei genitori, e ricordo in particolare una marcia per raccogliere fondi in favore dei Giovani Laburisti [orientati fortemente a sinistra all’epoca cui si riferisce Nick, ndr]: avevo 11 anni. Da adulto ho abbracciato il marxismo.
Sono originario di Manchester - e ci tengo a farvi sapere d’essere stato tra i fondatori del Football Club United of Manchester [democraticamente gestito dai tifosi, ndr]- ma da 35 anni vivo a Londra, nel distretto di Camberwell e Peckham, dove sarò candidato al Parlamento nelle elezioni generali del prossimo 7 maggio. Sono avvocato penalista, specializzato nei casi che riguardano i diritti civili. Faccio parte del comitato direttivo della TUSC ma anche della sezione di Southwark di Left Unity. Sono altresì segretario dell’Independent Socialist Network, di cui dirigo insieme ad altri compagni la rivista online The Project (http://www.socialistproject.org/).
Le politiche di austerità nel Regno Unito ci sembrano pesare specialmente in termini di tagli ai servizi sociali e di privatizzazione strisciante del Servizio Sanitario Nazionale. Cosa puoi dirci in proposito?
Guarda, precisiamo subito che la politica dell’ austerity – attraverso la quale il conto della crisi viene presentato alla classe lavoratrice - è appoggiata da tutti i partiti principali. In questo momento nel Regno Unito abbiamo oltre un milione di persone costrette a fare affidamento sulle foodbanks, che distribuiscono gratuitamente cibo ai bisognosi, nello stesso momento in cui i servizi sociali vengono smantellati. È chiaro che siamo lontani dai livelli di povertà presenti in Grecia o anche in Spagna: ma nondimeno abbiamo milioni di persone che soffrono sul serio.
Riguardo il Servizio Sanitario Nazionale: è una delle conquiste più importanti ottenute nell’ambito della società britannica. Consente a tutti l’accesso a cure di alto livello e rimane in gran parte gratuito, nel senso che nessuno viene messo alla porta per mancanza di soldi. Ma tutto ciò al momento è a repentaglio. I laburisti hanno aperto la porta al mercato e alla privatizzazione e la coalizione liberal-conservatrice ha continuato lungo questa strada. Io mi batto per invertire questo processo, che subirà senz’altro un’accelerazione se dovessero vincere i Tory, ma che continuerà anche in caso di affermazione del Labour, che a suo tempo avviò il processo di privatizzazione strisciante cui facevi riferimento.
È evidente inoltre come la stessa esistenza del Servizio Sanitario Nazionale come l’abbiamo conosciuto sarebbe minacciata dall’eventuale ratifica del TTTP, la Transatlantic Trade and Investment Partnership che comporterebbe l’ accesso delle grandi corporations ad appetitose realtà attualmente in mano pubblica, all’insegna della deregulation e dunque a scapito della salute e della sicurezza del personale e degli utenti, nonché ovviamente del salario dei dipendenti pubblici. Sappiamo come l’introduzione (prevista dal TTTP) dell’istituto delle ”Investor-State Dispute Settlements” consentirebbe alle multinazionali di intentare causa ai governi nazionali i cui provvedimenti fossero ritenuti nocivi ai profitti, il che potrebbe semplicemente significare imporre regole anti-inquinamento o rendere nuovamente pubblici settori privatizzati in precedenza…
A questo punto abbiamo lasciato spazio alle domande dei nostri lettori.
Richard – un sostenitore di Left Unity che attualmente vive a Palermo – chiede: Al momento sono in corso proteste nella maggior parte dei centri di detenzione per immigrati del Regno Unito (ed è la prima volta!). Pensi che tutti i centri di detenzione vadano chiusi?
Da tempo sono in corso campagne per la chiusura dei centri di detenzione, ma i media non se ne occupano più di tanto. Io penso che questi centri (che mi paiono in effetti più simili a campi di concentramento che a centri detentivi) siano una vergogna per qualsiasi paese civile e vadano chiusi immediatamente. Più in generale sono contrario a limitare l’immigrazione, ovvero a negare libertà di movimento ai poveri e agli oppressi del mondo, laddove i ricchi possono andare dove gli pare e piace. Dar la colpa della crisi economica a immigrati e profughi significa deviare l’attenzione da padroni e banchieri, i veri responsabili.
Caterina, un’insegnante, domanda: Per quanto riguarda la scuola, di recente in Italia abbiamo ascoltato parecchia retorica in merito all’”autonomia” delle istituzioni scolastiche dal controllo statale e delle autorità locali; e ci viene detto e ripetuto che le risorse disponibili andrebbero concentrate sulle “eccellenze”. Cosa puoi dirci in merito a quello che è successo da voi con l’istituzione delle Academies?
Il governo liberal-conservatore ha fatto danni gravi, per quanto riguarda la pubblica istruzione. L’apertura di “libere scuole” e “accademie” - istituti finanziati dallo Stato ma sottratti al controllo diretto delle autorità scolastiche locali, che possono ricevere finanziamenti o donazioni di materiale didattico da parte di privati o di imprese che fanno da sponsor - ci ha consegnato un sistema scolastico frammentato e diviso, in cui la continua somministrazione di test e l’ossessione per le “classifiche” di merito hanno oltretutto reso l’atmosfera scolastica alquanto tetra sia per il personale che per gli studenti. Anche la qualità dell’insegnamento ne ha risentito, in quanto, dovendo affrontare continue valutazioni [rese ancor più “necessarie” dal dover confrontare le performance di scuole statali e academies, ndr] si finisce con l’appiattirsi sul cosiddetto “teaching to test”. Bisogna invertire la rotta rispetto a queste politiche, ma – vergognosamente – il Partito Laburista non appare affatto intenzionato in tal senso: un maggiorente del Labour come David Blunkett ha detto con la massima chiarezza che “le accademie resteranno”. Ed il Ministro-Ombra Tristram Hunt si è unito al coro conservatore nel colpevolizzare gli insegnanti per tutto ciò che a ben vedere è causato dai tagli, dalla povertà delle famiglie e da politiche dell’istruzione che tendono innanzitutto a dividere.
Io mi oppongo decisamente alle “accademie” e mi batto per il controllo democratico delle scuole a livello locale. Occorre inoltre abolire le esenzioni fiscali a beneficio di tutto il settore scolastico privato, in base a cui tutti i contribuenti finanziano in sostanza gli studi dei figli dei ricchi.
Per finire: valutiamo positivamente il fatto che tu sia candidato congiunto della TUSC e di Left Unity; ci sembra un passo concreto verso l’unità politica dei marxisti, innanzitutto in Gran Bretagna ma anche – si spera – in tutta Europa. Spiegaci però che cosa esattamente divide le due formazioni suddette.
In Gran Bretagna il panorama della sinistra di ispirazione socialista e marxista è estremamente frammentato, il che ovviamente costituisce un elemento di debolezza nella lotta contro il capitalismo. Io mi batto per un partito socialista unitario e di massa, di ispirazione marxista. Tale raggruppamento dovrebbe prevedere un vivace dibattito interno, in cui ciascuno possa presentare il proprio punto di vista, e l’unità d’azione rispetto alle iniziative approvate democraticamente.
La frammentazione di cui parlo è stata esacerbata da 30 anni di arretramento di fronte all’iniziativa capitalista; adesso occorre però recuperare un minimo di senso delle proporzioni, dotarsi di una prospettiva. Le differenze tra marxisti possono anche essere rilevanti, ma non giustificano l’esistenza di organizzazioni separate.
Per tornare alla domanda, sia TUSC che Left Unity sono al momento lontane dalla perfezione. TUSC è una coalizione di gruppi politici, non è un partito cui ci si possa iscrivere. Left Unity funziona invece per adesione individuale, ma ha adottato a maggioranza un programma che è una sorta di riformismo di sinistra, di keynesismo, laddove io ritengo che soltanto posizioni esplicitamente marxiste siano utili rispetto ai problemi che abbiamo di fronte. All’interno di Left Unity c’è una certa ostilità nei confronti della TUSC, dovuta alla presenza in quest’ultima dei due maggiori gruppi di derivazione trotzkista, il Socialist Workers Party ed il Socialist Party. Tuttavia come Independent Socialist Network ci siamo dati da fare per rendere possibili una serie di candidature congiunte, tra cui la mia. Continueremo ad adoperarci per l’unità tra TUSC e Left Unity, purché abbia luogo su basi chiare.
Grazie per aver risposto alle nostre domande, Nick, e in bocca al lupo per il 7 maggio!
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