• HOME
  • RUBRICHE
    • CHE COS’È QUESTA CRISI? >
      • LE TESSERE IDEOLOGICHE DEL DOMIN(I)O
      • SINDACATI MODERNI?
      • DOVE VA L'EUROPA? INTERVISTA A FRANCESCO SARACENO
      • NISIDA E’ UN’ISOLA, MA NON SOLO
      • EMERGENZA, PROCESSO ‘DA REMOTO’ E CONVULSIONI DEL SISTEMA PENALE
      • VIRUS DIETRO LE SBARRE
      • ITALIA VS. RESTO DEL MONDO
      • CONTRIBUTO DEMOCRAZIA E LAVORO PALERMO
      • BISOGNA CHE TUTTO CAMBI…?
      • UOMINI ADULTI E RAGAZZINI
      • NON ESISTONO PASTI GRATIS
      • COMUNICATO SUI MILITANTI CASA DEL POPOLO PALERMO
      • OLTRE IL "BREVEPERIODISMO". INTERVISTA A GUGLIELMO FORGES DAVANZATI
      • CONTE 2: IL TRIONFO DI KING KONG
      • CAROLA È ANTIGONE?
      • DALLA QUESTIONE MERIDIONALE ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
      • LUNGA E IMPERVIA È LA STRADA
      • CHI LAVORA E' SOTTO ATTACCO
      • SE IL FUOCO DELLA RIVOLUZIONE
      • CONGRESSI CGIL: OLTRE IL PENSIERO CONVENZIONALE
      • DOPO IL CONSENSO: L'EUROPA TERRENO DI SCONTRO FRA PARADIGMI
      • INDIETRO NON SI TORNA… PURTROPPO
      • SOVRANISMO, MALATTIA INFANTILE DELLA NUOVA SINISTRA?
      • DISAGIO SCOLASTICO
      • DISOCCUPATI D’ITALIA
      • LA CRISI DELLE BANCHE E' FINITA?
      • UN'EUROPA DA CONQUISTARE
      • ROUSSEAU, IL CONFLITTO E LA POLITICA
      • FARE LA SARTINA: UN MESTIERE PERICOLOSO
      • DOPO MACERATA
      • UNA BUONA SCUSA PER VOTARE
      • 41bis OLTRE I DOGMI
      • UN MONDO CAPOVOLTO: IN CRESCITA LE DISUGUAGLIANZE
      • PERCHÈ DOBBIAMO PRENDERE QUEI PICCIONI
      • CONTRO LE ELEZIONI
      • NON È FLESSIBILITÀ, È CONFLITTO
      • UN ESEMPIO DI BUONE PRATICHE
      • TALLONARE IL DENARO
      • 50 SFUMATURE DI EUROFOBIA
      • DALLA DELEGA ALLA CONTESA
      • SCUSI, DOV’È L’USCITA?
      • IL 25 APRILE A VENIRE
      • IL FUTURO DEL PASSATO
      • ANTI EURO: LI CHIAMAVANO TRINITA'
      • COSA SUCCEDE A PALERMO?
      • HOTSPOT A PALERMO
      • DIVERSE VELOCITÀ MA NESSUNA RETROMARCIA
      • L’8 MARZO: 24 ORE DI SCIOPERO, NONUNADIMENO
      • TEMPESTA PERFETTA. LA CAMPAGNA NOI RESTIAMO PUBBLICA UN VOLUME SULLA CRISI
      • IL DUBBIO ARAMAICO DI UNA SINISTRA INTROVABILE
      • ASPETTI POLITICI DELLA PRECARIZZAZIONE
      • ECONOMIA MALATA, TEORIA CONVALESCENTE
      • MA GLI OPERAI VOTANO?
      • SI PUO' FARE: LA VITTORIA DEL NO
      • UN NO NON BASTA
      • LE (VERE) RAGIONI DEL SI
      • CAMBIARE (IL) LAVORO
      • COME TUTTI
      • UNA FATICA SEMPRE PIU' INUTILE
      • CONTINUAVANO A CHIAMARLA GLOBALIZZAZIONE
      • LICENZIAMENTI ALMAVIVA
      • ULTIMO TANGO A BERLINO?
      • BAIL-IN COI LUPI
      • COM'È PROFONDO IL SUD
      • I TASSI DELLA FED NON VANNO IN LETARGO
      • FOLLI E TESTARDI
      • TTIP: L'IMPERO COLPISCE ANCORA
      • CONFINDUSTRIA: GLI OPERAI GUADAGNANO TROPPO
      • GLI ANNI TRENTA PROSSIMI VENTURI
      • UN LAVORO DI CHE GENERE?
      • IL MALE OSCURO (MA NON TROPPO) DEL CAPITALE
      • C'E' UNA LOGICA IN QUESTA FOLLIA
      • BENTORNATI AL SUD
      • MOSTRI DI GUERRA DIRIGONO LE SCUOLE
      • QUELL’OSCURO OGGETTO DELLO SFRUTTAMENTO
      • FINCANTIERI: RIEN NE VA PLUS
      • L'INUTILE FATICA DI ESSERE SE STESSI
      • LAVORO, REDDITO, GENERE: CHE DIBATTITO SIA...
      • RENZI E IL DEGRADO DELLA SCUOLA PUBBLICA
      • SVENDESI INDUSTRIA ITALIA
      • LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DI MATTEO RENZI
      • NASCE PALERMOGRAD! LUNGA VITA A PALERMOGRAD! >
        • DONAZIONI
    • LONTANI E VICINI >
      • DOPO LE LACRIME. MARADONA E LE FEMMINE
      • LUNGA VITA ALLA SIGNORA (DI FERRO)
      • DOBBIAMO POTER DISCUTERE DI TUTTO
      • DEATH RACE
      • ADDIO A MANOLIS GLEZOS, 1922–2020
      • IL FASCINO DISCRETO DEL MODERATISMO
      • MACCHE' OXFORD, SIAMO INGLESI
      • LO STRANO CASO DI MR BREXIT E DR REMAIN
      • LO SPETTRO DELLA SIGNORA THATCHER
      • IL DECRETO SALVINI E LA LOTTA DI CLASSE
      • ADDAVENÌ JEREMY CORBYN
      • LONTANO DA DIO, VICINO AL FMI
      • LE ROSE CHE SYRIZA NON COLSE
      • DOCCIA SCOZZESE PER I TORY?
      • L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL LABOUR
      • ATTACCO SU TRE FRONTI: LA NUOVA RECINZIONE
      • MAROCCHINI ALLA STAZIONE
      • THE MEANING OF THERESA MAY
      • BERLINO 2016: ANOTHER BRICK IN THE WALL?
      • BREXIT: USCITA OBBLIGATORIA A DESTRA?
      • NO GRAZIE, IL BREXIT MI RENDE NERVOSO
      • BREXITHEART - CUORE IMPAVIDO
      • UN BLUESMAN DELL’INTELLETTO
      • UNA VITTORIA INUTILE?
      • CARO YANIS, TI SCRIVO..
      • ESULI A PALERMO
      • ARALDI CON LE FORBICI
      • TU CHIAMALE SE VUOI, ILLUSIONI
      • GRECIA: LA LOTTA CONTINUA SE C'E' IL PIANO B
      • GRECIA: LA LOTTA DEVE CONTINUARE
      • DALLA SCOZIA CON FURORE
      • NIENTE TAGLI, SIAMO INGLESI
      • CHI NON HA BISOGNO DI ATENE?
      • SO' BONI, SO' GRECI. LA VITTORIA DI SYRIZA E DEL SUO LEADER
    • IN TEORIA >
      • RITORNARE A MARX parte II
      • RITORNARE A MARX
      • LA GRANDE INVERSIONE: DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE (parte 2^)
      • LA GRANDE INVERSIONE: DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
      • CONFLITTO CRISI INCERTEZZA
      • DAGLI SCIOPERI DELLE DONNE A UN NUOVO MOVIMENTO DI CLASSE: LA TERZA ONDATA FEMMINISTA
      • ANCORA SU DAVID HARVEY, MARX E LA FOLLIA DEL CAPITALE
      • DAVID HARVEY E LA FOLLIA DEL CAPITALE
      • A PARTIRE DA SIMONE WEIL
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE / 2
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
      • UNA CRISI, TANTE TEORIE
      • MA IL SUO LAVORO È VIVO
      • POSSO ENTRARE?
      • A VOLTE RITORNA. Il dibattito su reddito di cittadinanza e simili, prima della crisi.
      • L’ ORIENTE È L’ORIENTE E L’OCCIDENTE È L’OCCIDENTE, E GIAMMAI I DUE SI INCONTRERANNO ?
      • IL SEME DEL DUBBIO
      • RICOMINCIARE DA KEYNES?
      • DE-ROMANTICIZZARE IL LAVORO (DOMESTICO E NON)
      • CAPITALISMO CONCRETO, FEMONAZIONALISMO, FEMOCRAZIA
      • DAL FEMMINISMO DELL’ÉLITE ALLE LOTTE DI CLASSE NELLA RIPRODUZIONE
      • KARL KORSCH
      • INTRODUZIONE AL «CAPITALE»
      • REDDITO CONTRO LAVORO? NO, GRAZIE
      • PRIMA DI ANDARE OLTRE, LEGGIAMOLO
      • COM’È BORGHESE, QUESTA RIVOLUZIONE…
      • COME L’OCCIDENTE È ANDATO A COMANDARE
      • LO STRANO CASO DEL DOTT ADAM E DI MR. SMITH
      • L'ULTIMO MARX E NOI
      • IL CASO E LA FILOSOFIA
      • DAL PENSIERO DELLA GUERRA FREDDA AL FEMMINISMO INTEGRATO
      • STREGHE, CASALINGHE E CAPITALE
      • 2016: ODISSEA SULLA TERRA
      • DOPO IL SOCIAL-LIBERISMO
      • QUANTO È LUNGO UN SECOLO?
      • BYE-BYE LENIN
      • L'OMBRA LUNGA DEL MILITARISMO
      • NON ESISTONO MEZZOGIORNIFICAZIONI
      • EUROPA E "MEZZOGIORNI". Un intervento di Joseph Halevi
      • PIANIFICARE NON BASTA?
      • IL PRANZO AL SACCO DI MARIO MINEO
      • MARIO MINEO E IL MODO DI PRODUZIONE STATUALE
      • LEGGERE BETTELHEIM NEL 2015
      • CHARLES BETTELHEIM: L'URSS ERA SOCIALISTA?
      • E LA CLASSE RESTO' A GUARDARE
      • LEI NON SA CHI SIAMO NOI
      • RISCOPRIRE IL VALORE-LAVORO
      • FUNERALE GLOBALE
      • CLAUDIO NAPOLEONI: SMITH, RICARDO, MARX - Prima Parte
      • CLAUDIO NAPOLEONI: SMITH, RICARDO, MARX - Seconda Parte
      • SRAFFA TRA TEORIA ECONOMICA E CULTURA EUROPEA
    • IL FRONTE CULTURALE >
      • NON NASCONDERSI, NON PROTEGGERSI
      • RIBELLE, MANCINO, ERETICO
      • LIBRI DELL'ANNO 2019
      • DESTINAZIONE APOCALISSE
      • UNO DI NOI?
      • NUOVO IMPERO, STESSO BARDO?
      • SPECCHIO AMBIGUO
      • IL GESTO E IL SISTEMA
      • CONTRO LA MACCHINA DELLA NARRAZIONE
      • NIGHT CLUB INFERNO (NUOVA GESTIONE)
      • E INFINE USCIMMO A RIVEDERCI FUORI FACEBOOK
      • TUTTO QUANTO FA (ANTI)ROMANZO
      • DIO NON RISPONDE, E NEMMENO LA STORIA CI SENTE TROPPO BENE
      • STORIE DI LOTTA QUOTIDIANA
      • IN RICORDO DI SARA DI PASQUALE
      • PICCOLE CITTÀ NON SCHERZANO
      • LIBRI DELL'ANNO 2018
      • ROBESPIERRE CONTRO L'ANGLOFILO
      • DAGHELA INDIETRO UN PASSO
      • L’AFRICA DI MANGANELLI
      • UNA RIVOLUZIONE BORGHESE?
      • IL BUON PADRE DI FAMIGLIA
      • L’ARTE DELLA MATEMATICA
      • PUNK A PALERMO
      • SGUARDI SULLA MORTE E SULLA VITA
      • MA NON SAPPIAMO QUANDO
      • COSE TROPPO VICINE PER ESSERE VISTE
      • IL RACCONTO CHE VISSE DUE VOLTE
      • UN INCUBO ASSURDO E INESORABILE
      • ETICA E/È LETTERATURA
      • ADOLESCENZE FRAGILI NELL’EPOCA DELLA BUONA SCUOLA
      • ABBASTANZA NON E' PIU' ABBASTANZA
      • ÉLITE IN RIVOLTA
      • CHI DI MOSTRA FERISCE
      • LIBRI DELL'ANNO 2017
      • PRO O CONTRO LA SCUOLA PER TUTTI
      • "NON INCOLPATE NESSUNO", MA I REGISTI SI
      • STENDHAL RAZZISTA AL CONTRARIO
      • IL TEMPO INSEGUE LE SUE VIOLE
      • L’UTOPIA DI SCHULZ
      • ADOLESCENZE FRAGILI
      • IL MARCHESE DI VENEZIA
      • “ANNORBÒ TOTÒ”
      • INVISIBILI MA NON TROPPO
      • UOMINI E LUPI
      • “MARIELLA SE N’È DOVUTA SCAPPARE”
      • LA GIUSTA DISTANZA
      • ROLAND IN CAMPO
      • COME SOLO UN AMANTE FA
      • CERTE NOTTI
      • VITA POLITICA DI GIULIANA FERRI
      • LIBRI DELL’ANNO 2016
      • TROPPO BARDO PER ESSERE VERO
      • LA BARBARIE PROSSIMA VENTURA
      • DANIELE CONTRO I BUROSAURI?
      • SWEET BLACK ANGEL
      • DODICI PICCOLI INDIANI (D'AMERICA)
      • VELTRONI VA A HOLLYWOOD?
      • RESISTENZA: FINE DI UN'ANOMALIA?
      • POVERI E PICCOLI
      • SENZA RUOLI, SENZA DESTINI
      • REQUIEM PER IL TEMPO LIBERO
      • DICE CH'ERA UN BELL'UOMO
      • GLI OCCHI, LE MANI, LA BOCCA
      • LA FATICA DI ESSERE BUONI
      • BORGHESIA MAFIOSA E POSTFORDISTA
      • CHI PARTE DA SE' FA PER TRE
      • SCUOLA E GENERE. UN DIBATTITO A PALERMO
      • UN CECCHINO DISARMATO
      • FESSO, FETENTE, FORCAIOLO E FASCISTA?
      • GRAFFITI, POETICHE DELLA RIVOLTA
      • NEOLIBERISTI SU MARTE
      • L'ANIMA DEGLI ANIMALI
      • GATTOPARDI BORGHESI
      • LA VERITA', SE CI SI METTE TUTTI INSIEME
      • DENTRO E CONTRO IL POST-MODERNO
      • BOOM BUST BOOM (English version)
      • BOOM BUST BOOM
      • A QUALCUNO PIACE CALDO (ANCHE AI LIBERAL)
      • PADRI E PADRONI
      • GESTIONE DEI CONFLITTI NELLA CULTURA GRECA
      • CRITICATE, CRITICATE, QUALCOSA RESTERA'
      • LA STORIA DELL'8 MARZO
    • SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA >
      • SPIE, BUROCRATI ED EZISTENZIALISTI
      • DOPO L'UOMO OMBRA
      • NON HO L'ETA'
      • UN SACCO DI ASTRONAVI IN QUESTA LIBRERIA
      • VIENE AVANTI IL CRETINO
      • IL CAPPELLO NOIR
      • NON CAPISCO PERCHÉ TUTTI QUANTI…
      • UNA VITA MERAVIGLIOSA
      • MA UN GIORNO, CARA STELLA
      • LA LEZIONE È FINITA
      • MARY PER SEMPRE
      • SOLO PER I TUOI OCCHI
      • PERICOLO GIALLO
    • SEMBRA UN SECOLO >
      • GIUSEPPE, ANITA E I COLORADOS
      • QUESTA STORIA NON PUO' FINIRE
      • ACCOGLIENZA DI IERI
      • VIANDANTI NEL NULLA
      • UNO STATO CHE NON ERA UN MOLOCH
      • VIOLENTI DESIDERI
      • LA RIVOLUZIONE RUSSA IN ITALIA
      • L'INFIDA CARTAGO E LA PERFIDA ALBIONE
      • PIÙ CHE UN ROMANZO LA VITA MIA
      • PORTELLA DELLA GINESTRA TRA STORIA E MEMORIA.
      • LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI
      • PERCHÉ QUI LA GENTE CREDE IN DIO
      • 2001: PALERMO ANNO ZETA
      • TOGLIATTI E IL COMUNISMO DEL ’900
      • MALCOM X DALL'ISLAM ALL'ANTICAPITALISMO
      • INGRAO PRIMA DI TANGENTOPOLI
    • IL ROSSO E IL VERDE >
      • MANGIARE CARNE: A QUALE PREZZO?
      • SALVIAMO L’AMBIENTE DALL’ECOCAPITALISMO
      • L’EDUCAZIONE IN GIARDINO
      • CAMMINANDO CON TULIME
    • FEMMINILEOLTRE - IL LAVORO >
      • QUANDO IL LAVORO È VIOLENZA
    • COMINCIO DA 3 >
      • GIORGIO GATTEI: CHE COS'E' IL VALORE?
      • VINCENZO SCALIA: MAFIE DI IERI E DI OGGI
    • IL 1917 DI JACOBIN >
      • 14. COME HANNO VINTO I BOLSCEVICHI
      • 13. LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE
      • 12. IN CAMPAGNA È UN’ALTRA COSA…
      • 11. I DUE GOLPE DI KORNILOV
      • 10. ​COME FARE LA RIVOLUZIONE SENZA PRENDERE IL POTERE...A LUGLIO
      • 9. VIOLENTA, NON TROPPO
      • 8. I BOLSCEVICHI E L’ANTISEMITISMO
      • 7. LE DONNE DEL 1917
      • 6. L’ECCEZIONE ESEMPLARE
      • 5. PRIMA DI OTTOBRE, VIENE FEBBRAIO
      • 4. DALLA STAZIONE DI FINLANDIA
      • 3. LA RIVOLUZIONE CONTRO IL CAPITALE (DI MARX)
      • 2. LE DONNE LANCIANO PALLE DI NEVE
      • 1. PRIMA DEL FEBBRAIO
    • BLOG
  • SEMINARI
    • 2020 >
      • RADIO COMUNITARIA 24 APRILE 2020
      • RADIO COMUNITARIA 30 MARZO 2020
    • PROGRAMMAZIONE 2017/2018 >
      • HEVALEN: INCONTRO CON DAVIDE GRASSO
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
      • AUTOMAZIONE E DISOCCUPAZIONE TECNOLOGICA
      • BANCHE TRA NORMATIVA EUROPEA E DIGITALIZZAZIONE
      • SFUMATURE DI ROSSO
      • NON E' LAVORO, E' SFRUTTAMENTO
      • IL CAPITALE DI MARX 150 ANNI DOPO E' ANCORA ATTUALE?
    • PROGRAMMAZIONE 2016/2017 >
      • 2017 FUGA DALL'EUROPA
      • IL CAPITALE DI MARX 150 ANNI DOPO E' ANCORA ATTUALE
      • TEMPESTA PERFETTA
      • LA STRAGE RIMOSSA
      • MEZZOGIORNO GLOBALE
      • CONTINUAVANO A CHIAMARLA GLOBALIZZAZIONE >
        • MA COS'E' QUESTA GLOBALIZZAZIONE
        • MIGRAZIONE: UNA LOTTA DI CLASSE PLANETARIA?
    • PROGRAMMAZIONE 2015/2016 >
      • 1° INCONTRO. Sistemi di pianificazione a confronto
      • 2° INCONTRO. Calcolo economico e forme di proprietà
      • 3° INCONTRO. Scritti Teorici - Mario Mineo
      • 4° INCONTRO. Aufheben: What was the USSR ?
      • 5° INCONTRO. Luigi Cortesi: Storia del Comunismo
      • 6° INCONTRO. Storia dell'Unione Sovietica
      • LE FILIERE MAFIOSE. Presentazione libro di V. Scalia
    • PROGRAMMAZIONE 2014/2015
    • CICLO SEMINARI 2014/2015 >
      • Storia del valore-lavoro - prima parte
      • Storia del valore-lavoro - seconda parte
      • Il Minotauro Globale
      • Produzione di Crisi a mezzo di Crisi
      • Fenomenologia e logica del capitale
      • Oltre il capitalismo
      • L'accumulazione del capitale - prima parte
      • L'accumulazione del capitale - seconda parte
      • Lavoro salariato e capitale - Salario, prezzo e profitto
      • Economisti di classe: Riccardo Bellofiore e Giovanna Vertova
    • ALTRI EVENTI >
      • ROSA LUXEMBURG CRISI DEL CAPITALE E POLITICHE DELLA LIBERAZIONE
      • EURO AL CAPOLINEA?
      • ROSA LUXEMBURG E LA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA
      • SENTIERI GRAMSCIANI: QUINTO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: QUARTO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: TERZO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: PRIMO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: SECONDO INCONTRO
  • AUTORI
  • CONTATTI
PALERMOGRAD
  • HOME
  • RUBRICHE
    • CHE COS’È QUESTA CRISI? >
      • LE TESSERE IDEOLOGICHE DEL DOMIN(I)O
      • SINDACATI MODERNI?
      • DOVE VA L'EUROPA? INTERVISTA A FRANCESCO SARACENO
      • NISIDA E’ UN’ISOLA, MA NON SOLO
      • EMERGENZA, PROCESSO ‘DA REMOTO’ E CONVULSIONI DEL SISTEMA PENALE
      • VIRUS DIETRO LE SBARRE
      • ITALIA VS. RESTO DEL MONDO
      • CONTRIBUTO DEMOCRAZIA E LAVORO PALERMO
      • BISOGNA CHE TUTTO CAMBI…?
      • UOMINI ADULTI E RAGAZZINI
      • NON ESISTONO PASTI GRATIS
      • COMUNICATO SUI MILITANTI CASA DEL POPOLO PALERMO
      • OLTRE IL "BREVEPERIODISMO". INTERVISTA A GUGLIELMO FORGES DAVANZATI
      • CONTE 2: IL TRIONFO DI KING KONG
      • CAROLA È ANTIGONE?
      • DALLA QUESTIONE MERIDIONALE ALL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
      • LUNGA E IMPERVIA È LA STRADA
      • CHI LAVORA E' SOTTO ATTACCO
      • SE IL FUOCO DELLA RIVOLUZIONE
      • CONGRESSI CGIL: OLTRE IL PENSIERO CONVENZIONALE
      • DOPO IL CONSENSO: L'EUROPA TERRENO DI SCONTRO FRA PARADIGMI
      • INDIETRO NON SI TORNA… PURTROPPO
      • SOVRANISMO, MALATTIA INFANTILE DELLA NUOVA SINISTRA?
      • DISAGIO SCOLASTICO
      • DISOCCUPATI D’ITALIA
      • LA CRISI DELLE BANCHE E' FINITA?
      • UN'EUROPA DA CONQUISTARE
      • ROUSSEAU, IL CONFLITTO E LA POLITICA
      • FARE LA SARTINA: UN MESTIERE PERICOLOSO
      • DOPO MACERATA
      • UNA BUONA SCUSA PER VOTARE
      • 41bis OLTRE I DOGMI
      • UN MONDO CAPOVOLTO: IN CRESCITA LE DISUGUAGLIANZE
      • PERCHÈ DOBBIAMO PRENDERE QUEI PICCIONI
      • CONTRO LE ELEZIONI
      • NON È FLESSIBILITÀ, È CONFLITTO
      • UN ESEMPIO DI BUONE PRATICHE
      • TALLONARE IL DENARO
      • 50 SFUMATURE DI EUROFOBIA
      • DALLA DELEGA ALLA CONTESA
      • SCUSI, DOV’È L’USCITA?
      • IL 25 APRILE A VENIRE
      • IL FUTURO DEL PASSATO
      • ANTI EURO: LI CHIAMAVANO TRINITA'
      • COSA SUCCEDE A PALERMO?
      • HOTSPOT A PALERMO
      • DIVERSE VELOCITÀ MA NESSUNA RETROMARCIA
      • L’8 MARZO: 24 ORE DI SCIOPERO, NONUNADIMENO
      • TEMPESTA PERFETTA. LA CAMPAGNA NOI RESTIAMO PUBBLICA UN VOLUME SULLA CRISI
      • IL DUBBIO ARAMAICO DI UNA SINISTRA INTROVABILE
      • ASPETTI POLITICI DELLA PRECARIZZAZIONE
      • ECONOMIA MALATA, TEORIA CONVALESCENTE
      • MA GLI OPERAI VOTANO?
      • SI PUO' FARE: LA VITTORIA DEL NO
      • UN NO NON BASTA
      • LE (VERE) RAGIONI DEL SI
      • CAMBIARE (IL) LAVORO
      • COME TUTTI
      • UNA FATICA SEMPRE PIU' INUTILE
      • CONTINUAVANO A CHIAMARLA GLOBALIZZAZIONE
      • LICENZIAMENTI ALMAVIVA
      • ULTIMO TANGO A BERLINO?
      • BAIL-IN COI LUPI
      • COM'È PROFONDO IL SUD
      • I TASSI DELLA FED NON VANNO IN LETARGO
      • FOLLI E TESTARDI
      • TTIP: L'IMPERO COLPISCE ANCORA
      • CONFINDUSTRIA: GLI OPERAI GUADAGNANO TROPPO
      • GLI ANNI TRENTA PROSSIMI VENTURI
      • UN LAVORO DI CHE GENERE?
      • IL MALE OSCURO (MA NON TROPPO) DEL CAPITALE
      • C'E' UNA LOGICA IN QUESTA FOLLIA
      • BENTORNATI AL SUD
      • MOSTRI DI GUERRA DIRIGONO LE SCUOLE
      • QUELL’OSCURO OGGETTO DELLO SFRUTTAMENTO
      • FINCANTIERI: RIEN NE VA PLUS
      • L'INUTILE FATICA DI ESSERE SE STESSI
      • LAVORO, REDDITO, GENERE: CHE DIBATTITO SIA...
      • RENZI E IL DEGRADO DELLA SCUOLA PUBBLICA
      • SVENDESI INDUSTRIA ITALIA
      • LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DI MATTEO RENZI
      • NASCE PALERMOGRAD! LUNGA VITA A PALERMOGRAD! >
        • DONAZIONI
    • LONTANI E VICINI >
      • DOPO LE LACRIME. MARADONA E LE FEMMINE
      • LUNGA VITA ALLA SIGNORA (DI FERRO)
      • DOBBIAMO POTER DISCUTERE DI TUTTO
      • DEATH RACE
      • ADDIO A MANOLIS GLEZOS, 1922–2020
      • IL FASCINO DISCRETO DEL MODERATISMO
      • MACCHE' OXFORD, SIAMO INGLESI
      • LO STRANO CASO DI MR BREXIT E DR REMAIN
      • LO SPETTRO DELLA SIGNORA THATCHER
      • IL DECRETO SALVINI E LA LOTTA DI CLASSE
      • ADDAVENÌ JEREMY CORBYN
      • LONTANO DA DIO, VICINO AL FMI
      • LE ROSE CHE SYRIZA NON COLSE
      • DOCCIA SCOZZESE PER I TORY?
      • L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL LABOUR
      • ATTACCO SU TRE FRONTI: LA NUOVA RECINZIONE
      • MAROCCHINI ALLA STAZIONE
      • THE MEANING OF THERESA MAY
      • BERLINO 2016: ANOTHER BRICK IN THE WALL?
      • BREXIT: USCITA OBBLIGATORIA A DESTRA?
      • NO GRAZIE, IL BREXIT MI RENDE NERVOSO
      • BREXITHEART - CUORE IMPAVIDO
      • UN BLUESMAN DELL’INTELLETTO
      • UNA VITTORIA INUTILE?
      • CARO YANIS, TI SCRIVO..
      • ESULI A PALERMO
      • ARALDI CON LE FORBICI
      • TU CHIAMALE SE VUOI, ILLUSIONI
      • GRECIA: LA LOTTA CONTINUA SE C'E' IL PIANO B
      • GRECIA: LA LOTTA DEVE CONTINUARE
      • DALLA SCOZIA CON FURORE
      • NIENTE TAGLI, SIAMO INGLESI
      • CHI NON HA BISOGNO DI ATENE?
      • SO' BONI, SO' GRECI. LA VITTORIA DI SYRIZA E DEL SUO LEADER
    • IN TEORIA >
      • RITORNARE A MARX parte II
      • RITORNARE A MARX
      • LA GRANDE INVERSIONE: DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE (parte 2^)
      • LA GRANDE INVERSIONE: DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
      • CONFLITTO CRISI INCERTEZZA
      • DAGLI SCIOPERI DELLE DONNE A UN NUOVO MOVIMENTO DI CLASSE: LA TERZA ONDATA FEMMINISTA
      • ANCORA SU DAVID HARVEY, MARX E LA FOLLIA DEL CAPITALE
      • DAVID HARVEY E LA FOLLIA DEL CAPITALE
      • A PARTIRE DA SIMONE WEIL
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE / 2
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
      • UNA CRISI, TANTE TEORIE
      • MA IL SUO LAVORO È VIVO
      • POSSO ENTRARE?
      • A VOLTE RITORNA. Il dibattito su reddito di cittadinanza e simili, prima della crisi.
      • L’ ORIENTE È L’ORIENTE E L’OCCIDENTE È L’OCCIDENTE, E GIAMMAI I DUE SI INCONTRERANNO ?
      • IL SEME DEL DUBBIO
      • RICOMINCIARE DA KEYNES?
      • DE-ROMANTICIZZARE IL LAVORO (DOMESTICO E NON)
      • CAPITALISMO CONCRETO, FEMONAZIONALISMO, FEMOCRAZIA
      • DAL FEMMINISMO DELL’ÉLITE ALLE LOTTE DI CLASSE NELLA RIPRODUZIONE
      • KARL KORSCH
      • INTRODUZIONE AL «CAPITALE»
      • REDDITO CONTRO LAVORO? NO, GRAZIE
      • PRIMA DI ANDARE OLTRE, LEGGIAMOLO
      • COM’È BORGHESE, QUESTA RIVOLUZIONE…
      • COME L’OCCIDENTE È ANDATO A COMANDARE
      • LO STRANO CASO DEL DOTT ADAM E DI MR. SMITH
      • L'ULTIMO MARX E NOI
      • IL CASO E LA FILOSOFIA
      • DAL PENSIERO DELLA GUERRA FREDDA AL FEMMINISMO INTEGRATO
      • STREGHE, CASALINGHE E CAPITALE
      • 2016: ODISSEA SULLA TERRA
      • DOPO IL SOCIAL-LIBERISMO
      • QUANTO È LUNGO UN SECOLO?
      • BYE-BYE LENIN
      • L'OMBRA LUNGA DEL MILITARISMO
      • NON ESISTONO MEZZOGIORNIFICAZIONI
      • EUROPA E "MEZZOGIORNI". Un intervento di Joseph Halevi
      • PIANIFICARE NON BASTA?
      • IL PRANZO AL SACCO DI MARIO MINEO
      • MARIO MINEO E IL MODO DI PRODUZIONE STATUALE
      • LEGGERE BETTELHEIM NEL 2015
      • CHARLES BETTELHEIM: L'URSS ERA SOCIALISTA?
      • E LA CLASSE RESTO' A GUARDARE
      • LEI NON SA CHI SIAMO NOI
      • RISCOPRIRE IL VALORE-LAVORO
      • FUNERALE GLOBALE
      • CLAUDIO NAPOLEONI: SMITH, RICARDO, MARX - Prima Parte
      • CLAUDIO NAPOLEONI: SMITH, RICARDO, MARX - Seconda Parte
      • SRAFFA TRA TEORIA ECONOMICA E CULTURA EUROPEA
    • IL FRONTE CULTURALE >
      • NON NASCONDERSI, NON PROTEGGERSI
      • RIBELLE, MANCINO, ERETICO
      • LIBRI DELL'ANNO 2019
      • DESTINAZIONE APOCALISSE
      • UNO DI NOI?
      • NUOVO IMPERO, STESSO BARDO?
      • SPECCHIO AMBIGUO
      • IL GESTO E IL SISTEMA
      • CONTRO LA MACCHINA DELLA NARRAZIONE
      • NIGHT CLUB INFERNO (NUOVA GESTIONE)
      • E INFINE USCIMMO A RIVEDERCI FUORI FACEBOOK
      • TUTTO QUANTO FA (ANTI)ROMANZO
      • DIO NON RISPONDE, E NEMMENO LA STORIA CI SENTE TROPPO BENE
      • STORIE DI LOTTA QUOTIDIANA
      • IN RICORDO DI SARA DI PASQUALE
      • PICCOLE CITTÀ NON SCHERZANO
      • LIBRI DELL'ANNO 2018
      • ROBESPIERRE CONTRO L'ANGLOFILO
      • DAGHELA INDIETRO UN PASSO
      • L’AFRICA DI MANGANELLI
      • UNA RIVOLUZIONE BORGHESE?
      • IL BUON PADRE DI FAMIGLIA
      • L’ARTE DELLA MATEMATICA
      • PUNK A PALERMO
      • SGUARDI SULLA MORTE E SULLA VITA
      • MA NON SAPPIAMO QUANDO
      • COSE TROPPO VICINE PER ESSERE VISTE
      • IL RACCONTO CHE VISSE DUE VOLTE
      • UN INCUBO ASSURDO E INESORABILE
      • ETICA E/È LETTERATURA
      • ADOLESCENZE FRAGILI NELL’EPOCA DELLA BUONA SCUOLA
      • ABBASTANZA NON E' PIU' ABBASTANZA
      • ÉLITE IN RIVOLTA
      • CHI DI MOSTRA FERISCE
      • LIBRI DELL'ANNO 2017
      • PRO O CONTRO LA SCUOLA PER TUTTI
      • "NON INCOLPATE NESSUNO", MA I REGISTI SI
      • STENDHAL RAZZISTA AL CONTRARIO
      • IL TEMPO INSEGUE LE SUE VIOLE
      • L’UTOPIA DI SCHULZ
      • ADOLESCENZE FRAGILI
      • IL MARCHESE DI VENEZIA
      • “ANNORBÒ TOTÒ”
      • INVISIBILI MA NON TROPPO
      • UOMINI E LUPI
      • “MARIELLA SE N’È DOVUTA SCAPPARE”
      • LA GIUSTA DISTANZA
      • ROLAND IN CAMPO
      • COME SOLO UN AMANTE FA
      • CERTE NOTTI
      • VITA POLITICA DI GIULIANA FERRI
      • LIBRI DELL’ANNO 2016
      • TROPPO BARDO PER ESSERE VERO
      • LA BARBARIE PROSSIMA VENTURA
      • DANIELE CONTRO I BUROSAURI?
      • SWEET BLACK ANGEL
      • DODICI PICCOLI INDIANI (D'AMERICA)
      • VELTRONI VA A HOLLYWOOD?
      • RESISTENZA: FINE DI UN'ANOMALIA?
      • POVERI E PICCOLI
      • SENZA RUOLI, SENZA DESTINI
      • REQUIEM PER IL TEMPO LIBERO
      • DICE CH'ERA UN BELL'UOMO
      • GLI OCCHI, LE MANI, LA BOCCA
      • LA FATICA DI ESSERE BUONI
      • BORGHESIA MAFIOSA E POSTFORDISTA
      • CHI PARTE DA SE' FA PER TRE
      • SCUOLA E GENERE. UN DIBATTITO A PALERMO
      • UN CECCHINO DISARMATO
      • FESSO, FETENTE, FORCAIOLO E FASCISTA?
      • GRAFFITI, POETICHE DELLA RIVOLTA
      • NEOLIBERISTI SU MARTE
      • L'ANIMA DEGLI ANIMALI
      • GATTOPARDI BORGHESI
      • LA VERITA', SE CI SI METTE TUTTI INSIEME
      • DENTRO E CONTRO IL POST-MODERNO
      • BOOM BUST BOOM (English version)
      • BOOM BUST BOOM
      • A QUALCUNO PIACE CALDO (ANCHE AI LIBERAL)
      • PADRI E PADRONI
      • GESTIONE DEI CONFLITTI NELLA CULTURA GRECA
      • CRITICATE, CRITICATE, QUALCOSA RESTERA'
      • LA STORIA DELL'8 MARZO
    • SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA >
      • SPIE, BUROCRATI ED EZISTENZIALISTI
      • DOPO L'UOMO OMBRA
      • NON HO L'ETA'
      • UN SACCO DI ASTRONAVI IN QUESTA LIBRERIA
      • VIENE AVANTI IL CRETINO
      • IL CAPPELLO NOIR
      • NON CAPISCO PERCHÉ TUTTI QUANTI…
      • UNA VITA MERAVIGLIOSA
      • MA UN GIORNO, CARA STELLA
      • LA LEZIONE È FINITA
      • MARY PER SEMPRE
      • SOLO PER I TUOI OCCHI
      • PERICOLO GIALLO
    • SEMBRA UN SECOLO >
      • GIUSEPPE, ANITA E I COLORADOS
      • QUESTA STORIA NON PUO' FINIRE
      • ACCOGLIENZA DI IERI
      • VIANDANTI NEL NULLA
      • UNO STATO CHE NON ERA UN MOLOCH
      • VIOLENTI DESIDERI
      • LA RIVOLUZIONE RUSSA IN ITALIA
      • L'INFIDA CARTAGO E LA PERFIDA ALBIONE
      • PIÙ CHE UN ROMANZO LA VITA MIA
      • PORTELLA DELLA GINESTRA TRA STORIA E MEMORIA.
      • LA GUERRA CHE DURA SEI GIORNI E CINQUANT'ANNI
      • PERCHÉ QUI LA GENTE CREDE IN DIO
      • 2001: PALERMO ANNO ZETA
      • TOGLIATTI E IL COMUNISMO DEL ’900
      • MALCOM X DALL'ISLAM ALL'ANTICAPITALISMO
      • INGRAO PRIMA DI TANGENTOPOLI
    • IL ROSSO E IL VERDE >
      • MANGIARE CARNE: A QUALE PREZZO?
      • SALVIAMO L’AMBIENTE DALL’ECOCAPITALISMO
      • L’EDUCAZIONE IN GIARDINO
      • CAMMINANDO CON TULIME
    • FEMMINILEOLTRE - IL LAVORO >
      • QUANDO IL LAVORO È VIOLENZA
    • COMINCIO DA 3 >
      • GIORGIO GATTEI: CHE COS'E' IL VALORE?
      • VINCENZO SCALIA: MAFIE DI IERI E DI OGGI
    • IL 1917 DI JACOBIN >
      • 14. COME HANNO VINTO I BOLSCEVICHI
      • 13. LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE
      • 12. IN CAMPAGNA È UN’ALTRA COSA…
      • 11. I DUE GOLPE DI KORNILOV
      • 10. ​COME FARE LA RIVOLUZIONE SENZA PRENDERE IL POTERE...A LUGLIO
      • 9. VIOLENTA, NON TROPPO
      • 8. I BOLSCEVICHI E L’ANTISEMITISMO
      • 7. LE DONNE DEL 1917
      • 6. L’ECCEZIONE ESEMPLARE
      • 5. PRIMA DI OTTOBRE, VIENE FEBBRAIO
      • 4. DALLA STAZIONE DI FINLANDIA
      • 3. LA RIVOLUZIONE CONTRO IL CAPITALE (DI MARX)
      • 2. LE DONNE LANCIANO PALLE DI NEVE
      • 1. PRIMA DEL FEBBRAIO
    • BLOG
  • SEMINARI
    • 2020 >
      • RADIO COMUNITARIA 24 APRILE 2020
      • RADIO COMUNITARIA 30 MARZO 2020
    • PROGRAMMAZIONE 2017/2018 >
      • HEVALEN: INCONTRO CON DAVIDE GRASSO
      • IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
      • AUTOMAZIONE E DISOCCUPAZIONE TECNOLOGICA
      • BANCHE TRA NORMATIVA EUROPEA E DIGITALIZZAZIONE
      • SFUMATURE DI ROSSO
      • NON E' LAVORO, E' SFRUTTAMENTO
      • IL CAPITALE DI MARX 150 ANNI DOPO E' ANCORA ATTUALE?
    • PROGRAMMAZIONE 2016/2017 >
      • 2017 FUGA DALL'EUROPA
      • IL CAPITALE DI MARX 150 ANNI DOPO E' ANCORA ATTUALE
      • TEMPESTA PERFETTA
      • LA STRAGE RIMOSSA
      • MEZZOGIORNO GLOBALE
      • CONTINUAVANO A CHIAMARLA GLOBALIZZAZIONE >
        • MA COS'E' QUESTA GLOBALIZZAZIONE
        • MIGRAZIONE: UNA LOTTA DI CLASSE PLANETARIA?
    • PROGRAMMAZIONE 2015/2016 >
      • 1° INCONTRO. Sistemi di pianificazione a confronto
      • 2° INCONTRO. Calcolo economico e forme di proprietà
      • 3° INCONTRO. Scritti Teorici - Mario Mineo
      • 4° INCONTRO. Aufheben: What was the USSR ?
      • 5° INCONTRO. Luigi Cortesi: Storia del Comunismo
      • 6° INCONTRO. Storia dell'Unione Sovietica
      • LE FILIERE MAFIOSE. Presentazione libro di V. Scalia
    • PROGRAMMAZIONE 2014/2015
    • CICLO SEMINARI 2014/2015 >
      • Storia del valore-lavoro - prima parte
      • Storia del valore-lavoro - seconda parte
      • Il Minotauro Globale
      • Produzione di Crisi a mezzo di Crisi
      • Fenomenologia e logica del capitale
      • Oltre il capitalismo
      • L'accumulazione del capitale - prima parte
      • L'accumulazione del capitale - seconda parte
      • Lavoro salariato e capitale - Salario, prezzo e profitto
      • Economisti di classe: Riccardo Bellofiore e Giovanna Vertova
    • ALTRI EVENTI >
      • ROSA LUXEMBURG CRISI DEL CAPITALE E POLITICHE DELLA LIBERAZIONE
      • EURO AL CAPOLINEA?
      • ROSA LUXEMBURG E LA CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA
      • SENTIERI GRAMSCIANI: QUINTO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: QUARTO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: TERZO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: PRIMO INCONTRO
      • SENTIERI GRAMSCIANI: SECONDO INCONTRO
  • AUTORI
  • CONTATTI
PALERMOGRAD
Foto
IN TEORIA
​LA GRANDE INVERSIONE:
DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
 

di Giordano Sivini 18 gennaio 2019
 (prima parte)

Dallo studio delle grandi trasformazioni che scandiscono la storia del capitalismo emergono, secondo Giovanni Arrighi, cicli successivi di accumulazione, attraversati ciascuno da fasi di espansione materiale e fasi di espansione finanziaria, in spazi di crescente ampiezza governati da Stati che ad ogni ciclo acquistano la supremazia sugli altri. La fase di espansione finanziaria si avvia quando i profitti derivanti dalla produzione e dai commerci cominciano a calare a causa di una competizione sempre più forte. Il capitale si riversa in forma liquida verso le agenzie dello Stato egemone che hanno la capacità di gestirla, provocando una grande redistribuzione di ricchezza in favore dei gruppi sociali dominanti.
 
Le trasformazioni della vita materiale non sono oggetto di considerazione da parte di Arrighi, né per la fase attuale di espansione finanziaria né per quelle del passato, quando “l’indebitamento eccessivo di Stati o dinastie (…) non si era mai esteso alla riproduzione sociale in quanto tale, diventandone l’anima”[1]. Per trattarne è necessario cambiare il quadro teorico e passare da quello di Arrighi che, combinando Marx con Weber, inquadra l’evoluzione storica del capitalismo, a quello che, interpretando in vario modo Marx, si concentra sulle forme di riproduzione dei rapporti sociali determinate dal movimento del capitale attraverso la creazione di ricchezza scandita dal valore e misurata dal denaro.
 
Questa è la prospettiva di David Harvey, di Robert Kurz e di Ernst Lohoff, per i quali il passaggio dalla fase di espansione economica alla fase di espansione finanziaria può essere spiegata dall’inversione del rapporto tra capitale produttivo di merce e capitale produttivo di interesse. Il primo accresce la ricchezza sociale materiale attraverso la produzione e realizzazione di plusvalore, appropriato privatamente e destinato ad essere riprodotto su scala allargata. L’altro contribuisce all’espansione della ricchezza monetaria privata, attraverso la percezione di un interesse derivante dal possesso di un titolo finanziario, che attesta l’erogazione di un credito e resta in vita fino a che il credito non viene rimborsato.
 
Il titolo finanziario ha come ‘entità sottostante’ il capitale produttivo di merce per la cui valorizzazione è stato erogato il credito, e circola sul mercato finanziario producendo rendimenti (interessi, dividendi), e, negli scambi, plusvalenze o minusvalenze a seguito di variazioni del prezzo, il quale all’origine corrisponde alla duplicazione della somma del credito. Il titolo costituisce capitale fittizio in quanto, a differenza della merce, non è frutto di un processo di produzione che gli attribuisce un contenuto di valore.
 
Nella fase di accumulazione allargata il capitale produttivo di interesse è al servizio del capitale produttivo di merce, il quale per espandersi ha bisogno di credito, che rimborsa assieme all’interesse con parte del plusvalore realizzato. Se l’accumulazione è bloccata, il denaro, che fatica ad accrescersi attraverso D-M-D’, si riversa nell’acquisto di titoli finanziari per accrescersi come D-D’. Questo capitale fittizio individua nuovi terreni sui quali erogare credito, in cui è possibile pretendere maggiori rendimenti. La pretesa del capitale produttivo di interesse sul capitale produttivo di merce riflette il rapporto invertito tra i due, che dura finché non si ristabiliscono le condizioni di profittabilità della valorizzazione attraverso la svalutazione di ciò che la ostacolava[2].
 
Nell’evoluzione del capitalismo le inversioni sono ricorrenti. La grande inversione è invece specifica del passaggio contemporaneo dalla fase di espansione materiale alla fase di espansione finanziaria nei termini di Arrighi, ovvero dalla valorizzazione alla finanziarizzazione dei rapporti sociali nei termini di Harvey, Kurz e Lohoff. Potrebbe rivelarsi a posteriori come ennesima manifestazione di crisi superabile, ma le interpretazioni di questi eminenti studiosi lo esclude o, quanto meno, sono propense ad escluderlo, individuando un futuro segnato non da un ulteriore evoluzione del capitalismo, bensì da svolte radicali.
 
Arrighi confida nel passaggio ad una fase di espansione produttiva in un nuovo quadro egemonico, basata su differenti rapporti sociali che mettono fine alla storia dell’attuale capitalismo. David Harvey prospetta un futuro in cui la voracità insaziabile del capitale fittizio non cessa di espropriare la ricchezza sociale. Robert Kurz ed Ernst Lohoff, entrambi esponenti della Critica del valore, sostengono che il capitale rivolge questa voracità verso se stesso, spingendo la produttività a sopprimere il lavoro che è la fonte del valore. Tra i due, tuttavia, le posizioni divergono: per Lohoff l’inversione consente al capitale fittizio di prolungare temporaneamente la vita del capitale; per Kurz la fine del valore è già in atto e l’inversione è solo un’operazione di copertura fittizia.
 
Queste previsioni derivano da impianti teorici diversi, che in questo testo vengono sinteticamente esaminati dopo aver preliminarmente definita la relazione del capitale produttivo di interesse con il capitale produttivo di merce che porta alla grande inversione, e dopo aver esemplificate le conseguenze che questa produce per la nostra vita materiale. Nelle conclusioni si evidenzia che la concentrazione delle analisi sul capitale produttivo di interesse porta a trascurare la dinamica relativa al capitale produttivo di merce.
 
Il capitale fittizio
Marx non ha mai usato il termine capitale finanziario, ma dall’esame della “massa di scritti non molto coerenti sul processo di circolazione di differenti tipi di capitale monetario”[3] lo si può riferire al capitale produttivo di interesse, che, centrale nella riproduzione del capitale, “contiene il potenziale di superare gli antagonismi tra produzione e consumo, tra produzione e realizzazione, tra utilizzazione presente e futura del lavoro, tra produzione e distribuzione”[4].Il capitale produttivo di interesse è, secondo Marx, originato da rotture, nel circuito industriale D-M-D’, del flusso di accumulazione del plusvalore. La parte che non trova remunerazione nell’investimento produttivo viene traslata nel circuito finanziario per farla accrescere come D-D’. Le crisi provocate da queste rotture vengono superate con temporanee inversioni rispetto al capitale produttivo di interesse.
 
Nella prospettiva canonica della valorizzazione D-M-D’, il capitale produttivo di interesse fornisce credito al circuito industriale per acquistare mezzi di produzione e forza lavoro al fine di creare valore e realizzare sul mercato il plusvalore necessario al rimborso e al pagamento dell’interesse. Con questa anticipazione di credito realizza l’incremento D-D’. Interesse e rimborso sono attestati da un titolo di debito, che può esaurirsi nella mera rappresentazione del credito partecipe della valorizzazione, oppure circolare fin quando il credito è attivo nella forma di quello che Marx definisce capitale fittizio.
 
“I titoli - chiarisce un economista finanziario - traggono la loro esistenza dal solo fatto che sono nel contempo matematizzabili e radicati in uno spazio giuridicamente coerente di diritti, doveri o convenzioni. Esistono dunque in quanto derivati dalla realtà che li contiene. Perciò, all’estremo, tutti gli elementi della realtà possono essere introdotti nello spazio teorico e pratico della finanza (…). La rappresentazione sottostante è ovunque la stessa: quella di uno stock autonomo di ricchezza che mira a generare un flusso di ‘remunerazioni’, e che deve essere preservato dal rischio, e mantenuto o addirittura aumentato”[5]. La relazione tra finanziarizzazione e valorizzazione si fonda su questa stretta connessione tra il titolo e quella che viene definita come attività sottostante.
 
Nel rapporto creditizio una stessa quantità di denaro si presenta nelle forme diverse di capitale-denaro e di capitale fittizio. Il capitale-denaro si accresce nel circuito industriale contribuendo alla produzione e realizzazione di plusvalore. Il capitale fittizio si accresce nel circuito finanziario con gli interessi, ma anche con le eventuali plusvalenze o minusvalenze derivanti dalle variazioni di prezzo negli scambi, e con la possibile trasformazione in denaro liquido per essere ulteriormente investito. Credito e titolo hanno dunque lo stesso valore d'uso di generare ricchezza privata, ma nel primo caso si tratta di ricchezza materiale dotata di valore socialmente fruibile, nel secondo è privo di valore sociale.
 
Le azioni, a differenza delle obbligazioni, sono titoli di proprietà che danno diritto a dividendi ma non al rimborso. Dal punto di vista di Marx sono una “validazione anticipata del processo di valorizzazione”[6]. “Questo capitale - scrive - non può esistere due volte, una volta nelle azioni come titoli di proprietà di un valore-capitale, la seconda come capitale realmente investito. Esiste solo nella seconda forma e le azioni non sono altro che titoli di proprietà che danno diritto, in proporzione alla partecipazione, al plusvalore o pluslavoro generato dal capitale”[7]. I crediti bancari, ad esempio le obbligazioni, si duplicano invece in titoli di debito che restano attivi fino al compimento dell’obiettivo necessario al rimborso gravato da interessi. “Consistono - scrive Marx - in una somma o in una apertura di credito in favore di un industriale per un investimento di una durata determinata e il capitale fittizio creato è destinato ad estinguersi quando l'investimento restituisce valore e plusvalore”[8]. I titoli dello Stato, infine, sono soltanto capitale fittizio, in quanto duplicati di un credito i cui interessi e rimborso sono garantiti per legge. “Sono capitale fittizio e illusorio non solo perché la somma data allo Stato non esiste più, ma soprattutto perché non era destinata ad essere investita come capitale”[9].
 
Il capitale produttivo di interesse eroga credito sulla base di garanzie circa il pagamento degli interessi e il rimborso. Per il credito allo Stato le garanzie sono definite giuridicamente. Quelle per il credito agli investimenti da fidi, poiché “il capitale monetario viene anticipato contro il lavoro futuro piuttosto che contro la garanzia di merci già esistenti”[10]. Le garanzie per il credito al consumo, consistono in ipoteche su patrimoni nella forma di mutui che si estinguono gradualmente attraverso rate che connettono interessi e rimborso.
 
Su come si determini il tasso di interesse si trovano in Marx soltanto riferimenti a relazioni competitive di mercato tra domanda e offerta, che talora distinguono tra credito alla produzione e al consumo. La conclusione di Harvey è che il tasso non dipende dal suo contributo alla produzione o alla realizzazione del valore ma dai rapporti di potere tra interessi industriali e finanziari[11].
 
L’aumento della produttività accresce il bisogno di credito a causa dell’aumento del capitale costante rispetto a quello variabile nel processo di valorizzazione. Le conseguenze negative sul tasso di plusvalore vengono compensate - fin quando è possibile realizzare il valore su un mercato in espansione - dalla diminuzione del valore dei beni di sussistenza con i quali si riproduce il capitale variabile. Il bisogno di credito viene soddisfatto dalla mobilitazione del denaro privato e dal credito dello Stato. Per le spese non coperte dalla fiscalità vengono emessi titoli del Tesoro, fatti acquistare dalla banca centrale affinché li ceda alle banche commerciali, che possono allargare il credito e stimolare una valorizzazione dei capitali privati, accrescendo anche il flusso fiscale.
 
“Quando negli anni ‘70 la crescita fordista si esaurì e la connessione tra sistema di credito anticipato e produzione di plusvalore reale cominciò a rompersi, fu in primo luogo il credito statale ad essere allungato oltre la capacità di creazione di valore sociale, per mantenere la congiuntura in funzionamento attraverso l’anticipazione del futuro. Come risultato, l’inflazione andò sempre più fuori controllo in tutto il mondo”[12].
 
L’inversione
L'alternativa keynesiana di crescita forte e inflazione moderata versus crescita debole e stabilità monetaria viene superata dalla stagflazione, crescita molto debole e inflazione. Nella crisi della riproduzione del plusvalore, il processo di inversione tra capitale produttivo di merce e capitale produttivo di interesse si manifesta con la traslazione in capitale fittizio dei profitti non reinvestiti delle grandi industrie statunitensi realizzati all’estero e di quelli dei paesi petroliferi, nonché dei risparmi incanalati dai detentori di patrimoni e dagli investitori istituzionali. Il capitale produttivo di interesse, già alimentato dai titoli di Stato, condiziona sempre più il capitale produttivo di merce, in un processo stimolato e sostenuto dal governo degli Stati Uniti, il quale, eliminata la convertibilità del dollaro, non incontra più limiti nell’emissione di moneta, e allarga lo spazio di attività del sistema bancario, che si centralizza in grandi gruppi finanziari.
 
Il blocco dell’inflazione viene realizzato con l’aumento stratosferico del tasso di interesse, che richiama a Wall Street il capitale transnazionale e serve a finanziare il debito pubblico degli Stati Uniti. Il suo doppio deficit strutturale, del bilancio pubblico all’interno e delle partite correnti all’esterno, sostiene il processo di “accumulazione primitiva del capitale fittizio”[13] da parte dei creditori esteri fornitori delle merci importate. “Al debito con l’estero dello Stato o delle imprese statunitensi corrisponde un aumento della fortuna monetaria dei creditori europei e asiatici”[14], sotto forma di titoli statunitensi.
 
L’inversione è compiuta. “Il nuovo slancio che si instaura nel processo della rivoluzione neoliberale traccia la linea al di là della quale l’accumulazione di ‘capitale reale’ diventa una variabile dipendente dall’accumulazione di crediti monetari”[15].
 
A partire dalle politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan si abbassano le imposte liberando denaro che viene investito in titoli. Si modifica la legislazione pensionistica per incanalare in borsa l’enorme massa di salari differiti dei lavoratori. Si privatizzano infrastrutture, servizi e imprese pubbliche. Si deregolamenta il settore finanziario creando le condizioni per il lancio e la moltiplicazione dei titoli derivati. Tutti i paesi del centro seguono un cammino analogo, partecipando ad una crescita drogata dal debito, con lo sviluppo delle istituzioni finanziarie facenti capo a Wall Street che “centralizzano il plusvalore sotto forma di profitti, dividendi, interessi da debito pubblico e societario, flussi di reddito e di risparmio delle famiglie”[16].
 
La figura del finanziere che presta denaro contro interesse viene sostituita dall’investitore che utilizza il denaro affluito nel sistema finanziario per promuovere la costituzione di titoli ancorati all’economia reale; curarne la gestione per massimizzare le plusvalenze; puntare, trainato da queste, all’aumento dei rendimenti; e inventare titoli lontani dall’ancoramento in quanto derivati da altri titoli. Se i capitalisti sono la personificazione del capitale produttivo di merce, gli investitori sono la personificazione del capitale produttivo di interesse che, in competizione, si impegnano sia nella cessione di crediti e gestione dei debiti, sia nella speculazione sui titoli. Finché mantengono la fiducia del mercato i titoli sono considerati liquidi e diventano denaro, ricchezza monetaria, fonte di potere personale e sociale, che può ancora accrescersi con una offerta di credito indirizzata, in base alla redditività attesa e al rischio, al circuito industriale o a quello finanziario.
 
La dinamica competitiva tra investitori realizza una moltitudine di innovazioni, che consentono compravendite allo scoperto senza possedere i titoli, o senza possedere denaro ricorrendo alla leva; utilizzano titoli come garanzia per la creazione di altri titoli, incentivano scommesse sul futuro, e aggirano gli ostacoli di legge attraverso il sistema finanziario ombra. I capitali di rischio raccolgono credito emettendo titoli con attività sottostanti che spesso sono mere speranze di valore. Queste strategie facilitano ed espandono le attività speculative sovraesponendo in misura crescente i titoli rispetto alle attività sottostanti. La speculazione si muove sull’orizzonte della formazione di titoli che si rivelano tossici, e che, per salvare gli istituti finanziari che li emettono, vengono assorbiti dalle banche centrali.
 
La cartolarizzazione è una pratica emblematica della finanza. L’erogazione massiccia di credito è finalizzata a costituire mutui coperti da pacchetti di titoli che vengono venduti agli investitori nella forma di strati di titoli derivati, a prezzi che per ciascun strato riflettono i potenziali rendimenti e i rischi di default, certificati da agenzie addomesticate di rating. La vendita dei pacchetti genera flussi di liquidità destinata ad alimentare nuovo credito, spingendo a convincere sempre nuove schiere di persone ad indebitarsi. “E’ questo l’aspetto più dirompente del nuovo paradigma della finanza globale: che il credito non venga creato su richiesta del debitore per rispondere a precise esigenze di finanziamento, ma su proposta insistente, spesso subdola, talvolta fraudolenta, di chi vuole a tutti i costi prestare. Originate to distribuite significa proprio originare al fine di distribuire, visto che l’erogazione del prestito è funzionale alla vendita dei titoli e non viceversa”[17].
 
Con l’inversione tra capitale produttivo di interesse e capitale produttivo di merce il capitale fittizio si nutre di plusvalore. I titoli infatti sono capitale fittizio privo di valore, capaci tuttavia di condizionare la attività sottostanti dotate di valore. Cupole finanziarie e fondi di investimento di ogni tipo massimizzano gli utili condizionando con strumenti e strategie finanziarie le attività e l’organizzazione delle imprese di cui detengono titoli di proprietà e titoli di debito. Le quotazioni di borsa definiscono in ogni momento la capitalizzazione azionaria delle imprese, spesso tenuta artificiosamente alta dalle stesse imprese che riacquistano a questo fine quantità ingenti di proprie azioni.
 
Per realizzare il “valore per l’azionista” le imprese si strutturano al fine di gestire attraverso dipartimenti e banche interne “un fluido insieme di attivi, che i manager assemblano e dividono in funzione della valutazione dei mercati”, gestendo “un portafoglio continuamente ricombinato di filiali, linee di prodotti, tecnologie, mercati, beni intangibili”[18]. Emettono titoli azionari per disporre di capitali che investono in titoli. “Architetti del valore aggiunto”, lo ricercano e se ne appropriano in tutti i punti del sistema di impresa, e soprattutto incorporano capitale fittizio nei bilanci delle aziende. “Il fattore decisivo non è più costituito dalla produzione reale e dai suoi successi sul mercato, ma da un’abile contabilità in grado di far quadrare il bilancio tramite operazioni speculative. In altre parole: oggi la difesa di quote di mercato riesce, totalmente o parzialmente, solo attraverso l’afflusso di guadagni speculativi”[19].” Un esempio: “Negli anni ’70 nel bilancio Fiat gli attivi erano costituiti per il 70,9% da immobilizzazioni industriali ed erano finanziati per l’87,5% con mezzi propri; alla metà degli anni 2000 i rapporti erano capovolti: gli attivi finanziari coprivano il 71,9% e i debiti costituivano l’84,8% del capitale tangibile investito”[20].
Il management passa da obiettivi di retain and reinvest che massimizzano i profitti, a divest and distribute[21] che massimizzano i rendimenti. Incentivato da generose distribuzioni di stock options, comprime i costi del lavoro, chiude le strutture con redditività sotto la media, sostiene fusioni e acquisizioni, organizza catene produttive che subordinano i piccoli capitali, i quali “non possono raggiungere la produttività del lavoro sociale per sostenere la battaglia competitiva, ma possono estendere la loro agonia, comprimendo il valore della forza lavoro al di sotto della sussistenza”[22]. Le catene produttive sono il risultato di processi di liberalizzazione che consentono alle grandi imprese, dapprima tramite investimenti all’estero e poi con il decentramento delle attività, di disgregare le concentrazioni operaie dei paesi centrali, contando su un esercito di riserva mondiale per accrescere lo sfruttamento della forza lavoro in accordo con i governi nazionali centrali e periferici.
 
“La finanziarizzazione ha realizzato la sussunzione reale del lavoro alla finanza e al debito”[23]. C’è stata da un lato “la ‘decostruzione’ del lavoro in una fase di accumulazione capitalista caratterizzata da nuovi stili di governo societario che hanno portato a una ‘centralizzazione senza concentrazione’ - e quindi all'indebolimento dei lavoratori nel mercato del lavoro e nel processo lavorativo”; dall’altro “l'integrazione subordinata delle famiglie nel mercato borsistico, col loro progressivo inabissamento nell’indebitamento bancario”[24].
 
Il capitale fittizio si è incuneato infatti nel processo di valorizzazione. Nella fase espansiva del plusvalore la riproduzione del lavoro vi entrava come salario e come salario differito, a copertura dei costi del lavoratore e della sua famiglia, che era “il prodotto di un particolare processo di responsabilizzazione del maschio della specie umana nei confronti della moglie e dei figli”[25]. Nel capitalismo invertito l’unità familiare non c’è più. E’ stata travolta dallo stesso sviluppo materiale del fordismo, che al suo apogeo ha fatto saltare il disciplinamento sociale, disarticolando la famiglia nei suoi soggetti componenti e facendo emergere una molteplicità di interessi individuali, oggetto di puntuale aggressione da parte della finanza. Una aggressione che si aggiunge a quella in atto sul piano della riproduzione del valore, dove i costi crescenti del credito sono scaricati dalle imprese sul lavoro. Il salario differito a fini pensionistici dei lavoratori è trasformato giuridicamente in investimento finanziario. La pensione viene a dipendere non dalla capitalizzazione dei redditi accantonati in banca ma dai rendimenti e dalle plusvalenze delle obbligazioni in cui sono fatti confluire, gestite da investitori istituzionali che pretendono “il valore per l'azionista”, strumento di pressione per l'intensificazione dello sfruttamento degli stessi lavoratori.
 
“La razionalità finanziaria è penetrata nei comportamenti, i meccanismi e le strutture delle nostre società, trasformandole” e “la finanziarizzazione è diventata un principio di organizzazione sociale”[26]. Il consumo si autonomizza dal reddito attraverso l’indebitamento, e il debito supplisce al venir meno dei servizi pubblici; alla precarietà dell’occupazione; all’aumento dei costi per la casa, per l’istruzione, per la salute, per i trasporti, per i beni di consumo, per la vecchiaia. Le relazioni di mercato sono captate dalle carte di credito e di debito; in molti paesi l’accesso agli studi universitari è condizionato dall’accensione di mutui; il denaro per rimborsarli, per far fronte ad eventi straordinari e persino a spese correnti, proviene - fin quando i tassi di interesse sono bassi e i valori immobiliari in crescita - da secondi mutui sulla casa; l’acquisto di beni durevoli è assicurato da garanzie patrimoniali o da ipoteche sul reddito ancora da realizzare. “Più hanno debiti, meno i lavoratori possono scioperare”, diceva Alan Greenspan, governatore della Federal Reserve[27].
 
L’indebitamento ha preso il posto di quello che nel fordismo era il risparmio canalizzato nel sistema bancario come eccedenza rispetto al rapporto corrente tra reddito e consumi, riserva per eventi straordinari. Gli investitori si occupano della promozione di ogni tipo di debito conseguendo utili con una moltitudine di minute espropriazioni esercitate sugli individui. “La magia della finanza sta nell’abilità di dare prendendo”[28], perché, anche se questa connessione è imposta, “il prodotto finanziario – un vitalizio, una pensione, un mutuo o un contratto assicurativo – connettono dal punto di vista dell’individuo costi attuali con benefici futuri”[29].



Note:

[1] Kurz R., La fine della politica e l’apoteosi del denaro, Roma, Manifesto libri, 1997 (ed. orig. 1995), ripreso come L’ascesa del denaro al cielo, blackblog francosenia, 11 novembre 2017.
[2] Harvey D., Limits to capital, London, Verso, 2006 (ed. orig. 1982), p. 186.
[3] Ivi, p. 283.
[4] Ivi, p. 287.
[5] Dembinski P.H., Finance servante ou finance trompeuse?, Paris, Parole et Silence, 2008, p. 86.
[6] Durand C., Le capital fictif, Paris, Les prairies ordinaires, 2014, p. 63.
[7]Marx citato da Chesnais F., Capital fictif, dictature des actionnaires et des créanciers, Les Possibles, 6, 2015.
[8] Ivi
[9] Ibidem
[10] Harvey D., Limits to capital, cit. p. 267.
[11] Ivi, p. 297.
[12] Kurz R., La rottura strutturale del capitale e il ruolo della critica categoriale, intervista a Robert Kurz, Ozio produttivo, 31 luglio 2009
[13] Lohoff E., Trenkle N., La grande dévalorisation, Fécamp. Post-éditions, 2014, p. 254.
[14] Ibidem
[15] Ivi, p. 255.
[16] Chesnais F. Finance capital today, Chicago, Haymarket Books, 2016, p. 7.
[17] Amato M., Fantacci L., Fine della finanza, Roma, Donzelli, 2009, p. 103.
[18] Dembinski P.H., Finance servante, cit., p. 145.
[19] Coltorti F., Le multinazionali, Prato, Lezioni UniFi, 2009.
[20] Coltorti F., Le multinazionali, Prato, Lezioni UniFi, 2009.
[21] Dembinski P.H., Finance servante, cit., p.150.
[22] Starosta G., The Outsourcing of Manufacturing and the Rise of Giant Global Contractors: A Marxian Approach, New Political Economy, 15, 4, 2010.
[23] Bellofiore R. (a cura di), The Great Recession and the Contradictions of Contemporary Capitalism, Cheltenham, Edward Elgar, 2015, p.7.
[24] Ivi, p. 11.
[25] Fiocco L., Innovazione tecnologica e innovazione sociale, Soveria Mannelli, Rubbettino, p. 60.
[26] Dembinski P.H., Finance servante, cit., pp. 16-17.
[27] Cfr. Amato M., Fantacci L., Fine della finanza, cit., p. 280.
[28] Martin R., Financialization of daily life, Philadelphia, Temple University Press, 2002, p. 16.
[29] Blackburn R., Finance and the fourth dimension, New Left Review, 39, 2006.


Lascia un commento


Invia
Foto
I contenuti di questo sito, salvo dove altrimenti specificato, sono distribuiti con licenza
Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia (CC BY 3.0 IT)  
palermograd@gmail.com
Immagine
RSS Feed