
IL FRONTE CULTURALE
RITUALI DI PASSAGGIO
E PROCESSI SOCIALI
Recensione dell'omonimo libro di Marco Baldini
di Stefano Padovano 6 aprile 2021
Nessuna pretesa da parte dell’autore. Questo l’attacco probabilmente più consono alla recensione dello scorrevole e intrigante impegno editoriale di Marco Baldini: “Rituali di passaggio e processi sociali”. Uno studio di campo, come lo definisce quest’ultimo, che pone sotto le lenti di ingrandimento l’osservazione sociale della comunità terapeutica “Trasta” del Centro di Solidarietà di Genova. Non certo il primo, per questa porzione di storia vivente (Palumbo, Dondi, Torrigiani 2012), pensata, voluta e realizzata attraverso un’icona genovese quale è stata Bianca Costa. Con lo sforzo di molti - ma senza la sua fondamentale intuizione - non saremmo qui a parlarne.
Il lavoro editoriale di Baldini parla alla pancia. E un po' anche al cuore. Permea da un’esperienza vissuta in prima persona. Di quella che con un tecnicismo si definisce “osservazione scoperta”. L’autore non si arrovella alla ricerca della giusta distanza cognitiva ed emotiva dall’oggetto di studio. Risolto il problema dell’assunzione di ruolo (Cardano 2000), sceglie di partecipare ai processi che attraversano la Comunità in una situazione permeata dalla costante oscillazione tra la posizione dell’insider e quella dell’outsider. In questa doppia veste, assumendo la parte dell’operatore, nell’accezione più goffmaniana del termine, “gioca” appunto (Goffman 1969) all’interno di un processo di ribalta e retroscena, il ruolo che gli è ascritto finalizzandolo all’interpretazione di ciò che accade dentro la comunità, seguendo la traccia percorsa dai classici dell’antropologia sociale (Geertz 1987, Douglas 1986, Hannertz 1988). Per queste ragioni, la temuta fase di ricerca che implica la “raffica di vento”, quella in cui lo studioso percepisce la diffidenza di coloro che abitano il contesto oggetto di studio (Geertz 1987) lo sfiora solo sfumatamente, senza incidenze di rilievo nella conduzione dello stesso. (qui il resto dell'articolo)
RITUALI DI PASSAGGIO
E PROCESSI SOCIALI
Recensione dell'omonimo libro di Marco Baldini
di Stefano Padovano 6 aprile 2021
Nessuna pretesa da parte dell’autore. Questo l’attacco probabilmente più consono alla recensione dello scorrevole e intrigante impegno editoriale di Marco Baldini: “Rituali di passaggio e processi sociali”. Uno studio di campo, come lo definisce quest’ultimo, che pone sotto le lenti di ingrandimento l’osservazione sociale della comunità terapeutica “Trasta” del Centro di Solidarietà di Genova. Non certo il primo, per questa porzione di storia vivente (Palumbo, Dondi, Torrigiani 2012), pensata, voluta e realizzata attraverso un’icona genovese quale è stata Bianca Costa. Con lo sforzo di molti - ma senza la sua fondamentale intuizione - non saremmo qui a parlarne.
Il lavoro editoriale di Baldini parla alla pancia. E un po' anche al cuore. Permea da un’esperienza vissuta in prima persona. Di quella che con un tecnicismo si definisce “osservazione scoperta”. L’autore non si arrovella alla ricerca della giusta distanza cognitiva ed emotiva dall’oggetto di studio. Risolto il problema dell’assunzione di ruolo (Cardano 2000), sceglie di partecipare ai processi che attraversano la Comunità in una situazione permeata dalla costante oscillazione tra la posizione dell’insider e quella dell’outsider. In questa doppia veste, assumendo la parte dell’operatore, nell’accezione più goffmaniana del termine, “gioca” appunto (Goffman 1969) all’interno di un processo di ribalta e retroscena, il ruolo che gli è ascritto finalizzandolo all’interpretazione di ciò che accade dentro la comunità, seguendo la traccia percorsa dai classici dell’antropologia sociale (Geertz 1987, Douglas 1986, Hannertz 1988). Per queste ragioni, la temuta fase di ricerca che implica la “raffica di vento”, quella in cui lo studioso percepisce la diffidenza di coloro che abitano il contesto oggetto di studio (Geertz 1987) lo sfiora solo sfumatamente, senza incidenze di rilievo nella conduzione dello stesso. (qui il resto dell'articolo)

LONTANI E VICINI
IL VIRUS DEL SOVRANISMO
di Vincenzo Scalia 19 marzo 2021
Il Regno Unito si trova in questi mesi ad affrontare i problemi legati alla gestione della pandemia, oltre a dovere fare i conti con i primi effetti relativi alla Brexit. Se sotto il primo aspetto sembrano delinearsi note confortanti, sotto il secondo si profila una situazione che, già difficile di suo, rischia di aggravarsi nel medio e nel lungo termine. A un primo sguardo, se tentiamo di collegare i due aspetti, Londra sembrerebbe addirittura avere tratto vantaggio dall’uscita dall’Unione Europea.
IL VIRUS DEL SOVRANISMO
di Vincenzo Scalia 19 marzo 2021
Il Regno Unito si trova in questi mesi ad affrontare i problemi legati alla gestione della pandemia, oltre a dovere fare i conti con i primi effetti relativi alla Brexit. Se sotto il primo aspetto sembrano delinearsi note confortanti, sotto il secondo si profila una situazione che, già difficile di suo, rischia di aggravarsi nel medio e nel lungo termine. A un primo sguardo, se tentiamo di collegare i due aspetti, Londra sembrerebbe addirittura avere tratto vantaggio dall’uscita dall’Unione Europea.

IL FRONTE CULTURALE
UNA PISTOLA E UNA GUERRA
di Erika Nannini 02 marzo 2021
Una pistola in vendita (1935, ora riproposto da Sellerio nella traduzione di Adriana Bottini) è tra i primi romanzi di Graham Greene e, in generale, tra i primi lavori pubblicati dallo scrittore. È un testo che precede le esperienze per cui Greene è noto, come il ruolo ricoperto nei servizi segreti o i lunghi viaggi che lo porteranno a girare il mondo, per quanto prefiguri in nuce questi aspetti e sembri presupporre alcuni ferri del mestiere. L'abilità di scomparire tra la folla o cosa si provi nel sentirsi espunto dal tessuto sociale sono capacità e sentimenti che Greene ha affinato da ragazzo, quando è stato oggetto di bullismo alla Berkhamsted School di cui suo padre era preside, non ha avuto perciò bisogno di fare esperienza nello spionaggio per poterli riversare in Raven, il protagonista antieroe del romanzo.
UNA PISTOLA E UNA GUERRA
di Erika Nannini 02 marzo 2021
Una pistola in vendita (1935, ora riproposto da Sellerio nella traduzione di Adriana Bottini) è tra i primi romanzi di Graham Greene e, in generale, tra i primi lavori pubblicati dallo scrittore. È un testo che precede le esperienze per cui Greene è noto, come il ruolo ricoperto nei servizi segreti o i lunghi viaggi che lo porteranno a girare il mondo, per quanto prefiguri in nuce questi aspetti e sembri presupporre alcuni ferri del mestiere. L'abilità di scomparire tra la folla o cosa si provi nel sentirsi espunto dal tessuto sociale sono capacità e sentimenti che Greene ha affinato da ragazzo, quando è stato oggetto di bullismo alla Berkhamsted School di cui suo padre era preside, non ha avuto perciò bisogno di fare esperienza nello spionaggio per poterli riversare in Raven, il protagonista antieroe del romanzo.

IL FRONTE CULTURALE
PER UNA NUOVA LETTERATURA
Note sparse su un problema storico
di Alessandro Romanello 18 febbraio 2021
Nell’introduzione a un suo notevole volume del 2018, La letteratura circostante, amplissima ricognizione della letteratura italiana contemporanea dagli anni ’70 del secolo scorso a oggi, Gianluigi Simonetti scrive: “Non è la letteratura in senso forte ad essere in pericolo; in pericolo è invece la sua presenza sociale, e il senso politico della sua esistenza. Il mondo va in un’altra direzione”.
PER UNA NUOVA LETTERATURA
Note sparse su un problema storico
di Alessandro Romanello 18 febbraio 2021
Nell’introduzione a un suo notevole volume del 2018, La letteratura circostante, amplissima ricognizione della letteratura italiana contemporanea dagli anni ’70 del secolo scorso a oggi, Gianluigi Simonetti scrive: “Non è la letteratura in senso forte ad essere in pericolo; in pericolo è invece la sua presenza sociale, e il senso politico della sua esistenza. Il mondo va in un’altra direzione”.

IN TEORIA
CAPITALE SENZA RIVOLUZIONE?
di Riccardo Bellofiore 27 gennaio 2021
Pubblichiamo la relazione di Riccardo Bellofiore alla conferenza sul centenario della rivoluzione d’ottobre tenuta a Roma il 18-22 gennaio 2017 e organizzata dall’associazione e rete C17. L’intervento è stato trascritto e pubblicato in Comunismo necessario – Manifesto a più voci per il XXI secolo, a cura di C17 (Mimesis, 2019). Qui di seguito troverete le domande poste da C17 e subito dopo la relazione di Riccardo Bellofiore.
CAPITALE SENZA RIVOLUZIONE?
di Riccardo Bellofiore 27 gennaio 2021
Pubblichiamo la relazione di Riccardo Bellofiore alla conferenza sul centenario della rivoluzione d’ottobre tenuta a Roma il 18-22 gennaio 2017 e organizzata dall’associazione e rete C17. L’intervento è stato trascritto e pubblicato in Comunismo necessario – Manifesto a più voci per il XXI secolo, a cura di C17 (Mimesis, 2019). Qui di seguito troverete le domande poste da C17 e subito dopo la relazione di Riccardo Bellofiore.

SEMBRA UN SECOLO
I "DEVOTI" E GLI "SFOLLATI":
UNA STORIA DELLE BRIGATE INTERNAZIONALI
di Charlie Nurse 06 febbraio 2021
Durante la guerra civile spagnola (1936-1939) circa 35.000 volontari si unirono alle Brigate internazionali per difendere la Repubblica spagnola dal generale Franco e dai suoi alleati fascisti e nazisti. A parte le memorie di ex militanti delle Brigate, ci sono state molte storie incentrate su volontari di particolari paesi - e, in effetti, su quelli di singole città. Ciò che distingue questo volume di Giles Tremlett, l'ex corrispondente da Madrid del Guardian, dalla maggior parte dei resoconti precedenti è l’attenzione che pone verso il contesto internazionale.
I "DEVOTI" E GLI "SFOLLATI":
UNA STORIA DELLE BRIGATE INTERNAZIONALI
di Charlie Nurse 06 febbraio 2021
Durante la guerra civile spagnola (1936-1939) circa 35.000 volontari si unirono alle Brigate internazionali per difendere la Repubblica spagnola dal generale Franco e dai suoi alleati fascisti e nazisti. A parte le memorie di ex militanti delle Brigate, ci sono state molte storie incentrate su volontari di particolari paesi - e, in effetti, su quelli di singole città. Ciò che distingue questo volume di Giles Tremlett, l'ex corrispondente da Madrid del Guardian, dalla maggior parte dei resoconti precedenti è l’attenzione che pone verso il contesto internazionale.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
LE TESSERE IDEOLOGICHE DEL DOMIN(I)O
di Vincenzo Scalia 13 gennaio 2021
Il dibattito sull’egemonia neoliberista si è sviluppato, in molti casi, attorno alla formula di pensiero unico, per riferirsi sia alla mancanza di alternative intellettuali e progettuali al capitalismo, sia alle conseguenze quasi dittatoriali di un dominio incontrastato. D’altra parte, i paesi che ancora si proclamano comunisti, a partire dalla stessa Cina, sono pienamente integrati all’interno dell’economia capitalista globale, e non ipotizzano minimamente lo studio o la proposta di modelli sociali o economici alternativi. Ma come e perché ha vinto il neoliberismo? Cosa sarebbe il pensiero unico?
LE TESSERE IDEOLOGICHE DEL DOMIN(I)O
di Vincenzo Scalia 13 gennaio 2021
Il dibattito sull’egemonia neoliberista si è sviluppato, in molti casi, attorno alla formula di pensiero unico, per riferirsi sia alla mancanza di alternative intellettuali e progettuali al capitalismo, sia alle conseguenze quasi dittatoriali di un dominio incontrastato. D’altra parte, i paesi che ancora si proclamano comunisti, a partire dalla stessa Cina, sono pienamente integrati all’interno dell’economia capitalista globale, e non ipotizzano minimamente lo studio o la proposta di modelli sociali o economici alternativi. Ma come e perché ha vinto il neoliberismo? Cosa sarebbe il pensiero unico?

IL ROSSO E IL VERDE
MANGIARE CARNE: A QUALE PREZZO?
di Elisa Sangiorgi 29 dicembre 2020
Non si tratta solo del tema etico della sofferenza animale, che dovremmo comunque porci, almeno in termini sociologici – far vedere cosa c’è davvero al di là della fettina nel cellophane che acquistiamo al supermercato sarebbe intollerabile agli occhi dei consumatori e quindi releghiamo la produzione della carne in luoghi separati ed invisibili - né tantomeno dell’impatto devastante sull’ambiente, che lo sfruttamento intensivo degli animali al fine di produrre carni e derivati comporta, per la grande impronta idrica, il consumo di suolo al fine di produrre mangimi per animali allevati e l’emissione di sostanze dannose nell’ambiente.
MANGIARE CARNE: A QUALE PREZZO?
di Elisa Sangiorgi 29 dicembre 2020
Non si tratta solo del tema etico della sofferenza animale, che dovremmo comunque porci, almeno in termini sociologici – far vedere cosa c’è davvero al di là della fettina nel cellophane che acquistiamo al supermercato sarebbe intollerabile agli occhi dei consumatori e quindi releghiamo la produzione della carne in luoghi separati ed invisibili - né tantomeno dell’impatto devastante sull’ambiente, che lo sfruttamento intensivo degli animali al fine di produrre carni e derivati comporta, per la grande impronta idrica, il consumo di suolo al fine di produrre mangimi per animali allevati e l’emissione di sostanze dannose nell’ambiente.

IN TEORIA
LUCIO COLLETTI: UN MARXISTA
CONTROCORRENTE
di Marco Palazzotto 25 dicembre 2020
Nel 2021, che sta per arrivare, commemoreremo il filosofo italiano Lucio Colletti a 20 anni dalla sua scomparsa. Molti lo ricorderanno, probabilmente, per la sua esperienza politica in parlamento con Forza Italia. Ma Lucio Colletti è stato soprattutto uno dei più importanti teorici marxisti del ‘900. Allievo di Galvano Della Volpe, è stato per anni attivo nel PCI, poi allontanandosi dallo stesso partito.
LUCIO COLLETTI: UN MARXISTA
CONTROCORRENTE
di Marco Palazzotto 25 dicembre 2020
Nel 2021, che sta per arrivare, commemoreremo il filosofo italiano Lucio Colletti a 20 anni dalla sua scomparsa. Molti lo ricorderanno, probabilmente, per la sua esperienza politica in parlamento con Forza Italia. Ma Lucio Colletti è stato soprattutto uno dei più importanti teorici marxisti del ‘900. Allievo di Galvano Della Volpe, è stato per anni attivo nel PCI, poi allontanandosi dallo stesso partito.

SEMBRA UN SECOLO
GIUSEPPE, ANITA E I COLORADOS
di Charlie Nurse 04 dicembre 2020
Nel 1835 Giuseppe Garibaldi lasciò l'Europa per il Sud America, scampando a una condanna a morte in Piemonte per il suo coinvolgimento in un complotto fallito, guidato da Mazzini. Tornò in Italia nel 1848, accolto come un eroe, accompagnato da 66 membri della sua legione italiana. I tredici anni trascorsi da Garibaldi in Brasile e Uruguay sono stati, comprensibilmente, oscurati dalla sua successiva vicenda italiana, ma sono al centro di questo nuovo libro del giornalista britannico Richard Bourne.
GIUSEPPE, ANITA E I COLORADOS
di Charlie Nurse 04 dicembre 2020
Nel 1835 Giuseppe Garibaldi lasciò l'Europa per il Sud America, scampando a una condanna a morte in Piemonte per il suo coinvolgimento in un complotto fallito, guidato da Mazzini. Tornò in Italia nel 1848, accolto come un eroe, accompagnato da 66 membri della sua legione italiana. I tredici anni trascorsi da Garibaldi in Brasile e Uruguay sono stati, comprensibilmente, oscurati dalla sua successiva vicenda italiana, ma sono al centro di questo nuovo libro del giornalista britannico Richard Bourne.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
SINDACATI MODERNI?
di Marco Palazzotto 02 dicembre 2020
Nell’affrontare la crisi economica e finanziaria provocata dal blocco pandemico, finora ha prevalso la logica del garantire liquidità al sistema, un intervento pubblico che non ha come scopo quello di una presenza diretta nell’economia attraverso l’uso della spesa pubblica. Occorrerebbe un cambio di paradigma. La ripresa a “V” che tutti sperano, o a “U” come qualcun altro paventa, o peggio a “L”, lascerebbe immutato il sistema attuale. Probabilmente cambieranno alcune forme di lavoro, alcuni settori andranno ridimensionandosi, mentre altri ne rinasceranno (ad esempio il settore sanitario, della cura, della logistica, dei servizi educativi, ecc.). Tutti settori che comunque necessitano di un’alta intensità di lavoro: altro che tendenza alla fine del lavoro grazie alle rivoluzioni tecnologiche.
SINDACATI MODERNI?
di Marco Palazzotto 02 dicembre 2020
Nell’affrontare la crisi economica e finanziaria provocata dal blocco pandemico, finora ha prevalso la logica del garantire liquidità al sistema, un intervento pubblico che non ha come scopo quello di una presenza diretta nell’economia attraverso l’uso della spesa pubblica. Occorrerebbe un cambio di paradigma. La ripresa a “V” che tutti sperano, o a “U” come qualcun altro paventa, o peggio a “L”, lascerebbe immutato il sistema attuale. Probabilmente cambieranno alcune forme di lavoro, alcuni settori andranno ridimensionandosi, mentre altri ne rinasceranno (ad esempio il settore sanitario, della cura, della logistica, dei servizi educativi, ecc.). Tutti settori che comunque necessitano di un’alta intensità di lavoro: altro che tendenza alla fine del lavoro grazie alle rivoluzioni tecnologiche.

LONTANI E VICINI
DOPO LE LACRIME
Maradona e le femmine
di Roberto Salerno
30 novembre 2020
Prendiamo il toro per le corna: Diego Armando Maradona è stato uno che ha fatto festini con povere ragazze acquistate per il suo sollazzo, è quasi sicuramente capitato che abbia dato due sberle alla compagna del periodo, non è impossibile che abbia approfittato di minorenni, non usava il preservativo. Il fatto che sia morto il 25 novembre, che non è solo il giorno in cui è morto Fidel, ha fatto sì che mentre il mondo intero versasse fiumi di lacrime, molte donne non hanno potuto fare a meno di notare che il dio di cui il mondo parlava e piangeva, per loro, a voler usare il classico eufemismo, era un problema. Un problema abbastanza serio.
DOPO LE LACRIME
Maradona e le femmine
di Roberto Salerno
30 novembre 2020
Prendiamo il toro per le corna: Diego Armando Maradona è stato uno che ha fatto festini con povere ragazze acquistate per il suo sollazzo, è quasi sicuramente capitato che abbia dato due sberle alla compagna del periodo, non è impossibile che abbia approfittato di minorenni, non usava il preservativo. Il fatto che sia morto il 25 novembre, che non è solo il giorno in cui è morto Fidel, ha fatto sì che mentre il mondo intero versasse fiumi di lacrime, molte donne non hanno potuto fare a meno di notare che il dio di cui il mondo parlava e piangeva, per loro, a voler usare il classico eufemismo, era un problema. Un problema abbastanza serio.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
DOVE VA L'EUROPA?
Intervista a Francesco Saraceno
13 novembre 2020
Una delle tesi fondamentali del testo è che, riprendendo la teoria delle Aree Valutarie Ottimali dell’Economista Premio Nobel Robert Mundell[1], la zona Euro non possiede strumenti di politica economica a livello continentale tali da gestire shock asimmetrici. La zona rimane ingabbiata in uno schema di doppia velocità. Il problema ideologico di fondo è che gli aggiustamenti di questi shock asimmetrici debbano essere lasciati gestire direttamente dai mercati, trascurando invece la vulgata keynesiana che vorrebbe interventi più diretti di politica economica nel garantire stabilità e crescita. Tu proponi un cambiamento nel quadro di riferimento intellettuale.
DOVE VA L'EUROPA?
Intervista a Francesco Saraceno
13 novembre 2020
Una delle tesi fondamentali del testo è che, riprendendo la teoria delle Aree Valutarie Ottimali dell’Economista Premio Nobel Robert Mundell[1], la zona Euro non possiede strumenti di politica economica a livello continentale tali da gestire shock asimmetrici. La zona rimane ingabbiata in uno schema di doppia velocità. Il problema ideologico di fondo è che gli aggiustamenti di questi shock asimmetrici debbano essere lasciati gestire direttamente dai mercati, trascurando invece la vulgata keynesiana che vorrebbe interventi più diretti di politica economica nel garantire stabilità e crescita. Tu proponi un cambiamento nel quadro di riferimento intellettuale.

LONTANI E VICINI
LUNGA VITA ALLA SIGNORA (DI FERRO)
di Vincenzo Scalia
04 novembre 2020
Al pari degli altri paesi europei, anche nel Regno Unito la seconda ondata avanza prepotentemente. Dai circa 1.700 contagi del 3 settembre, si è passato ai 24.000 del 28 ottobre. In realtà pare che siano il doppio. Sia l’Imperial College di Londra, sia gli esperti del SAGE (Scientific Advisor Group for Emergencies), sostengono che il sistema governativo di tracciamento dei casi di COVID è inadeguato. Anche lo stesso governo ha dovuto ammetterlo, in seguito all’impennata di casi registratasi a partire dal 3 e 4 ottobre, quando sono stati immessi i dati relativi a 35.000 casi del mese precedente.
LUNGA VITA ALLA SIGNORA (DI FERRO)
di Vincenzo Scalia
04 novembre 2020
Al pari degli altri paesi europei, anche nel Regno Unito la seconda ondata avanza prepotentemente. Dai circa 1.700 contagi del 3 settembre, si è passato ai 24.000 del 28 ottobre. In realtà pare che siano il doppio. Sia l’Imperial College di Londra, sia gli esperti del SAGE (Scientific Advisor Group for Emergencies), sostengono che il sistema governativo di tracciamento dei casi di COVID è inadeguato. Anche lo stesso governo ha dovuto ammetterlo, in seguito all’impennata di casi registratasi a partire dal 3 e 4 ottobre, quando sono stati immessi i dati relativi a 35.000 casi del mese precedente.

LONTANI E VICINI
DOBBIAMO POTER DISCUTERE DI TUTTO
Per Marcel Trillat, in memoriam (04/04/1940-18/09/2020)
di Rossella Saetta Cottone
30 ottobre 2020
[Il punto di partenza di questo articolo è stato un’intervista a Philippe Laïk e a Colette Djidou, amici di Marcel Trillat per più di 50 anni, realizzata il 3 e l’11 Ottobre 2020. Le altre fonti di riferimento sono : il film documentario in due parti L’Atlantide. Une histoire du communisme realizzato da Maurice Failevic e Marcel Trillat (Rouge Production, 2011), il documentario Marcel Trillat, portrait realizzato da Tangui Perron e Philippe Troyon (2008), la serie di documentari su Marcel Trillat realizzata da Jeanne Menjoulet, che comprende: Entretiens 2016-2018.
DOBBIAMO POTER DISCUTERE DI TUTTO
Per Marcel Trillat, in memoriam (04/04/1940-18/09/2020)
di Rossella Saetta Cottone
30 ottobre 2020
[Il punto di partenza di questo articolo è stato un’intervista a Philippe Laïk e a Colette Djidou, amici di Marcel Trillat per più di 50 anni, realizzata il 3 e l’11 Ottobre 2020. Le altre fonti di riferimento sono : il film documentario in due parti L’Atlantide. Une histoire du communisme realizzato da Maurice Failevic e Marcel Trillat (Rouge Production, 2011), il documentario Marcel Trillat, portrait realizzato da Tangui Perron e Philippe Troyon (2008), la serie di documentari su Marcel Trillat realizzata da Jeanne Menjoulet, che comprende: Entretiens 2016-2018.

IN TEORIA
IL SACCO DI PALERMO
Ovvero la produzione dello spazio mafioso
di Vincenzo Scalia 10 ottobre 2020
Il testo è la traduzione italiana dell’Introduzione ad uno studio pubblicato da Vincenzo sulla rivista scientifica Trends in organized crime]
Studiosi, magistrati, politici, attivisti, usano la definizione di “Sacco di Palermo” per riferirsi allo sviluppo urbano sproporzionato che Palermo ha vissuto dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1951 e il 1991 sono stati costruiti 170.000 nuovi appartamenti (Cancila, 1985), mentre la città vecchia è rimasta in rovina, poiché il numero di residenti nella parte vecchia di Palermo è sceso da 125.000 a 30.000.
IL SACCO DI PALERMO
Ovvero la produzione dello spazio mafioso
di Vincenzo Scalia 10 ottobre 2020
Il testo è la traduzione italiana dell’Introduzione ad uno studio pubblicato da Vincenzo sulla rivista scientifica Trends in organized crime]
Studiosi, magistrati, politici, attivisti, usano la definizione di “Sacco di Palermo” per riferirsi allo sviluppo urbano sproporzionato che Palermo ha vissuto dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1951 e il 1991 sono stati costruiti 170.000 nuovi appartamenti (Cancila, 1985), mentre la città vecchia è rimasta in rovina, poiché il numero di residenti nella parte vecchia di Palermo è sceso da 125.000 a 30.000.

IN TEORIA
LE TECNOLOGIE DELL'INDUSTRIA 4.0
E L'ASSORBIMENTO DEL
LAVORO IMPRODUTTIVO
di Barbara Ambrogio 18 settembre 2020
Industria 4.0, Smart factory, Advanced manufacturing, Internet industriale, sono tutti sinonimi per descrivere il modello produttivo che poggia sull’integrazione di strumenti digitali e di intelligenza artificiale nei sistemi di automazione dei processi produttivi di merci e servizi. Può essere definita come parte del processo di approfondimento dell’automazione industriale attraverso le tecnologie digitali.
LE TECNOLOGIE DELL'INDUSTRIA 4.0
E L'ASSORBIMENTO DEL
LAVORO IMPRODUTTIVO
di Barbara Ambrogio 18 settembre 2020
Industria 4.0, Smart factory, Advanced manufacturing, Internet industriale, sono tutti sinonimi per descrivere il modello produttivo che poggia sull’integrazione di strumenti digitali e di intelligenza artificiale nei sistemi di automazione dei processi produttivi di merci e servizi. Può essere definita come parte del processo di approfondimento dell’automazione industriale attraverso le tecnologie digitali.

SEMBRA UN SECOLO
QUESTA STORIA NON PUÒ FINIRE
Note a margine de La storia speciale. Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani di Giusto Traina (Laterza, 2020)
di Alessio De Siena
11 settembre 2020
E perché mai le cose dovrebbero essere facili da capire? [risposta di Pynchon a Jules Siegel in merito alla complessità di V, in ‘Who Is Thomas Pynchon... And Why Did He Take Off With My Wife?’, Playboy, Marzo 1977]
Cominciamo dai maestri: “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio.” In un mondo intellettualmente banale come quello del calcio professionistico, José Mourinho si distingue anche per stilettate come questa (la frase gli viene attribuita da Federico Buffa, ma non pretendete da chi scrive luogo e occasione in cui venne pronunciata, ché siamo pur sempre in estate e in ferie; quel che è certo, però, che lo Specialone l’ha presa in prestito dal suo “maestro” Manuel Sérgio). Però mettiamo subito le carte in tavola: qui di maestro (vardapet in armeno) ne abbiamo un altro, ed è proprio Giusto Traina, mentre l’allievo (ashakert) è chi scrive (che - per inciso e al netto dello stipendio - nella sua carriera sembra cavarsela meglio del quasi coetaneo Villas Boas).
QUESTA STORIA NON PUÒ FINIRE
Note a margine de La storia speciale. Perché non possiamo fare a meno degli antichi romani di Giusto Traina (Laterza, 2020)
di Alessio De Siena
11 settembre 2020
E perché mai le cose dovrebbero essere facili da capire? [risposta di Pynchon a Jules Siegel in merito alla complessità di V, in ‘Who Is Thomas Pynchon... And Why Did He Take Off With My Wife?’, Playboy, Marzo 1977]
Cominciamo dai maestri: “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio.” In un mondo intellettualmente banale come quello del calcio professionistico, José Mourinho si distingue anche per stilettate come questa (la frase gli viene attribuita da Federico Buffa, ma non pretendete da chi scrive luogo e occasione in cui venne pronunciata, ché siamo pur sempre in estate e in ferie; quel che è certo, però, che lo Specialone l’ha presa in prestito dal suo “maestro” Manuel Sérgio). Però mettiamo subito le carte in tavola: qui di maestro (vardapet in armeno) ne abbiamo un altro, ed è proprio Giusto Traina, mentre l’allievo (ashakert) è chi scrive (che - per inciso e al netto dello stipendio - nella sua carriera sembra cavarsela meglio del quasi coetaneo Villas Boas).

IN TEORIA
SUBPRIME E COVID 19
Le due grandi crisi dell'economia del debito
(seconda parte)
di Giordano Sivini 28 luglio 2020
(qui trovate la prima parte)
Il grande lockdown
La diffusione del covid 19 è partita dalla città di Wuhan, nella provincia cinese dello Hubei, area di grande sviluppo industriale (metallurgia, automobile, chimica, tessile, navale ed elettronica), le cui attività si sono bloccate nel mese di gennaio. Nella provincia hanno la sede centrale 17 mila società. A febbraio il blocco si è esteso a 24 provincie della Cina in cui si produce più del 20 per cento del PIL nazionale e il 90 per cento delle esportazioni. C’è una fitta rete di piccole imprese, per il 70 per cento con meno di 10 dipendenti e un altro 20 per cento tra 10 e 100. Alcune producono per il mercato interno, ma in gran parte sono fornitori diretti o di primo livello di 50 mila società operanti nel mondo - soprattutto Stati Uniti, Giappone, Germania e Svizzera - e fornitori di livello più basso di circa altri cinque milioni[1].
SUBPRIME E COVID 19
Le due grandi crisi dell'economia del debito
(seconda parte)
di Giordano Sivini 28 luglio 2020
(qui trovate la prima parte)
Il grande lockdown
La diffusione del covid 19 è partita dalla città di Wuhan, nella provincia cinese dello Hubei, area di grande sviluppo industriale (metallurgia, automobile, chimica, tessile, navale ed elettronica), le cui attività si sono bloccate nel mese di gennaio. Nella provincia hanno la sede centrale 17 mila società. A febbraio il blocco si è esteso a 24 provincie della Cina in cui si produce più del 20 per cento del PIL nazionale e il 90 per cento delle esportazioni. C’è una fitta rete di piccole imprese, per il 70 per cento con meno di 10 dipendenti e un altro 20 per cento tra 10 e 100. Alcune producono per il mercato interno, ma in gran parte sono fornitori diretti o di primo livello di 50 mila società operanti nel mondo - soprattutto Stati Uniti, Giappone, Germania e Svizzera - e fornitori di livello più basso di circa altri cinque milioni[1].

IN TEORIA
SUBPRIME E COVID 19
Le due grandi crisi dell'economia del debito
(prima parte)
di Giordano Sivini 28 luglio 2020
L’asimmetria delle crisi e la centralità dei rendimenti
Nella grande recessione iniziata nel 2007 e in quella attuale del grande lockdown, il mondo si confronta con crisi di portata globale, paradossalmente originate da eventi localizzati. La grande recessione è stata originata dalla insolvibilità dei mutuatari subprime, che aveva bloccato il flusso di rendimenti dei titoli basati sulla cartolarizzazione dei mutui. Questi titoli costituivano appena il tre per cento del totale delle attività delle banche di Wall Street[1], una nicchia particolarmente speculativa entro una enorme massa costruita sui debiti delle famiglie. Il grande lockdown è stato invece innescato dal blocco delle attività produttive del mercato di Wuhan, un’area della Cina dove sono localizzati i fornitori di 51 mila imprese attive nel mondo.
SUBPRIME E COVID 19
Le due grandi crisi dell'economia del debito
(prima parte)
di Giordano Sivini 28 luglio 2020
L’asimmetria delle crisi e la centralità dei rendimenti
Nella grande recessione iniziata nel 2007 e in quella attuale del grande lockdown, il mondo si confronta con crisi di portata globale, paradossalmente originate da eventi localizzati. La grande recessione è stata originata dalla insolvibilità dei mutuatari subprime, che aveva bloccato il flusso di rendimenti dei titoli basati sulla cartolarizzazione dei mutui. Questi titoli costituivano appena il tre per cento del totale delle attività delle banche di Wall Street[1], una nicchia particolarmente speculativa entro una enorme massa costruita sui debiti delle famiglie. Il grande lockdown è stato invece innescato dal blocco delle attività produttive del mercato di Wuhan, un’area della Cina dove sono localizzati i fornitori di 51 mila imprese attive nel mondo.

IN TEORIA
NON SOLO SETTARIO
Bordiga lettore innovativo di Marx
di David Broder 31 luglio 2020
[Una recensione di The Science and the Passion of Communism: Selected Writings of Amadeo Bordiga (1912-1965), curato da Pietro Basso]
Il 27 marzo del 1944, Palmiro Togliatti sbarcò a Napoli dopo diciotto anni trascorsi in esilio. Secondo un suo compagno, Maurizio Valenzi, al momento di incontrare i comunisti partenopei una delle prime domande del segretario del PCI fu: “Ma che cosa fa Bordiga?” Il fondatore del Partito Comunista era stato espulso dal partito clandestino nel 1930, in un momento in cui la sua organizzazione sul territorio italiano era stato pressoché schiacciata dal fascismo; tornando dall’URSS nel 1944 per costruire il suo “partito nuovo,” Togliatti voleva perciò combattere ciò che chiamava i residui di “bordighismo” nella base comunista.
NON SOLO SETTARIO
Bordiga lettore innovativo di Marx
di David Broder 31 luglio 2020
[Una recensione di The Science and the Passion of Communism: Selected Writings of Amadeo Bordiga (1912-1965), curato da Pietro Basso]
Il 27 marzo del 1944, Palmiro Togliatti sbarcò a Napoli dopo diciotto anni trascorsi in esilio. Secondo un suo compagno, Maurizio Valenzi, al momento di incontrare i comunisti partenopei una delle prime domande del segretario del PCI fu: “Ma che cosa fa Bordiga?” Il fondatore del Partito Comunista era stato espulso dal partito clandestino nel 1930, in un momento in cui la sua organizzazione sul territorio italiano era stato pressoché schiacciata dal fascismo; tornando dall’URSS nel 1944 per costruire il suo “partito nuovo,” Togliatti voleva perciò combattere ciò che chiamava i residui di “bordighismo” nella base comunista.

SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA
SPIE, BUROCRATI ED ESISTENZIALISTI
di Marcello Benfante 14 luglio 2020
[Una graditissima ‘coda’ alla serie di Benfante su vita, morte e trasfigurazione dei generi letterari che abbiamo pubblicato tra il 2016 e il 2018. Le puntate precedenti sono: Pericolo Giallo - 29/11/2016; Solo per i tuoi occhi - 10/1/2017; Mary per sempre 7/2/2017; La lezione è finita 14/3/2017; Ma un giorno, cara stella 4/4/2017; Non capisco perché tutti quanti continuano – insistentemente – a chiamarlo ‘Graphic Novel’ - 4/7/2017; Il cappello noir 7/11/2017; Viene avanti il cretino - 6/2/2018; Un sacco di astronavi in questa libreria - 10/7/2018; Non ho l’età - 12/9/2018 e Dopo l’Uomo Ombra -12/10/ 2018 ]
SPIE, BUROCRATI ED ESISTENZIALISTI
di Marcello Benfante 14 luglio 2020
[Una graditissima ‘coda’ alla serie di Benfante su vita, morte e trasfigurazione dei generi letterari che abbiamo pubblicato tra il 2016 e il 2018. Le puntate precedenti sono: Pericolo Giallo - 29/11/2016; Solo per i tuoi occhi - 10/1/2017; Mary per sempre 7/2/2017; La lezione è finita 14/3/2017; Ma un giorno, cara stella 4/4/2017; Non capisco perché tutti quanti continuano – insistentemente – a chiamarlo ‘Graphic Novel’ - 4/7/2017; Il cappello noir 7/11/2017; Viene avanti il cretino - 6/2/2018; Un sacco di astronavi in questa libreria - 10/7/2018; Non ho l’età - 12/9/2018 e Dopo l’Uomo Ombra -12/10/ 2018 ]

CHE COS'È QUESTA CRISI?
NISIDA È UN'ISOLA, MA NON SOLO
Il lockdown nel carcere minorile
di Roberta Rao 14 luglio 2020
Per i napoletani Nisida non è soltanto un isola ma è soprattutto il luogo che ospita il carcere minorile. Nella città di Napoli il carcere minorile di Nisida e il carcere di Poggioreale, situato in pieno centro cittadino, sono le principali strutture penali che simbolicamente rappresentano la parte violenta della città. Il carcere, sia per i minorenni che per gli adulti, riflette in maniera univoca il "respiro" della città. Esso rappresenta una voce "corale" della città, delle sue criticità e disagi sociali. Napoli è una città duale, come osservava il sociologo Amato Lamberti[1]: una città che vive apparentemente di "normalità" e una abbandonata a se stessa, vittima di un degrado crescente socio-culturale. Una città che continua ad avere il primato della violenza, osserva Isaia Sales[2], con la guerra feroce tra i clan rivali[3]. Una città che è sempre in pieno fermento criminale, in cui si registra una vera e propria sovrapopolazione criminale, nella quale - afferma Sales - ci sono più criminali che occasioni di commettere reati.
NISIDA È UN'ISOLA, MA NON SOLO
Il lockdown nel carcere minorile
di Roberta Rao 14 luglio 2020
Per i napoletani Nisida non è soltanto un isola ma è soprattutto il luogo che ospita il carcere minorile. Nella città di Napoli il carcere minorile di Nisida e il carcere di Poggioreale, situato in pieno centro cittadino, sono le principali strutture penali che simbolicamente rappresentano la parte violenta della città. Il carcere, sia per i minorenni che per gli adulti, riflette in maniera univoca il "respiro" della città. Esso rappresenta una voce "corale" della città, delle sue criticità e disagi sociali. Napoli è una città duale, come osservava il sociologo Amato Lamberti[1]: una città che vive apparentemente di "normalità" e una abbandonata a se stessa, vittima di un degrado crescente socio-culturale. Una città che continua ad avere il primato della violenza, osserva Isaia Sales[2], con la guerra feroce tra i clan rivali[3]. Una città che è sempre in pieno fermento criminale, in cui si registra una vera e propria sovrapopolazione criminale, nella quale - afferma Sales - ci sono più criminali che occasioni di commettere reati.

COMINCIO DA 3
VINCENZO SCALIA: MAFIE DI IERI E DI OGGI
di Vincenzo Scalia 30 giugno 2020
[ Prosegue la nuova rubrica, in cui l’ ’ospite’ di turno ci indica 3 – e non più di 3 ! – libri leggendo i quali ci si può fare un’idea dell’argomento di cui l’ospite stesso è un grande competente. Dopo Giorgio Gattei e il Valore, ecco Vincenzo Scalia ]
Sulla natura e le origini delle mafie si è disquisito per molto tempo. La definizione di un fenomeno sociale all’interno del campo intellettuale non è mai immune da conflitti politici o interessi particolari, così come è filtrata dalle rappresentazioni che orientano gli attori impegnati ad elaborare una definizione. Nel caso delle mafie italiane, ad esempio, questi tre elementi si sono manifestati compiutamente. Il ruolo attivo di mediazione politica ed economica svolto dalle mafie italiane a livello nazionale, che ci accingiamo ad analizzare, ha fatto sì che venissero ritardati non tanto l’azione repressiva e la conoscenza, ma, addirittura, l’esistenza delle organizzazioni stesse. Si pensi a Pitrè, a Vittorio Emanuele Orlando, all’insabbiamento dell’azione del questore Sangiorgi, che già nel 1899 aveva appurato e descritto approfonditamente l’esistenza di Cosa Nostra.
VINCENZO SCALIA: MAFIE DI IERI E DI OGGI
di Vincenzo Scalia 30 giugno 2020
[ Prosegue la nuova rubrica, in cui l’ ’ospite’ di turno ci indica 3 – e non più di 3 ! – libri leggendo i quali ci si può fare un’idea dell’argomento di cui l’ospite stesso è un grande competente. Dopo Giorgio Gattei e il Valore, ecco Vincenzo Scalia ]
Sulla natura e le origini delle mafie si è disquisito per molto tempo. La definizione di un fenomeno sociale all’interno del campo intellettuale non è mai immune da conflitti politici o interessi particolari, così come è filtrata dalle rappresentazioni che orientano gli attori impegnati ad elaborare una definizione. Nel caso delle mafie italiane, ad esempio, questi tre elementi si sono manifestati compiutamente. Il ruolo attivo di mediazione politica ed economica svolto dalle mafie italiane a livello nazionale, che ci accingiamo ad analizzare, ha fatto sì che venissero ritardati non tanto l’azione repressiva e la conoscenza, ma, addirittura, l’esistenza delle organizzazioni stesse. Si pensi a Pitrè, a Vittorio Emanuele Orlando, all’insabbiamento dell’azione del questore Sangiorgi, che già nel 1899 aveva appurato e descritto approfonditamente l’esistenza di Cosa Nostra.

SEMBRA UN SECOLO
ACCOGLIENZA DI IERI
I bambini baschi in Gran Bretagna durante la Guerra Civile
di Charlie Nurse* 20 giugno 2020
La guerra civile spagnola (1936-1939) sconvolse la vita di milioni di persone, tra cui un’intera generazione di bambini, molti dei quali furono costretti all'esilio, sia temporaneo che permanente. Quasi 4.000 di questi bambini salparono da Santurce, un porto 14 km a nord della città basca di Bilbao, venerdì 21 maggio 1937, e giunsero nel porto britannico di Southampton la mattina del 23 maggio. La loro nave, la Habana, un piroscafo noleggiato dal governo basco, costruita per trasportare 800 passeggeri, trasportava 3.826 bambini rifugiati, che erano accompagnati da 120 señoritas (aiutanti donne), 80 insegnanti, 16 sacerdoti e 2 medici.
ACCOGLIENZA DI IERI
I bambini baschi in Gran Bretagna durante la Guerra Civile
di Charlie Nurse* 20 giugno 2020
La guerra civile spagnola (1936-1939) sconvolse la vita di milioni di persone, tra cui un’intera generazione di bambini, molti dei quali furono costretti all'esilio, sia temporaneo che permanente. Quasi 4.000 di questi bambini salparono da Santurce, un porto 14 km a nord della città basca di Bilbao, venerdì 21 maggio 1937, e giunsero nel porto britannico di Southampton la mattina del 23 maggio. La loro nave, la Habana, un piroscafo noleggiato dal governo basco, costruita per trasportare 800 passeggeri, trasportava 3.826 bambini rifugiati, che erano accompagnati da 120 señoritas (aiutanti donne), 80 insegnanti, 16 sacerdoti e 2 medici.

IN TEORIA
QUELLO CHE I MARXISTI NON DICONO (MA LE DONNE SÌ)
di Marica Migliore 29 maggio 2020
Durante questa fase di emergenza sanitaria e conseguente crisi economica si è fatta più visibile che mai l’importanza del lavoro di cura. Il quale però è sempre più – e non meno - a carico del genere femminile: sia quando è inserito in un processo economico di valorizzazione, sia quando rimane lavoro di cura gratuito “nascosto” tra le mura domestiche.
Dalle statistiche ufficiali risulta una disparità di salario tra uomini e donne. Nel periodo della quarantena forzata le donne sono state ancor più penalizzate in quanto ‘più precarie’ (e siamo state noi a perdere il lavoro nella maggior parte dei casi) e con salari più bassi dei partner maschi.
QUELLO CHE I MARXISTI NON DICONO (MA LE DONNE SÌ)
di Marica Migliore 29 maggio 2020
Durante questa fase di emergenza sanitaria e conseguente crisi economica si è fatta più visibile che mai l’importanza del lavoro di cura. Il quale però è sempre più – e non meno - a carico del genere femminile: sia quando è inserito in un processo economico di valorizzazione, sia quando rimane lavoro di cura gratuito “nascosto” tra le mura domestiche.
Dalle statistiche ufficiali risulta una disparità di salario tra uomini e donne. Nel periodo della quarantena forzata le donne sono state ancor più penalizzate in quanto ‘più precarie’ (e siamo state noi a perdere il lavoro nella maggior parte dei casi) e con salari più bassi dei partner maschi.

LONTANI E VICINI
DEATH RACE
di Matt Clement 22 maggio 2020
In tre mesi di pandemia, la Gran Bretagna ha conquistato la pole position nel COVID Gran Prix, e Boris Johnson, il nuovo Primo Ministro, guida la classifica europea per il numero di cittadini che sono morti. Abbiamo superato l'Italia e la Spagna, che all’inizio guidavano la corsa, lasciandoci alle spalle avversari del calibro della Cina. Solo il grande Leviatano degli Stati Uniti può ora vantare un numero maggiore di morti, un vero tributo al loro grande leader. Gli studiosi della disuguaglianza hanno spesso elaborato comparazioni internazionali per misurare i risultati in termini di benessere. In generale, gli Stati Uniti sono visti come leader mondiali quanto a risultati disastrosi in termini di diversità delle aspettative di vita tra ricchi e poveri, con la bilancia che pende a favore dell'Europa e il Regno Unito che si colloca a metà tra i due.
DEATH RACE
di Matt Clement 22 maggio 2020
In tre mesi di pandemia, la Gran Bretagna ha conquistato la pole position nel COVID Gran Prix, e Boris Johnson, il nuovo Primo Ministro, guida la classifica europea per il numero di cittadini che sono morti. Abbiamo superato l'Italia e la Spagna, che all’inizio guidavano la corsa, lasciandoci alle spalle avversari del calibro della Cina. Solo il grande Leviatano degli Stati Uniti può ora vantare un numero maggiore di morti, un vero tributo al loro grande leader. Gli studiosi della disuguaglianza hanno spesso elaborato comparazioni internazionali per misurare i risultati in termini di benessere. In generale, gli Stati Uniti sono visti come leader mondiali quanto a risultati disastrosi in termini di diversità delle aspettative di vita tra ricchi e poveri, con la bilancia che pende a favore dell'Europa e il Regno Unito che si colloca a metà tra i due.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
EMERGENZA, PROCESSO "DA REMOTO"
E CONVULSIONI DEL SISTEMA PENALE
di Mario Marcuz 17 maggio 2020
Negli ultimi mesi due interventi nell’ambito del diritto penale balzano agli occhi: il secondo dei quali forse sfuggito, nelle sue implicazioni, alla maggioranza dei non addetti ai lavori. Il primo, di diritto sostanziale, teso a contrastare il fenomeno dell’espansione epidemica del Covid 19, vede l’applicazione di un vecchio armamentario ereditato dal codice Rocco (1930) ancora in pieno vigore.
EMERGENZA, PROCESSO "DA REMOTO"
E CONVULSIONI DEL SISTEMA PENALE
di Mario Marcuz 17 maggio 2020
Negli ultimi mesi due interventi nell’ambito del diritto penale balzano agli occhi: il secondo dei quali forse sfuggito, nelle sue implicazioni, alla maggioranza dei non addetti ai lavori. Il primo, di diritto sostanziale, teso a contrastare il fenomeno dell’espansione epidemica del Covid 19, vede l’applicazione di un vecchio armamentario ereditato dal codice Rocco (1930) ancora in pieno vigore.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
VIRUS DIETRO LE SBARRE
di Sandra Berardi* 13 maggio 2020
Negli ultimi due mesi la vita di tutti noi è cambiata profondamente. All'ansia per il futuro si è sommata la paura di un nemico invisibile, invadente e mortale; e alle paure si sono aggiunte le misure di contenimento contro la diffusione del virus, attraverso l'imposizione del distanziamento sociale, il divieto di spostamenti immotivati, la cura particolare dell'igiene e l'adozione di dispositivi di protezione individuale. Misure legittime forse, certamente consigliabili, ma sicuramente insufficienti a contenere la diffusione della paura del contagio. Apparentemente l'Italia per due mesi si è fermata, tranne per ciò che riguarda le “attività indispensabili” e i luoghi di comunità forzate quali ospedali, RSA e carceri.
VIRUS DIETRO LE SBARRE
di Sandra Berardi* 13 maggio 2020
Negli ultimi due mesi la vita di tutti noi è cambiata profondamente. All'ansia per il futuro si è sommata la paura di un nemico invisibile, invadente e mortale; e alle paure si sono aggiunte le misure di contenimento contro la diffusione del virus, attraverso l'imposizione del distanziamento sociale, il divieto di spostamenti immotivati, la cura particolare dell'igiene e l'adozione di dispositivi di protezione individuale. Misure legittime forse, certamente consigliabili, ma sicuramente insufficienti a contenere la diffusione della paura del contagio. Apparentemente l'Italia per due mesi si è fermata, tranne per ciò che riguarda le “attività indispensabili” e i luoghi di comunità forzate quali ospedali, RSA e carceri.

LONTANI E VICINI
ADDIO A MANOLIS GLEZOS,
1922-2020
di George Souvlis* (traduzione di Vincenzo Maccarrone) 06 maggio 2020
Manolis Glezos aveva solo 19 anni quando innescò la resistenza greca contro i nazisti, abbattendo la svastica dall’Acropoli. Era l’inizio di una vita dedicata alla causa degli oppressi – nella quale, come diceva, ‘Nessuna lotta nella quale credi è mai futile’.
Chronis Missios, un compagno di lunga data di Manolis Glezos, aveva espresso la malinconia di molti militanti di sinistra intitolando le sue memorie ‘Fortunati voi che siete morti giovani’. Il titolo si riferiva alla ‘fortuna’ dei suoi compagni comunisti che erano morti abbastanza giovani da evitare di vedere le loro speranze di un futuro post-capitalista brutalmente cancellate. Manolis Glezos non fu fra coloro che morirono giovani – nel corso dei suoi 97 anni ha visto la frustrazione di molti sogni, dalla sopraffazione della sinistra greca alla fine degli anni ’40 del 900 alla capitolazione di Syriza nell’estate del 2015. Ma queste sconfitte non hanno mai convinto Glezos a mollare.
ADDIO A MANOLIS GLEZOS,
1922-2020
di George Souvlis* (traduzione di Vincenzo Maccarrone) 06 maggio 2020
Manolis Glezos aveva solo 19 anni quando innescò la resistenza greca contro i nazisti, abbattendo la svastica dall’Acropoli. Era l’inizio di una vita dedicata alla causa degli oppressi – nella quale, come diceva, ‘Nessuna lotta nella quale credi è mai futile’.
Chronis Missios, un compagno di lunga data di Manolis Glezos, aveva espresso la malinconia di molti militanti di sinistra intitolando le sue memorie ‘Fortunati voi che siete morti giovani’. Il titolo si riferiva alla ‘fortuna’ dei suoi compagni comunisti che erano morti abbastanza giovani da evitare di vedere le loro speranze di un futuro post-capitalista brutalmente cancellate. Manolis Glezos non fu fra coloro che morirono giovani – nel corso dei suoi 97 anni ha visto la frustrazione di molti sogni, dalla sopraffazione della sinistra greca alla fine degli anni ’40 del 900 alla capitolazione di Syriza nell’estate del 2015. Ma queste sconfitte non hanno mai convinto Glezos a mollare.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
ITALIA VS. RESTO DEL MONDO*
di Michele Bandoli e Roberto Salerno 3 maggio 2020
L'enorme attenzione rivolta in Italia al problema delle "trasgressioni" ha fin qui impedito di ragionare con lucidità e valutare con attenzione quali debbano essere i prossimi passi per controllare efficacemente la diffusione del contagio. Le ultime comunicazioni del Presidente del consiglio hanno del tutto eluso questioni che pure sono fondamentali: c'è una stima di quanto si incrementeranno i contagi dopo questa “riapertura soft”? Come si è pensato di proteggere gli operatori sanitari che rappresentano la categoria di lavoratori più colpita? C'è un'idea di come evitare che i positivi in quarantena diffondano il contagio nelle loro famiglie? Come si proteggerà chi vive e lavora nelle RSA? Come si è pensato di ridurre il disagio dei bambini da mesi chiusi in casa? .
ITALIA VS. RESTO DEL MONDO*
di Michele Bandoli e Roberto Salerno 3 maggio 2020
L'enorme attenzione rivolta in Italia al problema delle "trasgressioni" ha fin qui impedito di ragionare con lucidità e valutare con attenzione quali debbano essere i prossimi passi per controllare efficacemente la diffusione del contagio. Le ultime comunicazioni del Presidente del consiglio hanno del tutto eluso questioni che pure sono fondamentali: c'è una stima di quanto si incrementeranno i contagi dopo questa “riapertura soft”? Come si è pensato di proteggere gli operatori sanitari che rappresentano la categoria di lavoratori più colpita? C'è un'idea di come evitare che i positivi in quarantena diffondano il contagio nelle loro famiglie? Come si proteggerà chi vive e lavora nelle RSA? Come si è pensato di ridurre il disagio dei bambini da mesi chiusi in casa? .

IN TEORIA
QUANDO LA SINISTRA DIVENTÒ REALISTA
Ricordando Roger Matthews (1948-2020)
di Vincenzo Scalia 24 aprile 2020
L’8 aprile scorso è scomparso Roger Matthews, uno dei principali criminologi critici contemporanei, fondatore, con John Lea e Jock Young, del cosiddetto left realism, ovvero realismo di sinistra, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei primi anni Ottanta. Negli ultimi anni della sua vita, insieme agli stessi autori, si era cimentato nella fondazione della cultural criminology. Per i non addetti ai lavori, i nomi di questi autori e queste definizioni non avranno un suono familiare. Eppure le loro riflessioni hanno giocato un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle politiche penali – e non solo - contemporanee. Per questo motivo vale la pena di commemorare Matthews, che assieme ai suoi colleghi si sforzava di tenere le sue riflessioni al passo con le trasformazioni sociali. Per comprendere l’importanza del suo lavoro è necessario fornire a chi legge una minima infarinatura criminologica.
QUANDO LA SINISTRA DIVENTÒ REALISTA
Ricordando Roger Matthews (1948-2020)
di Vincenzo Scalia 24 aprile 2020
L’8 aprile scorso è scomparso Roger Matthews, uno dei principali criminologi critici contemporanei, fondatore, con John Lea e Jock Young, del cosiddetto left realism, ovvero realismo di sinistra, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei primi anni Ottanta. Negli ultimi anni della sua vita, insieme agli stessi autori, si era cimentato nella fondazione della cultural criminology. Per i non addetti ai lavori, i nomi di questi autori e queste definizioni non avranno un suono familiare. Eppure le loro riflessioni hanno giocato un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle politiche penali – e non solo - contemporanee. Per questo motivo vale la pena di commemorare Matthews, che assieme ai suoi colleghi si sforzava di tenere le sue riflessioni al passo con le trasformazioni sociali. Per comprendere l’importanza del suo lavoro è necessario fornire a chi legge una minima infarinatura criminologica.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
BISOGNA CHE TUTTO CAMBI...?
Conversazione con Xepel* 10 aprile 2020
Cominciamo con una descrizione sintetica, anche per i non addetti ai lavori, dei provvedimenti di politica economica che sono stati emanati dal Governo durante l'emergenza che stiamo vivendo in queste settimane. Ci riferiamo, in particolare, al cosiddetto decreto Cura Italia e al provvedimento di questi giorni sulla liquidità.
Risponderò cercando di essere il più sintetico possibile per aprire il dibattito, piuttosto che cercare di esaurirlo, su un evento che ha già cambiato la storia mondiale e su cui dunque bisognerà riflettere a lungo.
BISOGNA CHE TUTTO CAMBI...?
Conversazione con Xepel* 10 aprile 2020
Cominciamo con una descrizione sintetica, anche per i non addetti ai lavori, dei provvedimenti di politica economica che sono stati emanati dal Governo durante l'emergenza che stiamo vivendo in queste settimane. Ci riferiamo, in particolare, al cosiddetto decreto Cura Italia e al provvedimento di questi giorni sulla liquidità.
Risponderò cercando di essere il più sintetico possibile per aprire il dibattito, piuttosto che cercare di esaurirlo, su un evento che ha già cambiato la storia mondiale e su cui dunque bisognerà riflettere a lungo.

LONTANI E VICINI
IL FASCINO DISCRETO DEL MODERATISMO
di Vincenzo Scalia 07 aprile 2020
Keir Starmer, figlio di una famiglia operaia di Southwark (sud di Londra), avvocato degli attivisti, è il nuovo leader dei laburisti britannici. È stato eletto col 56% dei consensi, contro il 28% della corbyninana Rebecca Long-Bailey e il 16% della populista Lisa Nandy. La sua elezione suscita ben più di una perplessità. L’ascesa di Jeremy Corbyn, avvenuta nel 2015, aveva acceso più di una speranza nella sinistra inglese ed europea. Dopo anni di “terza via” clintonian-blairian-d’alemiana, che altro non era un modo di traghettare la sinistra tra le braccia del neo-liberismo della new economy allora dominante, tornava un leader che diceva cose di sinistra: nazionalizzazione dei servizi pubblici, rilancio del welfare, abolizione delle tasse universitarie.
IL FASCINO DISCRETO DEL MODERATISMO
di Vincenzo Scalia 07 aprile 2020
Keir Starmer, figlio di una famiglia operaia di Southwark (sud di Londra), avvocato degli attivisti, è il nuovo leader dei laburisti britannici. È stato eletto col 56% dei consensi, contro il 28% della corbyninana Rebecca Long-Bailey e il 16% della populista Lisa Nandy. La sua elezione suscita ben più di una perplessità. L’ascesa di Jeremy Corbyn, avvenuta nel 2015, aveva acceso più di una speranza nella sinistra inglese ed europea. Dopo anni di “terza via” clintonian-blairian-d’alemiana, che altro non era un modo di traghettare la sinistra tra le braccia del neo-liberismo della new economy allora dominante, tornava un leader che diceva cose di sinistra: nazionalizzazione dei servizi pubblici, rilancio del welfare, abolizione delle tasse universitarie.

Pubblichiamo il contributo del 4 aprile scorso delle compagne e dei compagni di Democrazia Lavoro CGIL Palermo alla discussione sull'attuale fase sociale e politica che il paese sta attraversando
La crisi che stiamo vivendo presenta caratteristiche epocali. Probabilmente è la più grave dal dopoguerra e gli effetti saranno molteplici e di lungo termine. Alcune stime per l’Italia già parlano di una perdita del PIL superiore al 10% su periodo di emergenza, almeno 6% su base annuale. Si parla di almeno il 10% di imprese fallite alla riapertura delle attività produttive. Una disoccupazione dilagante e un aumento vertiginoso del tasso di povertà, già alto soprattutto nelle regioni meridionali.
La crisi che stiamo vivendo presenta caratteristiche epocali. Probabilmente è la più grave dal dopoguerra e gli effetti saranno molteplici e di lungo termine. Alcune stime per l’Italia già parlano di una perdita del PIL superiore al 10% su periodo di emergenza, almeno 6% su base annuale. Si parla di almeno il 10% di imprese fallite alla riapertura delle attività produttive. Una disoccupazione dilagante e un aumento vertiginoso del tasso di povertà, già alto soprattutto nelle regioni meridionali.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
ADULTI E RAGAZZINI
di Roberto Salerno 26 marzo 2020
Il 22 marzo scorso il primo ministro svedese, Stefan Löfvén, si è rivolto ai suoi cittadini per informarli delle intenzioni del governo svedese sulle misure necessarie per arginare la terribile epidemia di corona virus che sta infestando l'Europa. Dopo il classico richiamo alla forza della società svedese e aver espresso la fiducia che tutti avrebbero fatto la loro parte, Stefan Löfvén ha aggiunto: “noi siamo adulti che necessitano di essere esattamente questo: adulti”. Il contagio in Svezia riguarda – al 25 marzo – 2526 persone, con 44 deceduti. Le autorità sia politiche che sanitarie svedesi hanno preso in considerazione i costi del blocco con particolare attenzione agli “effetti perversi”.
ADULTI E RAGAZZINI
di Roberto Salerno 26 marzo 2020
Il 22 marzo scorso il primo ministro svedese, Stefan Löfvén, si è rivolto ai suoi cittadini per informarli delle intenzioni del governo svedese sulle misure necessarie per arginare la terribile epidemia di corona virus che sta infestando l'Europa. Dopo il classico richiamo alla forza della società svedese e aver espresso la fiducia che tutti avrebbero fatto la loro parte, Stefan Löfvén ha aggiunto: “noi siamo adulti che necessitano di essere esattamente questo: adulti”. Il contagio in Svezia riguarda – al 25 marzo – 2526 persone, con 44 deceduti. Le autorità sia politiche che sanitarie svedesi hanno preso in considerazione i costi del blocco con particolare attenzione agli “effetti perversi”.

COMINCIO DA 3
GIORGIO GATTEI: CHE COS'È IL VALORE?
di Giorgio Gattei 13 marzo 2020
Oggi inauguriamo una nuova rubrica, in cui l’ ’ospite’ di turno ci indica 3 – e non più di 3 ! – libri leggendo i quali ci si può fare un’idea precisa dell’argomento di cui l’ospite stesso è un grande competente. Abbiamo l’onore di iniziare con GIORGIO GATTEI
La teoria del valore non è un argomento che sia molto frequentato dagli economisti. E’ troppo astratto per i loro gusti più portati alle tematiche del governo dell’economia, con quella sua ancella statistica, che oggi va di moda, che è l’econometria. E dire che una volta non era affatto così e si dibatteva ferocemente se fosse più valida la determinazione del valore-lavoro degli economisti classici oppure quella del valore-utilità marginale dei neoclassici. Esemplare è stato il libretto di Claudio Napoleoni, Valore (Isedi, Milano, 1976) allora religiosamente compulsato ed oggi ormai fuori commercio. Comunque per quel che mi riguarda, dico subito che la teoria del valore è teoria del valore-lavoro oppure non è!
GIORGIO GATTEI: CHE COS'È IL VALORE?
di Giorgio Gattei 13 marzo 2020
Oggi inauguriamo una nuova rubrica, in cui l’ ’ospite’ di turno ci indica 3 – e non più di 3 ! – libri leggendo i quali ci si può fare un’idea precisa dell’argomento di cui l’ospite stesso è un grande competente. Abbiamo l’onore di iniziare con GIORGIO GATTEI
La teoria del valore non è un argomento che sia molto frequentato dagli economisti. E’ troppo astratto per i loro gusti più portati alle tematiche del governo dell’economia, con quella sua ancella statistica, che oggi va di moda, che è l’econometria. E dire che una volta non era affatto così e si dibatteva ferocemente se fosse più valida la determinazione del valore-lavoro degli economisti classici oppure quella del valore-utilità marginale dei neoclassici. Esemplare è stato il libretto di Claudio Napoleoni, Valore (Isedi, Milano, 1976) allora religiosamente compulsato ed oggi ormai fuori commercio. Comunque per quel che mi riguarda, dico subito che la teoria del valore è teoria del valore-lavoro oppure non è!

CHE COS'È QUESTA CRISI?
NON ESISTONO PASTI GRATIS.
Ma ogni tanto Cottarelli potrebbe offrire lui…
di Marc Mansion 27 febbraio 2020
Pachidermi e pappagalli. Tutte le bufale sull'economia a cui continuiamo a credere, pubblicato da Feltrinelli nel 2019 è - a modesto avviso di chi scrive - uno dei peggiori libri di divulgazione economica uscito negli ultimi anni. L’autore Carlo Cottarelli, come molti sapranno, è considerato tra i maître à penser più influenti del panorama politico ed economico italiano, soprattutto nel centrosinistra, ospite spesso in tv principalmente nei programmi più seguiti dall’elettorato del PD. Non a caso i suoi incarichi governativi, come quello di commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, hanno avuto luogo all’interno di coalizioni di quel colore politico.
NON ESISTONO PASTI GRATIS.
Ma ogni tanto Cottarelli potrebbe offrire lui…
di Marc Mansion 27 febbraio 2020
Pachidermi e pappagalli. Tutte le bufale sull'economia a cui continuiamo a credere, pubblicato da Feltrinelli nel 2019 è - a modesto avviso di chi scrive - uno dei peggiori libri di divulgazione economica uscito negli ultimi anni. L’autore Carlo Cottarelli, come molti sapranno, è considerato tra i maître à penser più influenti del panorama politico ed economico italiano, soprattutto nel centrosinistra, ospite spesso in tv principalmente nei programmi più seguiti dall’elettorato del PD. Non a caso i suoi incarichi governativi, come quello di commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, hanno avuto luogo all’interno di coalizioni di quel colore politico.

LONTANI E VICINI
MACCHÉ OXFORD, SIAMO INGLESI
La fabbrica del sapere in sciopero
di Vincenzo Scalia 21 febbraio 2020
Dal 20 febbraio al 13 marzo le università del Regno Unito scendono in sciopero. Saranno 14 le giornate interessate dall’astensione dal lavoro. 74 gli atenei interessati. I sindacati dell’UCU (University and College Union) intendono ottenere dai datori di lavoro miglioramenti salariali, l’abolizione del gender gap nelle paghe, la fine della precarizzazione, la riduzione dei carichi di lavoro, sui quali i padroni hanno fino ad ora opposto vaghe promesse, se non addirittura rifiuti netti. Molti osservatori esterni sono spesso fuorviati dalla rappresentazione ufficiale del mondo accademico inglese, che identificano con Oxford, Cambridge e la London School of Economics. In realtà il contesto accademico d’Oltremanicasi connota per la mercificazione spinta della cultura, fino a creare un vero business della conoscenza che può essere considerato emblematico dello sviluppo del capitalismo contemporaneo.
MACCHÉ OXFORD, SIAMO INGLESI
La fabbrica del sapere in sciopero
di Vincenzo Scalia 21 febbraio 2020
Dal 20 febbraio al 13 marzo le università del Regno Unito scendono in sciopero. Saranno 14 le giornate interessate dall’astensione dal lavoro. 74 gli atenei interessati. I sindacati dell’UCU (University and College Union) intendono ottenere dai datori di lavoro miglioramenti salariali, l’abolizione del gender gap nelle paghe, la fine della precarizzazione, la riduzione dei carichi di lavoro, sui quali i padroni hanno fino ad ora opposto vaghe promesse, se non addirittura rifiuti netti. Molti osservatori esterni sono spesso fuorviati dalla rappresentazione ufficiale del mondo accademico inglese, che identificano con Oxford, Cambridge e la London School of Economics. In realtà il contesto accademico d’Oltremanicasi connota per la mercificazione spinta della cultura, fino a creare un vero business della conoscenza che può essere considerato emblematico dello sviluppo del capitalismo contemporaneo.

IL FRONTE CULTURALE
NON NASCONDERSI, NON PROTEGGERSI
di Clelia Lombardo 31 gennaio 2020
È curioso parlare di una raccolta di poesie che l’autrice definisce “mucchio di righe”. Con garbata modestia Egle Palazzolo motiva in prefazione cosa l’abbia spinta a pubblicare questi suoi versi tornando con la memoria al 1972, anno in cui comparve la prima pubblicazione con il titolo Il margine breve, Sciascia editore, che conteneva una ventina di poesie. Leonardo Sciascia ne firmò la cura e Carlo Levi le dedicò un’acquaforte che ritorna oggi come copertina del presente volume. Questo per dire che a volte le parole si costruiscono nel tempo, che sono il frutto e la traccia di preziosi incontri e relazioni intellettuali e che, in un’epoca come la nostra, affrettata e gridata, un libro come questo ci ricorda che il valore delle cose è spesso nascosto e va illuminato.
NON NASCONDERSI, NON PROTEGGERSI
di Clelia Lombardo 31 gennaio 2020
È curioso parlare di una raccolta di poesie che l’autrice definisce “mucchio di righe”. Con garbata modestia Egle Palazzolo motiva in prefazione cosa l’abbia spinta a pubblicare questi suoi versi tornando con la memoria al 1972, anno in cui comparve la prima pubblicazione con il titolo Il margine breve, Sciascia editore, che conteneva una ventina di poesie. Leonardo Sciascia ne firmò la cura e Carlo Levi le dedicò un’acquaforte che ritorna oggi come copertina del presente volume. Questo per dire che a volte le parole si costruiscono nel tempo, che sono il frutto e la traccia di preziosi incontri e relazioni intellettuali e che, in un’epoca come la nostra, affrettata e gridata, un libro come questo ci ricorda che il valore delle cose è spesso nascosto e va illuminato.

IL FRONTE CULTURALE
RIBELLE, MANCINO, ERETICO
di Marcello Benfante 16 gennaio 2020
“Ciò non vuol dire che scrivere è uguale a pregare?”
G.B., Le ragioni per scrivere
Su Gesualdo Bufalino, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, appare un’interessante monografia di Marta Aiello, La verità plurale (Aracne editrice, pagine 282, euro 15), che consiste in un “itinerario spirituale” centrato sull’influenza decisiva che la letteratura e la cultura francese hanno esercitato sulla personalità e l’opera dello scrittore di Comiso. Un dialogo intenso e precoce, quello “coi Francesi”, da Baudelaire a Rimbaud, da Mallarmé a Toulet, da Bernanos a Mauriac, per citare solo alcuni nomi, che inizia fin dall’adolescenza dell’autore comisano, anticipa la formazione dello scrittore e risale ai primi esperimenti di traduzione (ma Bufalino “tradusse sempre da scrittore”) per protrarsi per tutta la vita, secondo un modello paradigmatico che Marta Aiello efficacemente definisce “costante-Baudelaire”.
RIBELLE, MANCINO, ERETICO
di Marcello Benfante 16 gennaio 2020
“Ciò non vuol dire che scrivere è uguale a pregare?”
G.B., Le ragioni per scrivere
Su Gesualdo Bufalino, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, appare un’interessante monografia di Marta Aiello, La verità plurale (Aracne editrice, pagine 282, euro 15), che consiste in un “itinerario spirituale” centrato sull’influenza decisiva che la letteratura e la cultura francese hanno esercitato sulla personalità e l’opera dello scrittore di Comiso. Un dialogo intenso e precoce, quello “coi Francesi”, da Baudelaire a Rimbaud, da Mallarmé a Toulet, da Bernanos a Mauriac, per citare solo alcuni nomi, che inizia fin dall’adolescenza dell’autore comisano, anticipa la formazione dello scrittore e risale ai primi esperimenti di traduzione (ma Bufalino “tradusse sempre da scrittore”) per protrarsi per tutta la vita, secondo un modello paradigmatico che Marta Aiello efficacemente definisce “costante-Baudelaire”.

IN TEORIA
ROSA LA CRITICA
di Marco Palazzotto 09 gennaio 2020
Nel centenario della morte, Rosa Luxemburg (1871-1919) è stata opportunamente ricordata come rivoluzionaria socialista, nell’ottica del pensiero femminile e per la straordinaria personalità che viene fuori dal suo epistolario. Mi sembra però opportuno ricordare anche il suo fondamentale contributo alla critica dell’economia politica, che consiste in primo luogo nei libri L’accumulazione del capitale (1913) e Introduzione all’economia politica (1912?).
ROSA LA CRITICA
di Marco Palazzotto 09 gennaio 2020
Nel centenario della morte, Rosa Luxemburg (1871-1919) è stata opportunamente ricordata come rivoluzionaria socialista, nell’ottica del pensiero femminile e per la straordinaria personalità che viene fuori dal suo epistolario. Mi sembra però opportuno ricordare anche il suo fondamentale contributo alla critica dell’economia politica, che consiste in primo luogo nei libri L’accumulazione del capitale (1913) e Introduzione all’economia politica (1912?).

IL FRONTE CULTURALE
LIBRI DELL'ANNO 2019
Dedichiamo la consueta rassegna dei Libri dell’Anno scelti da collaboratori e lettori di PalermoGrad alla memoria di Costantino Chillura (1961-2019) poeta, performer, libraio a Palermo per un periodo importante, nonché caro amico di alcuni di noi. Di Costantino non possiamo oggi consigliare un titolo in commercio, per la semplice ragione che in questo momento non ce ne sono. In attesa di un suo ‘Best of’ che non dovrebbe tardare, i nostri lettori potranno comunque cercare una copia di SESCION. SETTE POETI SICILIANI (fra cui per l’appunto Chillura), edito qualche anno fa dai Quaderni del Battello Ebbro. Ciao Costi, ti vorremo sempre bene (anche se ti piaceva Bucharin).
LIBRI DELL'ANNO 2019
Dedichiamo la consueta rassegna dei Libri dell’Anno scelti da collaboratori e lettori di PalermoGrad alla memoria di Costantino Chillura (1961-2019) poeta, performer, libraio a Palermo per un periodo importante, nonché caro amico di alcuni di noi. Di Costantino non possiamo oggi consigliare un titolo in commercio, per la semplice ragione che in questo momento non ce ne sono. In attesa di un suo ‘Best of’ che non dovrebbe tardare, i nostri lettori potranno comunque cercare una copia di SESCION. SETTE POETI SICILIANI (fra cui per l’appunto Chillura), edito qualche anno fa dai Quaderni del Battello Ebbro. Ciao Costi, ti vorremo sempre bene (anche se ti piaceva Bucharin).

IL FRONTE CULTURALE
DESTINAZIONE APOCALISSE
di Marcello Benfante 22 dicembre 2019
Non lasciatevi, non lasciamoci, ingannare dal sottotitolo: “Un divertimento”. E non perché il romanzo non sia divertente, in un senso lato, generico. La sua lettura è realmente piacevolissima e coinvolgente, ricca di umori e sapori, di sfumature e di incursioni psicologiche e storiche, di umorismo. Ma è anche un romanzo serissimo e autorevole, tutt’altro che consolatorio o svagante. E ha davvero ragione Antonio Manzini, nell’introduzione, a dire che Stamboul Train (1932) “è un libro sentito, necessario, importante e profondamente attuale”. E gli fa eco Domenico Scarpa nella postfazione: “non è un libro spensierato”. No, non lo è. Si tratta invece di un libro che per molti aspetti potremmo perfino definire engagé, un libro certamente morale e sostanzialmente politico, contro il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza. E ovviamente contro la guerra e i nazionalismi. Tutt’altro insomma che un divertissement, una frivolezza, anche se non manca di una sua leggerezza fra le squadrature dell’impegno etico.
DESTINAZIONE APOCALISSE
di Marcello Benfante 22 dicembre 2019
Non lasciatevi, non lasciamoci, ingannare dal sottotitolo: “Un divertimento”. E non perché il romanzo non sia divertente, in un senso lato, generico. La sua lettura è realmente piacevolissima e coinvolgente, ricca di umori e sapori, di sfumature e di incursioni psicologiche e storiche, di umorismo. Ma è anche un romanzo serissimo e autorevole, tutt’altro che consolatorio o svagante. E ha davvero ragione Antonio Manzini, nell’introduzione, a dire che Stamboul Train (1932) “è un libro sentito, necessario, importante e profondamente attuale”. E gli fa eco Domenico Scarpa nella postfazione: “non è un libro spensierato”. No, non lo è. Si tratta invece di un libro che per molti aspetti potremmo perfino definire engagé, un libro certamente morale e sostanzialmente politico, contro il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza. E ovviamente contro la guerra e i nazionalismi. Tutt’altro insomma che un divertissement, una frivolezza, anche se non manca di una sua leggerezza fra le squadrature dell’impegno etico.

IN TEORIA
IL LAVORO PRODUTTIVO NEL SETTORE PUBBLICO
di Marco Palazzotto 15 novembre 2019
Le istituzioni politiche ed economiche che hanno governato durante l’ultimo secolo e mezzo hanno messo in campo un sistema di idee che si basa principalmente sulla teoria economica liberale. E l’Economia Politica ha sempre tentato di sostenere teoricamente le politiche che le classi dominanti mettono in atto per mantenere il proprio potere sulle classi da sfruttare. Durante i periodi in cui i rapporti di forza sono sbilanciati a favore dei capitalisti, primeggia l’economia di mercato. Di contro, nei periodi in cui le classi lavoratrici riescono con le lotte a strappare condizioni migliori, si sviluppa maggiormente il welfare o, nei casi più avanzati, una qualche forma di “compromesso socialdemocratico”.
IL LAVORO PRODUTTIVO NEL SETTORE PUBBLICO
di Marco Palazzotto 15 novembre 2019
Le istituzioni politiche ed economiche che hanno governato durante l’ultimo secolo e mezzo hanno messo in campo un sistema di idee che si basa principalmente sulla teoria economica liberale. E l’Economia Politica ha sempre tentato di sostenere teoricamente le politiche che le classi dominanti mettono in atto per mantenere il proprio potere sulle classi da sfruttare. Durante i periodi in cui i rapporti di forza sono sbilanciati a favore dei capitalisti, primeggia l’economia di mercato. Di contro, nei periodi in cui le classi lavoratrici riescono con le lotte a strappare condizioni migliori, si sviluppa maggiormente il welfare o, nei casi più avanzati, una qualche forma di “compromesso socialdemocratico”.

IN TEORIA
NON UNO DI PIÙ
Oltre - e contro - il femminismo liberale
di Marica Migliore 8 novembre 2019
Femminismo per il 99%: Un manifesto (Laterza, 2019), scritto dalle studiose militanti Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser, nasce dall’esigenza di amplificare e mettere a frutto l’esperienza dello Sciopero Internazionale delle Donne dell’8 marzo, organizzato pure negli Stati Uniti su iniziativa anche delle tre autrici. Il libretto si sviluppa su un assunto principale: le oppressioni di genere, di razza, di sesso, nazionali formano una “totalità complessa” dentro il capitalismo. Il femminismo qui prospettato è un femminismo anticapitalista che si contrappone ad un femminismo liberale. I concetti principali del libro vengono esposti a partire da 11 tesi. Le prime tesi sono dedicate alla critica del femminismo liberale. Alcune autrici di questo femminismo hanno una visione di “pari opportunità di dominio “ (pag. 4), ovvero si chiede a uomini e donne della classe dominante di condividere equamente lo sfruttamento sul posto di lavoro e l’oppressione nella società.
NON UNO DI PIÙ
Oltre - e contro - il femminismo liberale
di Marica Migliore 8 novembre 2019
Femminismo per il 99%: Un manifesto (Laterza, 2019), scritto dalle studiose militanti Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser, nasce dall’esigenza di amplificare e mettere a frutto l’esperienza dello Sciopero Internazionale delle Donne dell’8 marzo, organizzato pure negli Stati Uniti su iniziativa anche delle tre autrici. Il libretto si sviluppa su un assunto principale: le oppressioni di genere, di razza, di sesso, nazionali formano una “totalità complessa” dentro il capitalismo. Il femminismo qui prospettato è un femminismo anticapitalista che si contrappone ad un femminismo liberale. I concetti principali del libro vengono esposti a partire da 11 tesi. Le prime tesi sono dedicate alla critica del femminismo liberale. Alcune autrici di questo femminismo hanno una visione di “pari opportunità di dominio “ (pag. 4), ovvero si chiede a uomini e donne della classe dominante di condividere equamente lo sfruttamento sul posto di lavoro e l’oppressione nella società.

IL FRONTE CULTURALE
UNO DI NOI?
di Marta Aiello 01 novembre 2019
Di recente Walter Siti, parlando della scrittura di Roberto Saviano, ha dichiarato che ‘difendere la letteratura non è meno importante che difendere i migranti’. E’ un assunto condivisibile e necessario, che riporta le due questioni al denominatore comune del loro carattere di urgenza. Esiste però anche una terza possibilità e cioè che le due cose non debbano affatto essere contrapposte, e semmai che si rafforzino sinergicamente. E’ in questa direzione che va Uno di noi di Daniele Zito (Miraggi Edizioni), che scegliendo di farlo in forma drammaturgica racconta la vicenda di quattro quasi cinquantenni che dopo una partitella di calcetto, fanno una bravata e danno fuoco a un campo rom, uccidendo colposamente una bambina disabile e dunque impossibilitata a scappare.
UNO DI NOI?
di Marta Aiello 01 novembre 2019
Di recente Walter Siti, parlando della scrittura di Roberto Saviano, ha dichiarato che ‘difendere la letteratura non è meno importante che difendere i migranti’. E’ un assunto condivisibile e necessario, che riporta le due questioni al denominatore comune del loro carattere di urgenza. Esiste però anche una terza possibilità e cioè che le due cose non debbano affatto essere contrapposte, e semmai che si rafforzino sinergicamente. E’ in questa direzione che va Uno di noi di Daniele Zito (Miraggi Edizioni), che scegliendo di farlo in forma drammaturgica racconta la vicenda di quattro quasi cinquantenni che dopo una partitella di calcetto, fanno una bravata e danno fuoco a un campo rom, uccidendo colposamente una bambina disabile e dunque impossibilitata a scappare.

IL FRONTE CULTURALE
NUOVO IMPERO, STESSO BARDO?
Quando Shakespeare trovò l'America
di Alfonso Geraci 25 ottobre 2019
Davanti ai pezzi grossi conviene sempre genuflettersi, nella speranza che al momento buono se ne ricordino; e [come osservò a suo tempo Gary Taylor] c’è un pezzo grosso che, pur essendo morto da 400 anni, continua a essere riverito in questo modo: il suo nome è William Shakespeare.
D’altro canto, come scrive il 15 dicembre del 1816, dopo aver visto una rappresentazione del Coriolano al Covent Garden, un amareggiato William Hazlitt [bardolatra dichiarato ma anche giacobino-bonapartista isolatissimo nell’Inghilterra del ‘dopo Waterloo’]
NUOVO IMPERO, STESSO BARDO?
Quando Shakespeare trovò l'America
di Alfonso Geraci 25 ottobre 2019
Davanti ai pezzi grossi conviene sempre genuflettersi, nella speranza che al momento buono se ne ricordino; e [come osservò a suo tempo Gary Taylor] c’è un pezzo grosso che, pur essendo morto da 400 anni, continua a essere riverito in questo modo: il suo nome è William Shakespeare.
D’altro canto, come scrive il 15 dicembre del 1816, dopo aver visto una rappresentazione del Coriolano al Covent Garden, un amareggiato William Hazlitt [bardolatra dichiarato ma anche giacobino-bonapartista isolatissimo nell’Inghilterra del ‘dopo Waterloo’]

LONTANI E VICINI
LO STRANO CASO DI MR BREXIT E DR REMAIN
di Vincenzo Scalia 22 ottobre 2019
L’ennesimo stallo sulla Brexit del 19 ottobre è l’emblema di una situazione sempre più confusa e contraddittoria: il Parlamento britannico vota la richiesta di estensione dell’uscita del Regno Unito. Il primo ministro, privo di una maggioranza anche risicata, è costretto a prenderne atto, ma, contemporaneamente, non può tradire i suoi proclami di fronte all’opinione pubblica, per cui invia a Bruxelles due lettere: una in cui chiede un’estensione a nome della House of Commons, l’altra a nome suo, in cui chiedere di respingere la richiesta del Parlamento. Non credevamo possibile che la Gran Bretagna scendesse al livello degli azzeccagarbugli nostrani, eppure i colpi di scena si susseguono ogni giorno, disorientando anche gli osservatori più navigati.
LO STRANO CASO DI MR BREXIT E DR REMAIN
di Vincenzo Scalia 22 ottobre 2019
L’ennesimo stallo sulla Brexit del 19 ottobre è l’emblema di una situazione sempre più confusa e contraddittoria: il Parlamento britannico vota la richiesta di estensione dell’uscita del Regno Unito. Il primo ministro, privo di una maggioranza anche risicata, è costretto a prenderne atto, ma, contemporaneamente, non può tradire i suoi proclami di fronte all’opinione pubblica, per cui invia a Bruxelles due lettere: una in cui chiede un’estensione a nome della House of Commons, l’altra a nome suo, in cui chiedere di respingere la richiesta del Parlamento. Non credevamo possibile che la Gran Bretagna scendesse al livello degli azzeccagarbugli nostrani, eppure i colpi di scena si susseguono ogni giorno, disorientando anche gli osservatori più navigati.

IL FRONTE CULTURALE
SPECCHIO AMBIGUO
Leonardo Sciascia e il cinema
di Marcello Benfante 14 ottobre 2019
I turbamenti cinefili del giovane Sciascia
Il rapporto di Leonardo Sciascia con il cinema è un rapporto, se non proprio conflittuale o contraddittorio, quanto meno controverso, di amore e diffidenza, elezione e rifiuto, passionale coinvolgimento e intellettuale distacco. Sciascia frequentò moltissimo, da giovane soprattutto, le sale cinematografiche, poi se ne allontanò, ma non del tutto.
Sappiamo d’altronde come per Sciascia fossero fondamentali “gli indelebili anni dell’infanzia”, cioè i primi dieci, a cui è ragionevole aggiungere un altro decennio di decisiva formazione. Come ha notato Giuseppe Traina: “Molto più che il teatro, il cinema per Sciascia si presenta come il luogo dell’emozione: e, come tale, confinato nell’infanzia e nell’adolescenza, territori delle emozioni per eccellenza” (Leonardo Sciascia, Bruno Mondadori, 1999, p. 69). E pure di indelebili impressioni. Di volti che s’imprimono per sempre nella memoria e assumono la valenza di icone di un percorso intellettuale.
SPECCHIO AMBIGUO
Leonardo Sciascia e il cinema
di Marcello Benfante 14 ottobre 2019
I turbamenti cinefili del giovane Sciascia
Il rapporto di Leonardo Sciascia con il cinema è un rapporto, se non proprio conflittuale o contraddittorio, quanto meno controverso, di amore e diffidenza, elezione e rifiuto, passionale coinvolgimento e intellettuale distacco. Sciascia frequentò moltissimo, da giovane soprattutto, le sale cinematografiche, poi se ne allontanò, ma non del tutto.
Sappiamo d’altronde come per Sciascia fossero fondamentali “gli indelebili anni dell’infanzia”, cioè i primi dieci, a cui è ragionevole aggiungere un altro decennio di decisiva formazione. Come ha notato Giuseppe Traina: “Molto più che il teatro, il cinema per Sciascia si presenta come il luogo dell’emozione: e, come tale, confinato nell’infanzia e nell’adolescenza, territori delle emozioni per eccellenza” (Leonardo Sciascia, Bruno Mondadori, 1999, p. 69). E pure di indelebili impressioni. Di volti che s’imprimono per sempre nella memoria e assumono la valenza di icone di un percorso intellettuale.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
OLTRE IL "BREVEPERIODISMO", PROMUOVERE INNOVAZIONI ATTRAVERSO
L'INTERVENTO PUBBLICO
intervista a Guglielmo Forges Davanzati 5 ottobre 2019
Guglielmo Forges Davanzati (Napoli, 1967) è professore associato di Economia Politica presso l’Università del Salento, e titolare degli insegnamenti di Macroeconomia e di Economia del Lavoro presso la medesima sede. Si occupa di teorie postkeynesiane della distribuzione del reddito, della crisi italiana e dei divari regionali, di Storia delle teorie economiche. Fra le sue più recenti pubblicazioni si segnalano le monografie Ethical codes and income distribution: A study of John Bates Clark and Thorstein Veblen (London: Routledge, 2006) e Credito, produzione, occupazione: Marx e l’istituzionalismo (Roma: Carocci, 2011).
OLTRE IL "BREVEPERIODISMO", PROMUOVERE INNOVAZIONI ATTRAVERSO
L'INTERVENTO PUBBLICO
intervista a Guglielmo Forges Davanzati 5 ottobre 2019
Guglielmo Forges Davanzati (Napoli, 1967) è professore associato di Economia Politica presso l’Università del Salento, e titolare degli insegnamenti di Macroeconomia e di Economia del Lavoro presso la medesima sede. Si occupa di teorie postkeynesiane della distribuzione del reddito, della crisi italiana e dei divari regionali, di Storia delle teorie economiche. Fra le sue più recenti pubblicazioni si segnalano le monografie Ethical codes and income distribution: A study of John Bates Clark and Thorstein Veblen (London: Routledge, 2006) e Credito, produzione, occupazione: Marx e l’istituzionalismo (Roma: Carocci, 2011).

IL FRONTE CULTURALE
IL GESTO E IL SISTEMA
di Marta Aiello 01 ottobre 2019
In un romanzo che ci è piaciuto di scene che ci hanno colpito ce ne sono molte, ma quasi sempre ce n’è una che ci rimane in testa più di altre. Può essere la scena apicale, quella cioè dove la vertigine del racconto raggiunge il suo punto di tensione; oppure una scena più laterale, che però raggiunge un nostro personale punto di tensione perché ci tocca dove fa ‘ahi’, o al contrario ci viene incontro proprio lì dove stavamo sognando, e resta con noi a dirci che non siamo stupidi o pazzi. A me piace sempre fare una specie di gioco, che procede per esclusione e consiste nel trovare la scena di un romanzo che me lo racconta tutto in un’immagine sola. È la scena che non mi voglio scordare, il patrimonio che capitalizzo per incrementare il tesoro depositato nella banca dati della mia anima. Nel romanzo Divorare il cielo di Paolo Giordano [uscito qualche tempo fa presso Einaudi] la ‘mia’ scena è questa: ci sono cinque giovani di circa vent’anni che vivono in una comune nella provincia pugliese e una sera saltano in macchina, viaggiano per almeno tre ore per raggiungere un mattatoio sperduto nelle campagne di San Severo dove sono rinchiusi dei cavalli che l’indomani mattina saranno portati al macello.
IL GESTO E IL SISTEMA
di Marta Aiello 01 ottobre 2019
In un romanzo che ci è piaciuto di scene che ci hanno colpito ce ne sono molte, ma quasi sempre ce n’è una che ci rimane in testa più di altre. Può essere la scena apicale, quella cioè dove la vertigine del racconto raggiunge il suo punto di tensione; oppure una scena più laterale, che però raggiunge un nostro personale punto di tensione perché ci tocca dove fa ‘ahi’, o al contrario ci viene incontro proprio lì dove stavamo sognando, e resta con noi a dirci che non siamo stupidi o pazzi. A me piace sempre fare una specie di gioco, che procede per esclusione e consiste nel trovare la scena di un romanzo che me lo racconta tutto in un’immagine sola. È la scena che non mi voglio scordare, il patrimonio che capitalizzo per incrementare il tesoro depositato nella banca dati della mia anima. Nel romanzo Divorare il cielo di Paolo Giordano [uscito qualche tempo fa presso Einaudi] la ‘mia’ scena è questa: ci sono cinque giovani di circa vent’anni che vivono in una comune nella provincia pugliese e una sera saltano in macchina, viaggiano per almeno tre ore per raggiungere un mattatoio sperduto nelle campagne di San Severo dove sono rinchiusi dei cavalli che l’indomani mattina saranno portati al macello.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
CONTE 2: IL TRIONFO DI KING KONG
di Marco Palazzotto 20 settembre 2019
La recente crisi governativa causata, ingenuamente, da Matteo Salvini ha generato l’effetto, come ormai succede da vari lustri, di ricompattare forze politiche che prima del loro apparentamento si dichiaravano nemiche. Questi scenari non dovrebbero più sorprendere, considerato come si sviluppa la rappresentanza democratica da oltre trent’anni. Siamo abituati allo schema secondo il quale esiste un nemico da combattere con un governo di “unità nazionale” che coinvolga tutte le forze “progressiste”. Il nemico di turno è Silvio Berlusconi, lo spread, Matteo Salvini, ecc. Succede a volte, come per il governo tecnico Monti, che centro destra e centro sinistra si uniscano “per il bene del Paese”. Esistono infine provvedimenti votati da tutto il Parlamento (e passati in sordina) quali le ratifiche dei trattati internazionali – come quello di Lisbona – o il pareggio di bilancio in Costituzione. Oggi la destra populista e monarchica del M5S insieme alla destra liberale del PD rappresentano il King Kong che deve combattere il Godzilla Lega, per usare una similitudine offerta dall’amico Alfonso Geraci [1]. In questo contesto si inserisce una sinistra che in Parlamento è costituita, ahimè, dal gruppo di Liberi e Uguali.
CONTE 2: IL TRIONFO DI KING KONG
di Marco Palazzotto 20 settembre 2019
La recente crisi governativa causata, ingenuamente, da Matteo Salvini ha generato l’effetto, come ormai succede da vari lustri, di ricompattare forze politiche che prima del loro apparentamento si dichiaravano nemiche. Questi scenari non dovrebbero più sorprendere, considerato come si sviluppa la rappresentanza democratica da oltre trent’anni. Siamo abituati allo schema secondo il quale esiste un nemico da combattere con un governo di “unità nazionale” che coinvolga tutte le forze “progressiste”. Il nemico di turno è Silvio Berlusconi, lo spread, Matteo Salvini, ecc. Succede a volte, come per il governo tecnico Monti, che centro destra e centro sinistra si uniscano “per il bene del Paese”. Esistono infine provvedimenti votati da tutto il Parlamento (e passati in sordina) quali le ratifiche dei trattati internazionali – come quello di Lisbona – o il pareggio di bilancio in Costituzione. Oggi la destra populista e monarchica del M5S insieme alla destra liberale del PD rappresentano il King Kong che deve combattere il Godzilla Lega, per usare una similitudine offerta dall’amico Alfonso Geraci [1]. In questo contesto si inserisce una sinistra che in Parlamento è costituita, ahimè, dal gruppo di Liberi e Uguali.

IL FRONTE CULTURALE
CONTRO LA MACCHINA DELLA NARRAZIONE
A proposito del Trattato di anatomia emozionale
di Marta Aiello 13 settembre 2019
Ci insegnano che le emozioni sono astratte, confinano con i sentimenti e li precedono, sono più estemporanee, sono volatili. Pertengono all’indistinto dell’inconscio, la nostra zona d’ombra, quella che sfugge anche al più saldo autocontrollo e sono pertanto evanescenti, composte della stessa materia di cui son fatti i sogni. Eppure si annidano nella nostra massa corporea, generano furori tutt’altro che astratti e producono effetti un bel po’ fisici: ci scolorano il viso, ci muovono al pianto o al riso, ci spremono umori, lacrime, secrezioni, sudori, liquidi seminali nella palude del sesso che ci si squaglia in mezzo alle gambe e ci procurano tremori, emicranie e brividi, eccessi di salivazione, disturbi di stomaco, accelerazioni del ritmo cardiaco pompato dai sommovimenti del sangue. Insomma, quando entrano impulsi dalla realtà e attraversano il filtro della nostra carne, ecco che le emozioni diventano materiche. E la materia che è per suo visibile e tangibile si fa immagine, passibile cioè di un’iconografia, si può dunque rappresentare.
CONTRO LA MACCHINA DELLA NARRAZIONE
A proposito del Trattato di anatomia emozionale
di Marta Aiello 13 settembre 2019
Ci insegnano che le emozioni sono astratte, confinano con i sentimenti e li precedono, sono più estemporanee, sono volatili. Pertengono all’indistinto dell’inconscio, la nostra zona d’ombra, quella che sfugge anche al più saldo autocontrollo e sono pertanto evanescenti, composte della stessa materia di cui son fatti i sogni. Eppure si annidano nella nostra massa corporea, generano furori tutt’altro che astratti e producono effetti un bel po’ fisici: ci scolorano il viso, ci muovono al pianto o al riso, ci spremono umori, lacrime, secrezioni, sudori, liquidi seminali nella palude del sesso che ci si squaglia in mezzo alle gambe e ci procurano tremori, emicranie e brividi, eccessi di salivazione, disturbi di stomaco, accelerazioni del ritmo cardiaco pompato dai sommovimenti del sangue. Insomma, quando entrano impulsi dalla realtà e attraversano il filtro della nostra carne, ecco che le emozioni diventano materiche. E la materia che è per suo visibile e tangibile si fa immagine, passibile cioè di un’iconografia, si può dunque rappresentare.

IN TEORIA
GIOVANNI ARRIGHI PRIMA DE IL LUNGO XX SECOLO
La forza strutturale della classe per superare lo stallo prodotto
dal marxismo tradizionale
di Giordano Sivini 6 settembre 2019
Per Giovanni Arrighi ne Il lungo XX secolo l’evoluzione storica del capitalismo è caratterizzata dal progressivo ampliamento dell’area di accumulazione del capitale, dalle città-stato dell’Europa continentale al mondo quale è oggi, attraverso cicli sistemici, governati ciascuno da Stati che hanno avuto funzioni egemoniche, in fasi successive di espansione materiale e di espansione finanziaria. L’espansione materiale è il risultato di attività che mettono in movimento una crescente massa di merci, forza lavoro inclusa, producendo profitti. Quando i profitti calano a causa della crescente competizione tra i capitali, invece di essere reinvestiti fluiscono in forma liquida da tutto il sistema verso gli istituti finanziari alimentando l’espansione finanziaria.
GIOVANNI ARRIGHI PRIMA DE IL LUNGO XX SECOLO
La forza strutturale della classe per superare lo stallo prodotto
dal marxismo tradizionale
di Giordano Sivini 6 settembre 2019
Per Giovanni Arrighi ne Il lungo XX secolo l’evoluzione storica del capitalismo è caratterizzata dal progressivo ampliamento dell’area di accumulazione del capitale, dalle città-stato dell’Europa continentale al mondo quale è oggi, attraverso cicli sistemici, governati ciascuno da Stati che hanno avuto funzioni egemoniche, in fasi successive di espansione materiale e di espansione finanziaria. L’espansione materiale è il risultato di attività che mettono in movimento una crescente massa di merci, forza lavoro inclusa, producendo profitti. Quando i profitti calano a causa della crescente competizione tra i capitali, invece di essere reinvestiti fluiscono in forma liquida da tutto il sistema verso gli istituti finanziari alimentando l’espansione finanziaria.

IN TEORIA
L'ECOMARXISMO DI JAMES O'CONNOR
di Riccardo Bellofiore
Quasi 30 anni fa usciva sulla benemerita (e ormai quasi introvabile) 'rivista internazionale di dibattito teorico' MARX 101 questo testo, adesso recuperato dall'autore (profetico nell'assenza di trionfalismo "sulla conciliabilità tra lotte operaie e lotte in difesa della natura ") che gentilmente ci permette di ripubblicarlo.
L'ultimo libro di James O'Connor (L'ecomarxismo. Introduzione ad una teoria, Datanews, Roma 1989, trad. dall'inglese di Giovanna Ricoveri, pp. 56, Lit. 10.000), autore largamente e tempestivamente tradotto in italiano, ha certamente almeno un merito: quello di proporre, controcorrente, una "conciliazione" tra marxismo e ambientalismo, due corpi teorici e due esperienze politiche che molti vedono invece fieramente contrapposti. L'obiettivo del saggio è, mi pare, conseguentemente duplice. Ai marxisti, che spesso snobbano con sufficienza la "parzialità" della questione della natura o criticano il troppo tiepido anticapitalismo degli ecologisti, O'Connor vuole mostrare che la difesa della natura è parte integrante dell'apparato categoriale marxiano, e non qualcosa che le è estraneo. Ai "verdi", O'Connor vuole mostrare come un ecologismo coerente non possa che investire globalmente i processi economici e politici su scala planetaria, segnati irrimediabilmente dal dominio del capitale.
L'ECOMARXISMO DI JAMES O'CONNOR
di Riccardo Bellofiore
Quasi 30 anni fa usciva sulla benemerita (e ormai quasi introvabile) 'rivista internazionale di dibattito teorico' MARX 101 questo testo, adesso recuperato dall'autore (profetico nell'assenza di trionfalismo "sulla conciliabilità tra lotte operaie e lotte in difesa della natura ") che gentilmente ci permette di ripubblicarlo.
L'ultimo libro di James O'Connor (L'ecomarxismo. Introduzione ad una teoria, Datanews, Roma 1989, trad. dall'inglese di Giovanna Ricoveri, pp. 56, Lit. 10.000), autore largamente e tempestivamente tradotto in italiano, ha certamente almeno un merito: quello di proporre, controcorrente, una "conciliazione" tra marxismo e ambientalismo, due corpi teorici e due esperienze politiche che molti vedono invece fieramente contrapposti. L'obiettivo del saggio è, mi pare, conseguentemente duplice. Ai marxisti, che spesso snobbano con sufficienza la "parzialità" della questione della natura o criticano il troppo tiepido anticapitalismo degli ecologisti, O'Connor vuole mostrare che la difesa della natura è parte integrante dell'apparato categoriale marxiano, e non qualcosa che le è estraneo. Ai "verdi", O'Connor vuole mostrare come un ecologismo coerente non possa che investire globalmente i processi economici e politici su scala planetaria, segnati irrimediabilmente dal dominio del capitale.

IL FRONTE CULTURALE
NIGHT CLUB INFERNO (NUOVA GESTIONE)
Ritorna Graham Greene, il Compagno Onorario
di Pavlov Dogg 26 luglio 2019
Religione, politica o romanzo?
Pochi romanzieri contemporanei traggono più materiale dai giornali di Graham Greene.
A. Calder Marshall
“In Cile un golpe di destra da parte dell’esercito è considerato psicologicamente impossibile. L’esercito – lo senti dire da tutti, tranne dai comunisti – è per tradizione neutrale; l’esercito è garante della legalità. È un gran bell’esercito: con la possibile eccezione di quello cubano, è il migliore del Sud America. Il passo dell’oca rimane il simbolo del modello tedesco che ha seguito”.
NIGHT CLUB INFERNO (NUOVA GESTIONE)
Ritorna Graham Greene, il Compagno Onorario
di Pavlov Dogg 26 luglio 2019
Religione, politica o romanzo?
Pochi romanzieri contemporanei traggono più materiale dai giornali di Graham Greene.
A. Calder Marshall
“In Cile un golpe di destra da parte dell’esercito è considerato psicologicamente impossibile. L’esercito – lo senti dire da tutti, tranne dai comunisti – è per tradizione neutrale; l’esercito è garante della legalità. È un gran bell’esercito: con la possibile eccezione di quello cubano, è il migliore del Sud America. Il passo dell’oca rimane il simbolo del modello tedesco che ha seguito”.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
CAROLA È ANTIGONE?
di Annibale C. Raineri 23 luglio 2019
L’azione di Carola Rackete ha richiamato in molti commentatori la figura di Antigone. I punti di contatto fra la capitana della Sea Watch 3 e la mitica figura rappresentata da Sofocle sono molti ed immediati. Anzitutto si tratta di due donne (cosa evidente e fondamentale, anche se spesso non presente nei commenti), ambedue agiscono in violazione cosciente della (di una) legge emanata dal (da un) potere sovrano, disobbedendo agli ordini e sapendo di andare incontro a conseguenze di cui si assumono la responsabilità. Ambedue rivendicano, a fronte di quel potere e delle sue leggi, l’obbligo nei confronti di leggi superiori, la cui legittimità non può in alcun modo essere messa in questione. Nella lettura di alcuni commentatori violare la legge (“l’ordine del potere sovrano”) è non solo un diritto (il diritto alla disobbedienza civile), ma un dovere quando la legge della città contraddice la legge della coscienza (“degli dei”).
CAROLA È ANTIGONE?
di Annibale C. Raineri 23 luglio 2019
L’azione di Carola Rackete ha richiamato in molti commentatori la figura di Antigone. I punti di contatto fra la capitana della Sea Watch 3 e la mitica figura rappresentata da Sofocle sono molti ed immediati. Anzitutto si tratta di due donne (cosa evidente e fondamentale, anche se spesso non presente nei commenti), ambedue agiscono in violazione cosciente della (di una) legge emanata dal (da un) potere sovrano, disobbedendo agli ordini e sapendo di andare incontro a conseguenze di cui si assumono la responsabilità. Ambedue rivendicano, a fronte di quel potere e delle sue leggi, l’obbligo nei confronti di leggi superiori, la cui legittimità non può in alcun modo essere messa in questione. Nella lettura di alcuni commentatori violare la legge (“l’ordine del potere sovrano”) è non solo un diritto (il diritto alla disobbedienza civile), ma un dovere quando la legge della città contraddice la legge della coscienza (“degli dei”).

IN TEORIA
NON C’È TEMPO DA PERDERE
Come Industria 4.0 cambierà il modo di produrre
di Matteo Gaddi e Nadia Garbellini 19 luglio 2019
Delocalizzazioni e Industria 4.0 sono due fenomeni molto dibattuti, ma raramente presi in considerazione congiuntamente. Eppure, come vedremo, entrambi concorrono all’evoluzione della geografia del Capitale, alimentandosi a vicenda. Le imprese delocalizzano, ci viene detto, perché in Italia non trovano un clima favorevole al business. Le ragioni sono le più disparate: instabilità politica, eccessiva rigidità del mercato del lavoro, carenze infrastrutturali, quadro normativo eccessivamente articolato, tassazione troppo elevata, e così via.La realtà, non è difficile capirlo, si presenta ben diversa: l’UE è una grande area di libero scambio, all’interno della quale si sono aboliti i confini alla circolazione di merci e capitali – e persone, limitatamente ai cittadini dell’area – in presenza di enormi disparità per quanto riguarda normative, standard sociali e ambientali, salari, regimi fiscali. Ciò genera enormi possibilità di arbitraggio per le grandi imprese, che possono decidere di collocare sede fiscale, casa madre, impianti produttivi e uffici amministrativi in paesi diversi, a seconda della convenienza.
NON C’È TEMPO DA PERDERE
Come Industria 4.0 cambierà il modo di produrre
di Matteo Gaddi e Nadia Garbellini 19 luglio 2019
Delocalizzazioni e Industria 4.0 sono due fenomeni molto dibattuti, ma raramente presi in considerazione congiuntamente. Eppure, come vedremo, entrambi concorrono all’evoluzione della geografia del Capitale, alimentandosi a vicenda. Le imprese delocalizzano, ci viene detto, perché in Italia non trovano un clima favorevole al business. Le ragioni sono le più disparate: instabilità politica, eccessiva rigidità del mercato del lavoro, carenze infrastrutturali, quadro normativo eccessivamente articolato, tassazione troppo elevata, e così via.La realtà, non è difficile capirlo, si presenta ben diversa: l’UE è una grande area di libero scambio, all’interno della quale si sono aboliti i confini alla circolazione di merci e capitali – e persone, limitatamente ai cittadini dell’area – in presenza di enormi disparità per quanto riguarda normative, standard sociali e ambientali, salari, regimi fiscali. Ciò genera enormi possibilità di arbitraggio per le grandi imprese, che possono decidere di collocare sede fiscale, casa madre, impianti produttivi e uffici amministrativi in paesi diversi, a seconda della convenienza.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
DALLA QUESTIONE MERIDIONALE
ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
di Marco Palazzotto 29 giugno 2019
Ai meridionali sono stati affibbiati da secoli gli appellativi di corrotti, parassiti e mafiosi, eppure oggi la Lega di Salvini Premier raccoglie largo consenso al Sud, come si è visto alle ultime elezioni europee. Il 23% circa degli elettori meridionali che ha votato per la Lega però non sa di stare peggio, a livello aggregato, dopo un anno di governo gialloverde. Ad esempio l’ISTAT rileva che nel 2018 l’incidenza della povertà assoluta è stata maggiore nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%). La Banca d’Italia rileva che il tasso di disoccupazione aumenta al 22,3% in Sicilia, più del doppio della media nazionale.
DALLA QUESTIONE MERIDIONALE
ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
di Marco Palazzotto 29 giugno 2019
Ai meridionali sono stati affibbiati da secoli gli appellativi di corrotti, parassiti e mafiosi, eppure oggi la Lega di Salvini Premier raccoglie largo consenso al Sud, come si è visto alle ultime elezioni europee. Il 23% circa degli elettori meridionali che ha votato per la Lega però non sa di stare peggio, a livello aggregato, dopo un anno di governo gialloverde. Ad esempio l’ISTAT rileva che nel 2018 l’incidenza della povertà assoluta è stata maggiore nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%). La Banca d’Italia rileva che il tasso di disoccupazione aumenta al 22,3% in Sicilia, più del doppio della media nazionale.

IN TEORIA
LA CENTRALIZZAZIONE DEL CAPITALE E LA CADUTA DEL SAGGIO DI PROFITTO
Il peso del capitale fittizio a partire dalle evidenze empiriche
del McKinsey Global Institute
di Giordano Sivini 14 giugno 2019
L’economia mainstream considera il sistema finanziario come creatore di ricchezza. Stavros Mayroudeas, economista greco, osserva che anche una parte degli economisti marxisti sono contagiati da questa tesi, e che il contagio viene espresso con molte sfumature slegando il profitto dal rapporto con la valorizzazione. “La tesi di base è che il capitalismo moderno ha subito una trasformazione radicale negli ultimi trent’anni. Il sistema finanziario, attraverso una serie di meccanismi innovativi, ha conquistato le posizioni di comando del capitalismo. È diventato indipendente dal capitale produttivo ed ha trasformato l’intero sistema secondo le proprie logiche”.
LA CENTRALIZZAZIONE DEL CAPITALE E LA CADUTA DEL SAGGIO DI PROFITTO
Il peso del capitale fittizio a partire dalle evidenze empiriche
del McKinsey Global Institute
di Giordano Sivini 14 giugno 2019
L’economia mainstream considera il sistema finanziario come creatore di ricchezza. Stavros Mayroudeas, economista greco, osserva che anche una parte degli economisti marxisti sono contagiati da questa tesi, e che il contagio viene espresso con molte sfumature slegando il profitto dal rapporto con la valorizzazione. “La tesi di base è che il capitalismo moderno ha subito una trasformazione radicale negli ultimi trent’anni. Il sistema finanziario, attraverso una serie di meccanismi innovativi, ha conquistato le posizioni di comando del capitalismo. È diventato indipendente dal capitale produttivo ed ha trasformato l’intero sistema secondo le proprie logiche”.

IL FRONTE CULTURALE
E INFINE USCIMMO A RIVEDERCI FUORI FACEBOOK
Un profilo in sei voci
di Vito Bianco 7 giugno 2019
Al termine di una lunga opera di persuasione da parte di una vecchia amica che me ne vantava le potenzialità, lo scorso ottobre ho fatto il mio ingresso in Facebook. Dopo un periodo di assidua frequentazione della piattaforma, di partecipazione a quella che mi è subito apparsa come una sorta di esistenza parallela, me ne sono progressivamente allontanato fino a una quasi totale sparizione: niente più commenti, interventi, o brevi testi letterari. Nessuno dei miei ottocento amici, che io sappia, ha sentito la mia mancanza. E perché mai avrebbero dovuto sentirla? L’attualità incalza e non c’è tempo di fermarsi sulle defezioni. Confesso di trovare irritanti alcune caratteristiche di FB, per esempio il narcisismo – compreso il mio – che in certi casi raggiunge livelli francamente insopportabili. Ma la fascinazione forse un po’ perversa mi è rimasta, insieme al desiderio di capire. Ci ho provato con queste sei voci, in modo libero e personale, usando un po’ di ironia e senza neppure sognarmi di chiudere il discorso ma al contrario di aprirlo. (La volontà di concludere è tipica del cretino, pare fosse solito dire Roland Barthes).
E INFINE USCIMMO A RIVEDERCI FUORI FACEBOOK
Un profilo in sei voci
di Vito Bianco 7 giugno 2019
Al termine di una lunga opera di persuasione da parte di una vecchia amica che me ne vantava le potenzialità, lo scorso ottobre ho fatto il mio ingresso in Facebook. Dopo un periodo di assidua frequentazione della piattaforma, di partecipazione a quella che mi è subito apparsa come una sorta di esistenza parallela, me ne sono progressivamente allontanato fino a una quasi totale sparizione: niente più commenti, interventi, o brevi testi letterari. Nessuno dei miei ottocento amici, che io sappia, ha sentito la mia mancanza. E perché mai avrebbero dovuto sentirla? L’attualità incalza e non c’è tempo di fermarsi sulle defezioni. Confesso di trovare irritanti alcune caratteristiche di FB, per esempio il narcisismo – compreso il mio – che in certi casi raggiunge livelli francamente insopportabili. Ma la fascinazione forse un po’ perversa mi è rimasta, insieme al desiderio di capire. Ci ho provato con queste sei voci, in modo libero e personale, usando un po’ di ironia e senza neppure sognarmi di chiudere il discorso ma al contrario di aprirlo. (La volontà di concludere è tipica del cretino, pare fosse solito dire Roland Barthes).

CHE COS'È QUESTA CRISI?
LUNGA E IMPERVIA È LA STRADA
La sinistra dopo la sconfitta europea
di Marco Palazzotto 31 maggio 2019
Le elezioni europee – lo sappiamo – rappresentano più un voto di opinione che una scelta governativa, una nomina di rappresentanti all’interno di un’istituzione con poteri abbastanza marginali rispetto a quelli che i parlamenti nazionali in Europa hanno assunto nel ‘900. Ovviamente questo voto di opinione serve, come ad esempio alla Lega, per rimodulare gli equilibri dentro il governo, e rappresenta un banco di prova per future elezioni che potremmo essere chiamati a sostenere nel caso di spaccatura insanabile tra gli alleati dell’esecutivo. Non mi soffermerò molto sui dati del voto in Italia e nel resto del continente, che abbiamo abbondantemente letto su tutti i mezzi di informazione. Rifletterei, invece, sulle sorti di quella parte politica che mi interessa particolarmente e che sta a sinistra dei partiti già socialdemocratici europei. Il gruppo GUE/NGL perde consensi, (14 seggi in meno), mentre I Verdi, grazie alla spinta soprattutto tedesca, guadagnano 19 seggi. Le destre preoccupano ma non raggiungono il risultato eclatante che si era paventato, a parte le situazioni interne di alcuni paesi, come ad esempio Italia, Francia e Regno Unito.
LUNGA E IMPERVIA È LA STRADA
La sinistra dopo la sconfitta europea
di Marco Palazzotto 31 maggio 2019
Le elezioni europee – lo sappiamo – rappresentano più un voto di opinione che una scelta governativa, una nomina di rappresentanti all’interno di un’istituzione con poteri abbastanza marginali rispetto a quelli che i parlamenti nazionali in Europa hanno assunto nel ‘900. Ovviamente questo voto di opinione serve, come ad esempio alla Lega, per rimodulare gli equilibri dentro il governo, e rappresenta un banco di prova per future elezioni che potremmo essere chiamati a sostenere nel caso di spaccatura insanabile tra gli alleati dell’esecutivo. Non mi soffermerò molto sui dati del voto in Italia e nel resto del continente, che abbiamo abbondantemente letto su tutti i mezzi di informazione. Rifletterei, invece, sulle sorti di quella parte politica che mi interessa particolarmente e che sta a sinistra dei partiti già socialdemocratici europei. Il gruppo GUE/NGL perde consensi, (14 seggi in meno), mentre I Verdi, grazie alla spinta soprattutto tedesca, guadagnano 19 seggi. Le destre preoccupano ma non raggiungono il risultato eclatante che si era paventato, a parte le situazioni interne di alcuni paesi, come ad esempio Italia, Francia e Regno Unito.

CHI LAVORA È SOTTO ATTACCO
REAGIAMO DANDO FORZA ALLA SINISTRA
Ospitiamo il seguente appello.
In seguito ad una riuscitissima assemblea con Corradino Mineo svoltasi lo scorso 10 maggio presso MoltiVolti, alcuni dei presenti hanno deciso di lanciare un appello elettorale (si può aderire scrivendo i propri dati all'evento facebook cliccando qui).
Siamo lavoratrici e lavoratori iscritti a diversi sindacati e sentiamo la necessità di prendere posizione in vista delle prossime elezioni del 26 maggio per il rinnovo del Parlamento Europeo.
In questo nuovo secolo il mondo del lavoro ha continuato a subire un’aggressione violenta, che ha portato a una drastica riduzione del potere d’acquisto, mantenendo fermi i salari per quasi una decina di anni; si è accentuata la frantumazione produttiva con l’introduzione di una precarietà selvaggia che ha portato alla creazione di una pluralità di figure in parte inedite, super-sfruttate e super-ricattate; c’è stata l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sul licenziamento per giusta causa; l’introduzione del cosiddetto Jobs Act di fatto ha esteso la precarizzazione introducendo tra l’altro l’assunzione a tempo indeterminato “a tutele crescenti”, ma che - in attesa che le tutele crescano - concede al padrone libertà totale di licenziamento; prezzi pesanti si sono pagati ad un processo di desertificazione industriale prodotto da privatizzazioni selvagge, con conseguenze distruttive e delocalizzazione di impianti all’estero, all’inseguimento del costo di lavoro più basso.
REAGIAMO DANDO FORZA ALLA SINISTRA
Ospitiamo il seguente appello.
In seguito ad una riuscitissima assemblea con Corradino Mineo svoltasi lo scorso 10 maggio presso MoltiVolti, alcuni dei presenti hanno deciso di lanciare un appello elettorale (si può aderire scrivendo i propri dati all'evento facebook cliccando qui).
Siamo lavoratrici e lavoratori iscritti a diversi sindacati e sentiamo la necessità di prendere posizione in vista delle prossime elezioni del 26 maggio per il rinnovo del Parlamento Europeo.
In questo nuovo secolo il mondo del lavoro ha continuato a subire un’aggressione violenta, che ha portato a una drastica riduzione del potere d’acquisto, mantenendo fermi i salari per quasi una decina di anni; si è accentuata la frantumazione produttiva con l’introduzione di una precarietà selvaggia che ha portato alla creazione di una pluralità di figure in parte inedite, super-sfruttate e super-ricattate; c’è stata l’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori sul licenziamento per giusta causa; l’introduzione del cosiddetto Jobs Act di fatto ha esteso la precarizzazione introducendo tra l’altro l’assunzione a tempo indeterminato “a tutele crescenti”, ma che - in attesa che le tutele crescano - concede al padrone libertà totale di licenziamento; prezzi pesanti si sono pagati ad un processo di desertificazione industriale prodotto da privatizzazioni selvagge, con conseguenze distruttive e delocalizzazione di impianti all’estero, all’inseguimento del costo di lavoro più basso.

IL FRONTE CULTURALE
TUTTO QUANTO FA (ANTI)ROMANZO
A proposito di Rachel Cusk e Transiti
di Vito Bianco 3 maggio 2019
Sembra passato un secolo dal tempo in cui fervevano i dibattiti sul futuro del romanzo. Erano i primi anni Sessanta, e un gruppo di critici e scrittori – tutti giovani e di belle speranze – provava ad agitare le acque della società letteraria italiana accusando certi celebrati nomi di arretratezza formale o di ingenuo “contenutismo”. Tra i colpiti dai sarcasmi critici degli arrabbiati c’erano Bassani e Cassola, ma anche Moravia, e qualcun altro che ora non mi viene in mente: tutti in un mucchio senza distinzione critica, com’è tipico d’ogni focosa avanguardia, storica o neo che sia. Un vero peccato, giacché un pacato esame esente da pregiudizio avrebbe mostrato quanta modernità quasi da nouveau roman vi fosse ad esempio in alcune pagine del narratore toscano, come quelle ossute del racconto Il taglio del bosco, la cui refrattaria asciuttezza avrebbe affascinato, credo, anche un Robbe-Grillet. Negli immediati dintorni c’era anche altro: Una vita violenta di Pasolini, o Memoriale di Paolo Volponi, per fare i primi due nomi e due titoli che vengono in mente. E questo per dire che spesso ci si crede avanguardia, si corre precipitosamente avanti, e ci si scorda di guardarsi attorno con la dovuta attenzione.
TUTTO QUANTO FA (ANTI)ROMANZO
A proposito di Rachel Cusk e Transiti
di Vito Bianco 3 maggio 2019
Sembra passato un secolo dal tempo in cui fervevano i dibattiti sul futuro del romanzo. Erano i primi anni Sessanta, e un gruppo di critici e scrittori – tutti giovani e di belle speranze – provava ad agitare le acque della società letteraria italiana accusando certi celebrati nomi di arretratezza formale o di ingenuo “contenutismo”. Tra i colpiti dai sarcasmi critici degli arrabbiati c’erano Bassani e Cassola, ma anche Moravia, e qualcun altro che ora non mi viene in mente: tutti in un mucchio senza distinzione critica, com’è tipico d’ogni focosa avanguardia, storica o neo che sia. Un vero peccato, giacché un pacato esame esente da pregiudizio avrebbe mostrato quanta modernità quasi da nouveau roman vi fosse ad esempio in alcune pagine del narratore toscano, come quelle ossute del racconto Il taglio del bosco, la cui refrattaria asciuttezza avrebbe affascinato, credo, anche un Robbe-Grillet. Negli immediati dintorni c’era anche altro: Una vita violenta di Pasolini, o Memoriale di Paolo Volponi, per fare i primi due nomi e due titoli che vengono in mente. E questo per dire che spesso ci si crede avanguardia, si corre precipitosamente avanti, e ci si scorda di guardarsi attorno con la dovuta attenzione.

IL FRONTE CULTURALE
DIO NON RISPONDE, E NEMMENO LA STORIA CI SENTE TROPPO BENE
La distopia mistica di Viola Di Grado
di Marta Aiello 12 aprile 2019
Città segrete, periferie ai margini del mondo assenti dalle carte geografiche, la cui esistenza deve essere negata. Sono i luoghi dove la Storia ha fallito più che altrove e le catastrofi ecologiche provocate dal sistema impietoso dei profitti che regola i destini dei popoli, producono il loro frutto malato da tenere nascosto. Per vergogna, per ragioni di convenienza politica, per mettere a tacere le coscienze. La storia di questo romanzo racconta un fatto vero di cronaca e si svolge nella Russia siberiana a Musljumovo, un minuscolo ‘villaggio al confine di tutto’ nel cui fiume, il Techla, furono sversate tonnellate di scorie radioattive. Paradigma di ogni luogo in cui scelte non ce ne sono e si crepa così o niente, nel villaggio di Musljumovo lo sguardo di ciascun abitante si adatta all’orrore in modo da non vederlo, una disperata strategia di sopravvivenza dove la fame di vita delle persone resiste a costo di rendersi ‘complici del contagio’.
DIO NON RISPONDE, E NEMMENO LA STORIA CI SENTE TROPPO BENE
La distopia mistica di Viola Di Grado
di Marta Aiello 12 aprile 2019
Città segrete, periferie ai margini del mondo assenti dalle carte geografiche, la cui esistenza deve essere negata. Sono i luoghi dove la Storia ha fallito più che altrove e le catastrofi ecologiche provocate dal sistema impietoso dei profitti che regola i destini dei popoli, producono il loro frutto malato da tenere nascosto. Per vergogna, per ragioni di convenienza politica, per mettere a tacere le coscienze. La storia di questo romanzo racconta un fatto vero di cronaca e si svolge nella Russia siberiana a Musljumovo, un minuscolo ‘villaggio al confine di tutto’ nel cui fiume, il Techla, furono sversate tonnellate di scorie radioattive. Paradigma di ogni luogo in cui scelte non ce ne sono e si crepa così o niente, nel villaggio di Musljumovo lo sguardo di ciascun abitante si adatta all’orrore in modo da non vederlo, una disperata strategia di sopravvivenza dove la fame di vita delle persone resiste a costo di rendersi ‘complici del contagio’.

IN TEORIA
UNA SPIRALE IN CONTINUO SVILUPPO
Rosa Luxemburg e l'accumulazione del capitale
di Giovanni Di Benedetto 29 marzo 2019
Quando, all’inizio del proprio discorso, nel mese di Gennaio del 1919, alcuni giorni dopo l’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, Grigorii Zinoviev, presidente del Soviet di Pietrogrado, li commemorò, ebbe a dire, pressappoco, che la Luxemburg era appartenuta a quella rara schiera di affiliati al movimento dei lavoratori che aveva avuto non solo il merito di divulgare le idee di Marx ma anche di contribuire, con la propria parola e il proprio pensiero, all’arricchimento della stessa teoria marxiana della critica dell’economia politica.
UNA SPIRALE IN CONTINUO SVILUPPO
Rosa Luxemburg e l'accumulazione del capitale
di Giovanni Di Benedetto 29 marzo 2019
Quando, all’inizio del proprio discorso, nel mese di Gennaio del 1919, alcuni giorni dopo l’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, Grigorii Zinoviev, presidente del Soviet di Pietrogrado, li commemorò, ebbe a dire, pressappoco, che la Luxemburg era appartenuta a quella rara schiera di affiliati al movimento dei lavoratori che aveva avuto non solo il merito di divulgare le idee di Marx ma anche di contribuire, con la propria parola e il proprio pensiero, all’arricchimento della stessa teoria marxiana della critica dell’economia politica.

IN TEORIA
LA FINESTRA SULL’EURO
di Marco Palazzotto 22 marzo 2019
Uscire o non uscire dall’Euro? Questo il dilemma. Per Riccardo Bellofiore, Francesco Garibaldo e Mariana Mortágua la risposta non è né sì né no, ma “mu”: parola giapponese che rappresenta un terzo termine logico possibile il cui significato è “non fare la domanda”. Viene usato quando il contesto della domanda “diviene troppo angusto per la verità della risposta”. Così gli autori di Euro al capolinea? La vera natura della crisi europea – edito da Rosenberg & Sellier (in distribuzione dallo scorso mese) – rispondono alla famosa domanda: usano le parole di Robert Pirsig in Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, affermando che l’uscita dall’Euro è la risposta alla domanda sbagliata.
LA FINESTRA SULL’EURO
di Marco Palazzotto 22 marzo 2019
Uscire o non uscire dall’Euro? Questo il dilemma. Per Riccardo Bellofiore, Francesco Garibaldo e Mariana Mortágua la risposta non è né sì né no, ma “mu”: parola giapponese che rappresenta un terzo termine logico possibile il cui significato è “non fare la domanda”. Viene usato quando il contesto della domanda “diviene troppo angusto per la verità della risposta”. Così gli autori di Euro al capolinea? La vera natura della crisi europea – edito da Rosenberg & Sellier (in distribuzione dallo scorso mese) – rispondono alla famosa domanda: usano le parole di Robert Pirsig in Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, affermando che l’uscita dall’Euro è la risposta alla domanda sbagliata.

IN TEORIA
CAPITALE DISUMANO E LAVORO SALARIATO
di Tommaso Cumbo 15 marzo 2019
L’alternanza disumana?
Il testo di Ciccarelli coglie i tratti salienti, con dovizia di informazioni che derivano da testi di legge, documenti programmatici, letteratura specialistica, etc – dell'ideologia del capitale umano [1], un concetto che ha come correlato, nel campo dei servizi di supporto alla carriera dei giovani in uscita dai percorsi di studio post-secondari, quello di ‘employability’ [2]. L’employability può essere declinata come l’insieme delle competenze (con particolare importanza di quelle cosiddette trasversali) che un giovane deve possedere per affrontare con una solida corazza, in autonomia, le turbolenze del mercato dela lavoro contemporaneo.
D’altra parte da alcuni decenni, con il tramonto dello Stato Sociale del dopoguerra, la disoccupazione e la ricerca di un lavoro sono sempre più diventati un problema individuale, tanto che possiamo parlare di un diritto del lavoro che nel nostro paese, come in altri paesi europei, ha subito una curvatura da diritto sociale a diritto di libertà [3]. Ossia da un diritto garantito in forma diretta o indiretta dallo Stato, si è passati a un diritto a cercare un lavoro e mantenerlo, con un supporto dello Stato che è circoscritto al campo delle cosiddette politiche attive con azioni di orientamento, formazione, supporto all’incontro domanda-offerta, etc.
CAPITALE DISUMANO E LAVORO SALARIATO
di Tommaso Cumbo 15 marzo 2019
L’alternanza disumana?
Il testo di Ciccarelli coglie i tratti salienti, con dovizia di informazioni che derivano da testi di legge, documenti programmatici, letteratura specialistica, etc – dell'ideologia del capitale umano [1], un concetto che ha come correlato, nel campo dei servizi di supporto alla carriera dei giovani in uscita dai percorsi di studio post-secondari, quello di ‘employability’ [2]. L’employability può essere declinata come l’insieme delle competenze (con particolare importanza di quelle cosiddette trasversali) che un giovane deve possedere per affrontare con una solida corazza, in autonomia, le turbolenze del mercato dela lavoro contemporaneo.
D’altra parte da alcuni decenni, con il tramonto dello Stato Sociale del dopoguerra, la disoccupazione e la ricerca di un lavoro sono sempre più diventati un problema individuale, tanto che possiamo parlare di un diritto del lavoro che nel nostro paese, come in altri paesi europei, ha subito una curvatura da diritto sociale a diritto di libertà [3]. Ossia da un diritto garantito in forma diretta o indiretta dallo Stato, si è passati a un diritto a cercare un lavoro e mantenerlo, con un supporto dello Stato che è circoscritto al campo delle cosiddette politiche attive con azioni di orientamento, formazione, supporto all’incontro domanda-offerta, etc.

IN TEORIA
PER UNA RIPRESA
DELLA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA
Marx a 200 anni dalla nascita
di Marco Palazzotto 8 marzo 2019
Una carrellata delle pubblicazioni, uscite nel duecentenario dalla nascita di Marx, che analizzano il pensiero maturo del filosofo tedesco e ridanno centralità alla sua critica dell’economia politica. Una versione leggermente diversa dell’articolo è apparsa su Jacobin Italia
L’anno appena trascorso sarà ricordato per il bicentenario della nascita di Karl Marx. Sono stati pubblicati in tutto il mondo numerosi scritti per ricordare le idee e la vita di uno dei più importanti pensatori della storia dell’umanità. Si è provato a rendere omaggio al “Moro” trattando di alcune pubblicazioni italiane che sono sembrate tra le più interessanti. Considerata la varietà e quantità degli argomenti affrontati in questi testi, ci si è limitati a cercare un fil rouge che li accomunasse, affinché se ne potessero ricavare delle riflessioni utili per analizzare il presente. Tale filo comune riguarderà il pensiero maturo di Marx e pertanto l’urgenza di riprendere la critica marxiana dell’economia. Si sorvolerà, per ragioni di spazio e tempo, sulle pubblicazioni biografiche.
PER UNA RIPRESA
DELLA CRITICA DELL'ECONOMIA POLITICA
Marx a 200 anni dalla nascita
di Marco Palazzotto 8 marzo 2019
Una carrellata delle pubblicazioni, uscite nel duecentenario dalla nascita di Marx, che analizzano il pensiero maturo del filosofo tedesco e ridanno centralità alla sua critica dell’economia politica. Una versione leggermente diversa dell’articolo è apparsa su Jacobin Italia
L’anno appena trascorso sarà ricordato per il bicentenario della nascita di Karl Marx. Sono stati pubblicati in tutto il mondo numerosi scritti per ricordare le idee e la vita di uno dei più importanti pensatori della storia dell’umanità. Si è provato a rendere omaggio al “Moro” trattando di alcune pubblicazioni italiane che sono sembrate tra le più interessanti. Considerata la varietà e quantità degli argomenti affrontati in questi testi, ci si è limitati a cercare un fil rouge che li accomunasse, affinché se ne potessero ricavare delle riflessioni utili per analizzare il presente. Tale filo comune riguarderà il pensiero maturo di Marx e pertanto l’urgenza di riprendere la critica marxiana dell’economia. Si sorvolerà, per ragioni di spazio e tempo, sulle pubblicazioni biografiche.

LONTANI E VICINI
LO SPETTRO DELLA SIGNORA THATCHER
(ovvero: chi ha paura di Shirley Williams?)
di Vincenzo Scalia 2 marzo 2019
Negli ultimi quattro anni la politica britannica ci ha abituati a un susseguirsi di colpi di scena. L’elezione di Jeremy Corbyn alla guida dei laburisti, il referendum sulla Brexit, l’inaspettata vittoria dei leavers, le dimissioni di David Cameron, la bocciatura dell’accordo sulla Brexit stessa. Negli ultimi giorni le scissioni all’interno dei due maggiori partiti hanno conquistato la ribalta. Il quadro politico britannico, di solito indicato come l’esempio da seguire dagli alfieri della democrazia bipartisan, in quanto presunto fautore di alternanza, stabilità e legittimità di sistema, registra dei costanti sussulti. Da qualche mese si ventila addirittura l’esistenza di un patto tra i due ex primi ministri, il conservatore John Major e il laburista Tony Blair, per creare un terzo partito che possa condizionare l’agone politico nazionale fino a giungere ad un secondo referendum sulla Brexit.
LO SPETTRO DELLA SIGNORA THATCHER
(ovvero: chi ha paura di Shirley Williams?)
di Vincenzo Scalia 2 marzo 2019
Negli ultimi quattro anni la politica britannica ci ha abituati a un susseguirsi di colpi di scena. L’elezione di Jeremy Corbyn alla guida dei laburisti, il referendum sulla Brexit, l’inaspettata vittoria dei leavers, le dimissioni di David Cameron, la bocciatura dell’accordo sulla Brexit stessa. Negli ultimi giorni le scissioni all’interno dei due maggiori partiti hanno conquistato la ribalta. Il quadro politico britannico, di solito indicato come l’esempio da seguire dagli alfieri della democrazia bipartisan, in quanto presunto fautore di alternanza, stabilità e legittimità di sistema, registra dei costanti sussulti. Da qualche mese si ventila addirittura l’esistenza di un patto tra i due ex primi ministri, il conservatore John Major e il laburista Tony Blair, per creare un terzo partito che possa condizionare l’agone politico nazionale fino a giungere ad un secondo referendum sulla Brexit.

IL FRONTE CULTURALE
STORIE DI LOTTA QUOTIDIANA
di Salvatore Cavaleri 26 febbraio 2019
“Ogni persona è una storia, è la sua storia, nelle mille storie umane che amo”, così cantava Militant A nel nel disco d’esordio degli Assalti Frontali, uscito ormai 25 anni fa. Disco che, a sua volta, faceva seguito a Batti il tuo tempo dell’Onda Rossa Posse, vero capostipite della stagione delle Posse, nella quale ricerca musicale, attivismo politico e sperimentazione linguistica si sarebbero fusi in modo dirompente, trovando nella nascita a macchia d’olio di una nuova generazione di centri sociali la propria casa naturale.
Quell’Ep rappresentò un vero e proprio spartiacque tra ’80 e ’90. In quel momento non solo nasceva il rap in italiano, ma buona parte della musica indipendente nostrana ne sarebbe uscita stravolta. Per dare conto dell’importanza che rappresentò quella sperimentazione anche dal punto di vista del linguaggio, basti dire che alcuni gruppi storici già attivi negli anni ’80, che fino ad allora avevano pubblicato dischi in inglese (Gang, Casino Royale, Afterhours, Africa Unite), da lì in poi iniziarono a cantare in italiano.
STORIE DI LOTTA QUOTIDIANA
di Salvatore Cavaleri 26 febbraio 2019
“Ogni persona è una storia, è la sua storia, nelle mille storie umane che amo”, così cantava Militant A nel nel disco d’esordio degli Assalti Frontali, uscito ormai 25 anni fa. Disco che, a sua volta, faceva seguito a Batti il tuo tempo dell’Onda Rossa Posse, vero capostipite della stagione delle Posse, nella quale ricerca musicale, attivismo politico e sperimentazione linguistica si sarebbero fusi in modo dirompente, trovando nella nascita a macchia d’olio di una nuova generazione di centri sociali la propria casa naturale.
Quell’Ep rappresentò un vero e proprio spartiacque tra ’80 e ’90. In quel momento non solo nasceva il rap in italiano, ma buona parte della musica indipendente nostrana ne sarebbe uscita stravolta. Per dare conto dell’importanza che rappresentò quella sperimentazione anche dal punto di vista del linguaggio, basti dire che alcuni gruppi storici già attivi negli anni ’80, che fino ad allora avevano pubblicato dischi in inglese (Gang, Casino Royale, Afterhours, Africa Unite), da lì in poi iniziarono a cantare in italiano.
IN RICORDO DI SARA DIPASQUALE
di Annibale Raineri 23 febbraio 2019
Ricordiamo Sara Dipasquale, figura storica della sinistra palermitana (Circolo Lenin, Praxis, infine Rifondazione), che ci ha appena lasciati. Sara è stata in questi ultimi anni un’attenta lettrice di PalermoGrad, cosa di cui andiamo fieri.
È morta Sara Dipasquale. Desidero ricordarla in questo sito, perché la comunità che lo anima, come lei, si sente legata alla storia lunga del comunismo, ma come lei, lo è nella tenacia dello studio e dell’interrogazione permanente su ciò che il mondo è oggi, rischiando in questo studio le proprie certezze. «Studiate, studiate, studiate» diceva sempre.
La voglio ricordare con un piccolo ricordo personale.
di Annibale Raineri 23 febbraio 2019
Ricordiamo Sara Dipasquale, figura storica della sinistra palermitana (Circolo Lenin, Praxis, infine Rifondazione), che ci ha appena lasciati. Sara è stata in questi ultimi anni un’attenta lettrice di PalermoGrad, cosa di cui andiamo fieri.
È morta Sara Dipasquale. Desidero ricordarla in questo sito, perché la comunità che lo anima, come lei, si sente legata alla storia lunga del comunismo, ma come lei, lo è nella tenacia dello studio e dell’interrogazione permanente su ciò che il mondo è oggi, rischiando in questo studio le proprie certezze. «Studiate, studiate, studiate» diceva sempre.
La voglio ricordare con un piccolo ricordo personale.

SEMBRA UN SECOLO
VIANDANTI NEL NULLA
Sul libro di Stefano G. Azzarà: Comunisti, fascisti e questione nazionale.
Germania 1923: fronte rossobruno o guerra d’egemonia?
[Mimesis, Milano-Udine, 2018]
di Marco Paciotti 19 febbraio 2019
Nell’attuale dibattito politico capita sovente di imbattersi nell’etichetta di “rossobrunismo”, per la quale si intende, tra chi vi aderisce entusiasticamente e chi invece vi si richiama con intenti più polemici (talvolta con toni crassamente scandalistici), un’alleanza transpolitica – oltre destra e sinistra – tra marxisti e nazionalisti contro il nemico comune costituito dal capitalismo globale transnazionale, stigmatizzato variamente quale “apolide”, “turbomondialista”, “sradicante”, “cosmopolita” etc., nel nome della difesa della “sovranità” e delle piccole patrie.
VIANDANTI NEL NULLA
Sul libro di Stefano G. Azzarà: Comunisti, fascisti e questione nazionale.
Germania 1923: fronte rossobruno o guerra d’egemonia?
[Mimesis, Milano-Udine, 2018]
di Marco Paciotti 19 febbraio 2019
Nell’attuale dibattito politico capita sovente di imbattersi nell’etichetta di “rossobrunismo”, per la quale si intende, tra chi vi aderisce entusiasticamente e chi invece vi si richiama con intenti più polemici (talvolta con toni crassamente scandalistici), un’alleanza transpolitica – oltre destra e sinistra – tra marxisti e nazionalisti contro il nemico comune costituito dal capitalismo globale transnazionale, stigmatizzato variamente quale “apolide”, “turbomondialista”, “sradicante”, “cosmopolita” etc., nel nome della difesa della “sovranità” e delle piccole patrie.

IN TEORIA
RITORNARE A MARX
Collettivo di fabbricato 12 febbraio 2019
SECONDA PARTE
qui la PRIMA PARTE
3. Come si definisce allora in Marx un metodo che sia scientificamente corretto senza configurarsi come filosofia della storia? Nell’Introduzione del ’57 ai Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, Marx teorizza una teoria della conoscenza che si articola attraverso la dialettica concreto-astratto-concreto che supera l’idealismo speculativo da un lato e l’empirismo (materialismo volgare) dall’altro, dando luogo ad un circolo di rimandi reciproci che definiscono la tendenza. Scrive Marx: “Sembra corretto cominciare con il reale ed il concreto, con l’effettivo presupposto; quindi, per es., nell’economia, con la popolazione, che è la base e il soggetto dell’intero atto sociale di produzione.
RITORNARE A MARX
Collettivo di fabbricato 12 febbraio 2019
SECONDA PARTE
qui la PRIMA PARTE
3. Come si definisce allora in Marx un metodo che sia scientificamente corretto senza configurarsi come filosofia della storia? Nell’Introduzione del ’57 ai Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, Marx teorizza una teoria della conoscenza che si articola attraverso la dialettica concreto-astratto-concreto che supera l’idealismo speculativo da un lato e l’empirismo (materialismo volgare) dall’altro, dando luogo ad un circolo di rimandi reciproci che definiscono la tendenza. Scrive Marx: “Sembra corretto cominciare con il reale ed il concreto, con l’effettivo presupposto; quindi, per es., nell’economia, con la popolazione, che è la base e il soggetto dell’intero atto sociale di produzione.

IN TEORIA
RITORNARE A MARX
Collettivo di fabbricato 5 febbraio 2019
PRIMA PARTE
Lo scritto che pubblichiamo qui di seguito è intitolato Ritornare a Marx. È stato recuperato scartabellando tra documenti, carte e libri conservati alla rinfusa e di cui avevamo quasi perso traccia. Strano destino quello di questo testo, destinato più volte all’oblio, e che invece continua periodicamente a circolare. Vale la pena allora ripercorrerne la genesi, visto che esso è il frutto singolare di un’elaborazione collettiva che, pur risalendo oramai a più di quindici anni fa, mantiene intatta una certa originalità e una significativa attualità. Tra il 2001 e il 2003 un piccolo gruppo di attivisti e attiviste decide a Palermo di dedicarsi alla lettura e allo studio del primo libro de Il Capitale. Si dà pure un nome, Collettivo di fabbricato, evocando ironicamente la pellicola di Wolfgang Becker Good Bye Lenin: forse perché in quel gruppo c’era qualcuno particolarmente affezionato alla Berlino dei tempi andati, o forse perché già allora la vittoria del capitalismo suscitava quel sentimento, un misto di rabbia e rassegnazione che, dopo l’annessione della DDR, l’Anschluss, è stato definito Ostalgie.
RITORNARE A MARX
Collettivo di fabbricato 5 febbraio 2019
PRIMA PARTE
Lo scritto che pubblichiamo qui di seguito è intitolato Ritornare a Marx. È stato recuperato scartabellando tra documenti, carte e libri conservati alla rinfusa e di cui avevamo quasi perso traccia. Strano destino quello di questo testo, destinato più volte all’oblio, e che invece continua periodicamente a circolare. Vale la pena allora ripercorrerne la genesi, visto che esso è il frutto singolare di un’elaborazione collettiva che, pur risalendo oramai a più di quindici anni fa, mantiene intatta una certa originalità e una significativa attualità. Tra il 2001 e il 2003 un piccolo gruppo di attivisti e attiviste decide a Palermo di dedicarsi alla lettura e allo studio del primo libro de Il Capitale. Si dà pure un nome, Collettivo di fabbricato, evocando ironicamente la pellicola di Wolfgang Becker Good Bye Lenin: forse perché in quel gruppo c’era qualcuno particolarmente affezionato alla Berlino dei tempi andati, o forse perché già allora la vittoria del capitalismo suscitava quel sentimento, un misto di rabbia e rassegnazione che, dopo l’annessione della DDR, l’Anschluss, è stato definito Ostalgie.

IN TEORIA
LA GRANDE INVERSIONE:
DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
di Giordano Sivini 25 gennaio 2019
(seconda parte, qui la prima parte)
Le letture dell’inversione
Arrighi prevede a livello mondiale un quadro inedito di rapporti sociali retti da una competizione tra capitali controllata da un nuovo Stato egemone. La sua analisi riguarda l’evoluzione del capitalismo, segnata da ‘agenti capitalisti’ che si arricchiscono attraverso la produzione materiale o l’investimento finanziario dove più conviene, e da Stati che in situazioni di crisi fiscale si fanno concorrenza per accaparrarsi liquidità. Storicamente si susseguono quattro cicli, ciascuno segnato dall’egemonia di uno Stato, nei quali ad una fase di espansione materiale segue una fase di espansione finanziaria; il termine ‘inversione’, citato da Braudel [1], definisce il passaggio da una fase all’altra.
LA GRANDE INVERSIONE:
DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
di Giordano Sivini 25 gennaio 2019
(seconda parte, qui la prima parte)
Le letture dell’inversione
Arrighi prevede a livello mondiale un quadro inedito di rapporti sociali retti da una competizione tra capitali controllata da un nuovo Stato egemone. La sua analisi riguarda l’evoluzione del capitalismo, segnata da ‘agenti capitalisti’ che si arricchiscono attraverso la produzione materiale o l’investimento finanziario dove più conviene, e da Stati che in situazioni di crisi fiscale si fanno concorrenza per accaparrarsi liquidità. Storicamente si susseguono quattro cicli, ciascuno segnato dall’egemonia di uno Stato, nei quali ad una fase di espansione materiale segue una fase di espansione finanziaria; il termine ‘inversione’, citato da Braudel [1], definisce il passaggio da una fase all’altra.

IL FRONTE CULTURALE
PICCOLE CITTÀ NON SCHERZANO
Gli anni Settanta secondo Vanessa Roghi
di Gilda Terranova 22 gennaio 2019
Suo padre ha “una storia comune condivisa dalla sua generazione”. Lui fa la politica come gli altri maschi mentre Lei, sua madre, fa il femminismo con le sue amiche. Sono “storie di ieri”, degli anni Settanta. A raccontarcele è Vanessa Roghi che, quando le cose accadono a lei, dice che non sa come raccontarle e per questo fa la storica, per “raccontare le cose che accadono agli altri”.
PICCOLE CITTÀ NON SCHERZANO
Gli anni Settanta secondo Vanessa Roghi
di Gilda Terranova 22 gennaio 2019
Suo padre ha “una storia comune condivisa dalla sua generazione”. Lui fa la politica come gli altri maschi mentre Lei, sua madre, fa il femminismo con le sue amiche. Sono “storie di ieri”, degli anni Settanta. A raccontarcele è Vanessa Roghi che, quando le cose accadono a lei, dice che non sa come raccontarle e per questo fa la storica, per “raccontare le cose che accadono agli altri”.

IN TEORIA
LA GRANDE INVERSIONE:
DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
di Giodano Sivini 18 gennaio 2019
(prima parte)
Dallo studio delle grandi trasformazioni che scandiscono la storia del capitalismo emergono, secondo Giovanni Arrighi, cicli successivi di accumulazione, attraversati ciascuno da fasi di espansione materiale e fasi di espansione finanziaria, in spazi di crescente ampiezza governati da Stati che ad ogni ciclo acquistano la supremazia sugli altri. La fase di espansione finanziaria si avvia quando i profitti derivanti dalla produzione e dai commerci cominciano a calare a causa di una competizione sempre più forte. Il capitale si riversa in forma liquida verso le agenzie dello Stato egemone che hanno la capacità di gestirla, provocando una grande redistribuzione di ricchezza in favore dei gruppi sociali dominanti.
LA GRANDE INVERSIONE:
DALLA VALORIZZAZIONE ALLA FINANZIARIZZAZIONE
di Giodano Sivini 18 gennaio 2019
(prima parte)
Dallo studio delle grandi trasformazioni che scandiscono la storia del capitalismo emergono, secondo Giovanni Arrighi, cicli successivi di accumulazione, attraversati ciascuno da fasi di espansione materiale e fasi di espansione finanziaria, in spazi di crescente ampiezza governati da Stati che ad ogni ciclo acquistano la supremazia sugli altri. La fase di espansione finanziaria si avvia quando i profitti derivanti dalla produzione e dai commerci cominciano a calare a causa di una competizione sempre più forte. Il capitale si riversa in forma liquida verso le agenzie dello Stato egemone che hanno la capacità di gestirla, provocando una grande redistribuzione di ricchezza in favore dei gruppi sociali dominanti.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
SE IL FUOCO DELLA RIVOLUZIONE
di Giovanni Di Benedetto 8 gennaio 2019
Se il fuoco della rivoluzione arde dentro di te nulla ti può fermare (dichiarazione di una ragazza del Kurdistan settentrionale)
(Davide Grasso, Hevalen)
Davide Grasso è un violento? Un elemento socialmente pericoloso? Ho conosciuto Davide Grasso nel corso della presentazione del suo libro Hevalen (Edizioni Alegre 2017) che PalermoGrad ha organizzato l’estate scorsa a Palermo, presso la sede del circolo Porco Rosso. Una vera e propria lezione di storia sul popolo curdo, quaranta milioni di persone, una nazione condannata all’inesistenza perché spartita tra Turchia, Siria, Iran e Iraq.
SE IL FUOCO DELLA RIVOLUZIONE
di Giovanni Di Benedetto 8 gennaio 2019
Se il fuoco della rivoluzione arde dentro di te nulla ti può fermare (dichiarazione di una ragazza del Kurdistan settentrionale)
(Davide Grasso, Hevalen)
Davide Grasso è un violento? Un elemento socialmente pericoloso? Ho conosciuto Davide Grasso nel corso della presentazione del suo libro Hevalen (Edizioni Alegre 2017) che PalermoGrad ha organizzato l’estate scorsa a Palermo, presso la sede del circolo Porco Rosso. Una vera e propria lezione di storia sul popolo curdo, quaranta milioni di persone, una nazione condannata all’inesistenza perché spartita tra Turchia, Siria, Iran e Iraq.

IL FRONTE CULTURALE
LIBRI DELL'ANNO 2018
Anche quest’anno redattori, collaboratori e lettori di PalermoGrad hanno scelto i loro Libri dell’Anno; e anche quest’anno c’è stato chi si è limitato segnalare il titolo, chi si è lanciato in vere e proprie mini-recensioni. Erano ammessi titoli pubblicati in qualsiasi lingua a partire da ottobre 2017, comprese riedizioni se in presenza di una nuova traduzione e/o introduzione. Ricordiamo con l’occasione l’autore di uno dei Libri dell’Anno 2016, Laurence Raw, che è scomparso in questo triste 2018. Raw, un inglese che insegnava da tempo in Turchia, era una delle autorità mondiali nel campo dello studio delle trasposizioni radiofoniche, televisive e cinematografiche della letteratura, grandissimo esperto del cinema di Ridley Scott e - come scrivevamo nel 2016 - autore di “un libro dedicato a Donald Wolfit, personaggio ricordato più che altro per avere inspirato i film Il Servo di Scena e – più indirettamente – Oscar Insanguinato, ma che fu tra i massimi protagonisti del teatro shakespeariano del dopoguerra.
LIBRI DELL'ANNO 2018
Anche quest’anno redattori, collaboratori e lettori di PalermoGrad hanno scelto i loro Libri dell’Anno; e anche quest’anno c’è stato chi si è limitato segnalare il titolo, chi si è lanciato in vere e proprie mini-recensioni. Erano ammessi titoli pubblicati in qualsiasi lingua a partire da ottobre 2017, comprese riedizioni se in presenza di una nuova traduzione e/o introduzione. Ricordiamo con l’occasione l’autore di uno dei Libri dell’Anno 2016, Laurence Raw, che è scomparso in questo triste 2018. Raw, un inglese che insegnava da tempo in Turchia, era una delle autorità mondiali nel campo dello studio delle trasposizioni radiofoniche, televisive e cinematografiche della letteratura, grandissimo esperto del cinema di Ridley Scott e - come scrivevamo nel 2016 - autore di “un libro dedicato a Donald Wolfit, personaggio ricordato più che altro per avere inspirato i film Il Servo di Scena e – più indirettamente – Oscar Insanguinato, ma che fu tra i massimi protagonisti del teatro shakespeariano del dopoguerra.

IN TEORIA
CONFLITTO CRISI INCERTEZZA
La teoria economica dominante e le teorie alternative
di Marco Palazzotto
Nell’ultimo trentennio, dopo l’abbandono delle politiche economiche di stampo keynesiano soprattutto in Europa, le scuole accademiche che si rifanno alla teoria neoclassica hanno preso il sopravvento su tutte quelle cosiddette critiche fino ad assurgere a pensiero unico. Autori considerati eretici come Marx o Sraffa sono stati completamente dimenticati, mentre Keynes è stato relegato in quell’ibrido teorico rappresentato dalla sintesi neoclassica.
CONFLITTO CRISI INCERTEZZA
La teoria economica dominante e le teorie alternative
di Marco Palazzotto
Nell’ultimo trentennio, dopo l’abbandono delle politiche economiche di stampo keynesiano soprattutto in Europa, le scuole accademiche che si rifanno alla teoria neoclassica hanno preso il sopravvento su tutte quelle cosiddette critiche fino ad assurgere a pensiero unico. Autori considerati eretici come Marx o Sraffa sono stati completamente dimenticati, mentre Keynes è stato relegato in quell’ibrido teorico rappresentato dalla sintesi neoclassica.

IL FRONTE CULTURALE
ROBESPIERRE CONTRO L'ANGLOFILO
I 60 anni di Dracula il vampiro
di Pavlov Dogg 14 dicembre 2018
60 anni fa, il 20 dicembre del 1958, giungeva nelle sale cinematografiche italiane Dracula il vampiro, versione doppiata di The Horror of Dracula, diretto da Terence Fisher. Questo film è uno dei maggiori classici del cinema dell’orrore e rimane tutt’ora tra i 4-5 migliori in assoluto nel genere strettamente “vampirico”: sicuramente inferiore, a parere di chi scrive, soltanto all’inarrivabile La stirpe dei vampiri, un film messicano diretto l’anno prima da Fernando Méndez, con il supremo Germán Robles nel ruolo del Conte Karol de Lavud. Il successo del film dell’inglese Fisher confermò definitivamente due cose tutt’altro che scontate prima dell’uscita (nel 1956)
ROBESPIERRE CONTRO L'ANGLOFILO
I 60 anni di Dracula il vampiro
di Pavlov Dogg 14 dicembre 2018
60 anni fa, il 20 dicembre del 1958, giungeva nelle sale cinematografiche italiane Dracula il vampiro, versione doppiata di The Horror of Dracula, diretto da Terence Fisher. Questo film è uno dei maggiori classici del cinema dell’orrore e rimane tutt’ora tra i 4-5 migliori in assoluto nel genere strettamente “vampirico”: sicuramente inferiore, a parere di chi scrive, soltanto all’inarrivabile La stirpe dei vampiri, un film messicano diretto l’anno prima da Fernando Méndez, con il supremo Germán Robles nel ruolo del Conte Karol de Lavud. Il successo del film dell’inglese Fisher confermò definitivamente due cose tutt’altro che scontate prima dell’uscita (nel 1956)

IL FRONTE CULTURALE
DAGHELA INDIETRO UN PASSO
Il Risorgimento ‘nordista’di Luciano Bianciardi
di Marcello Benfante 7 dicembre 2018
Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 - Milano 1971), insegnante elementare, bibliotecario, giornalista, traduttore, scrittore, intellettuale anticonformista, refrattario a qualsiasi omologazione, compresa quella del successo, è stato, da antagonista, da ribelle, daoutsider, una delle figure più significative della cultura italiana negli anni del cosiddetto boom economico.
DAGHELA INDIETRO UN PASSO
Il Risorgimento ‘nordista’di Luciano Bianciardi
di Marcello Benfante 7 dicembre 2018
Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 - Milano 1971), insegnante elementare, bibliotecario, giornalista, traduttore, scrittore, intellettuale anticonformista, refrattario a qualsiasi omologazione, compresa quella del successo, è stato, da antagonista, da ribelle, daoutsider, una delle figure più significative della cultura italiana negli anni del cosiddetto boom economico.

IN TEORIA
DAGLI SCIOPERI DELLE DONNE A UN NUOVO
MOVIMENTO DI CLASSE: LA TERZA ONDATA FEMMINISTA*
di Cinzia Arruzza 3 dicembre 2018
Il 23 ottobre scorso, migliaia di lavoratrici delle pulizie di Glasgow, hanno dato il via alla manifestazione sindacale per la parità salariale organizzata da PSI, Unison e GMB Union con un minuto di silenzio, in ricordo delle lavoratrici morte prima di poter vedere il giorno in cui al proprio lavoro venisse finalmente accordata la stessa dignità e lo stesso valore del lavoro dei propri colleghi uomini. In questo atto si esprimeva piena consapevolezza di una lunga storia fatta di umiliazioni grandi e piccole, di lavoro invisibile, non riconosciuto o sottopagato, di ingiustizie e meschinità, così come dell’enormità della sfida lanciata con lo sciopero delle donne. Parità salariale: un obiettivo ragionevole, quasi banale, e tuttavia così difficile da realizzare.
DAGLI SCIOPERI DELLE DONNE A UN NUOVO
MOVIMENTO DI CLASSE: LA TERZA ONDATA FEMMINISTA*
di Cinzia Arruzza 3 dicembre 2018
Il 23 ottobre scorso, migliaia di lavoratrici delle pulizie di Glasgow, hanno dato il via alla manifestazione sindacale per la parità salariale organizzata da PSI, Unison e GMB Union con un minuto di silenzio, in ricordo delle lavoratrici morte prima di poter vedere il giorno in cui al proprio lavoro venisse finalmente accordata la stessa dignità e lo stesso valore del lavoro dei propri colleghi uomini. In questo atto si esprimeva piena consapevolezza di una lunga storia fatta di umiliazioni grandi e piccole, di lavoro invisibile, non riconosciuto o sottopagato, di ingiustizie e meschinità, così come dell’enormità della sfida lanciata con lo sciopero delle donne. Parità salariale: un obiettivo ragionevole, quasi banale, e tuttavia così difficile da realizzare.

IN TEORIA
ANCORA SU DAVID HARVEY, MARX E LA FOLLIA DEL CAPITALE
di Giovanni Di Benedetto 30 novembre 2018
“Date la triste condizione e la traiettoria confusa del capitalismo globale dal crollo del 2007-2008, e date le loro conseguenze disastrose per la vita quotidiana di milioni di persone, sembra sia un buon momento per rivedere ciò che Marx era riuscito a capire. Forse qui c’è qualche idea utile per chiarire la natura dei problemi che abbiamo di fronte oggi”
(David Harvey, Marx e la follia del capitale).
In un precedente scritto dedicato al libro di David Harvey Marx e la follia del Capitale (Feltrinelli 2018) si è provato a fornire, in un compendio generale e provvisorio a un tempo, un resoconto del taglio complessivo utilizzato dall’autore per illustrare, marxianamente, il modo in cui le leggi del moto del capitale influenzano la vita quotidiana delle persone.
ANCORA SU DAVID HARVEY, MARX E LA FOLLIA DEL CAPITALE
di Giovanni Di Benedetto 30 novembre 2018
“Date la triste condizione e la traiettoria confusa del capitalismo globale dal crollo del 2007-2008, e date le loro conseguenze disastrose per la vita quotidiana di milioni di persone, sembra sia un buon momento per rivedere ciò che Marx era riuscito a capire. Forse qui c’è qualche idea utile per chiarire la natura dei problemi che abbiamo di fronte oggi”
(David Harvey, Marx e la follia del capitale).
In un precedente scritto dedicato al libro di David Harvey Marx e la follia del Capitale (Feltrinelli 2018) si è provato a fornire, in un compendio generale e provvisorio a un tempo, un resoconto del taglio complessivo utilizzato dall’autore per illustrare, marxianamente, il modo in cui le leggi del moto del capitale influenzano la vita quotidiana delle persone.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
CONGRESSI CGIL: OLTRE IL PENSIERO CONVENZIONALE
di Marco Palazzotto 23 novembre 2018
In queste settimane si stanno svolgendo i Congressi delle strutture della CGIL, che si concluderanno con il Congresso nazionale del 22-25 gennaio 2019. Sugli organi di stampa e i social media si sta parlando molto della candidatura di Maurizio Landini, proposto da Susanna Camusso a guidare il sindacato più grande d’Italia per i prossimi 4 anni. Questa candidatura, nelle modalità e nei tempi in cui è stata presentata, ha creato un dibattito molto intenso all’interno dell’organizzazione. Un altro contendente dovrebbe essere Vincenzo Colla, il cui nome non è stato ancora ufficializzato, almeno nelle sedi statutarie opportune.
CONGRESSI CGIL: OLTRE IL PENSIERO CONVENZIONALE
di Marco Palazzotto 23 novembre 2018
In queste settimane si stanno svolgendo i Congressi delle strutture della CGIL, che si concluderanno con il Congresso nazionale del 22-25 gennaio 2019. Sugli organi di stampa e i social media si sta parlando molto della candidatura di Maurizio Landini, proposto da Susanna Camusso a guidare il sindacato più grande d’Italia per i prossimi 4 anni. Questa candidatura, nelle modalità e nei tempi in cui è stata presentata, ha creato un dibattito molto intenso all’interno dell’organizzazione. Un altro contendente dovrebbe essere Vincenzo Colla, il cui nome non è stato ancora ufficializzato, almeno nelle sedi statutarie opportune.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
DOPO IL CONSENSO: L’EUROPA TERRENO DI SCONTRO FRA DUE PARADIGMI
di Angelo Foscari 21 novembre 2018
“Solo la fede nell’esistenza di un equilibrio ottimale e universale propria della teoria neoclassica porta a eliminare l’aggettivo da ‘scienza sociale’; solo che così facendo si svilisce lo studio dell’economia, la si trasforma in scienza inutile”.
È soltanto alla penultima pagina del suo nuovo libro (La scienza inutile, pubblicato dalla LUISS University Press) che Francesco Saraceno – vicedirettore dell’OFCE (Observatoire Français des Conjonctures Économiques) di Parigi, dove insegna macroeconomia internazionale ed europea – rende esplicito il senso del titolo; ma tutte e 171 le pagine in cui si sviluppa il suo discorso – rigoroso e insieme perfettamente accessibile al lettore non specialista – sono animate da una polemica contro il ‘Nuovo Consenso’ che tra gli anni Ottanta e Novanta ha prevalso nella comunità degli economisti.
DOPO IL CONSENSO: L’EUROPA TERRENO DI SCONTRO FRA DUE PARADIGMI
di Angelo Foscari 21 novembre 2018
“Solo la fede nell’esistenza di un equilibrio ottimale e universale propria della teoria neoclassica porta a eliminare l’aggettivo da ‘scienza sociale’; solo che così facendo si svilisce lo studio dell’economia, la si trasforma in scienza inutile”.
È soltanto alla penultima pagina del suo nuovo libro (La scienza inutile, pubblicato dalla LUISS University Press) che Francesco Saraceno – vicedirettore dell’OFCE (Observatoire Français des Conjonctures Économiques) di Parigi, dove insegna macroeconomia internazionale ed europea – rende esplicito il senso del titolo; ma tutte e 171 le pagine in cui si sviluppa il suo discorso – rigoroso e insieme perfettamente accessibile al lettore non specialista – sono animate da una polemica contro il ‘Nuovo Consenso’ che tra gli anni Ottanta e Novanta ha prevalso nella comunità degli economisti.

LONTANI E VICINI
IL DECRETO SALVINI E LA LOTTA DI CLASSE
di Richard Brodie 16 novembre 2018
Lo scopo del decreto legge Sicurezza è ormai chiaro: creare insicurezza al fine di sostenere la campagna elettorale della Lega. Il contesto sociale che ha amplificato il suo consenso è quello della precarietà e povertà della classe operaia, per lo più classe operaia nera. Per scavalcare il Movimento Cinque Stelle, la Lega deve consolidare il sostegno del blocco sociale razzista, fomentando l’odio razziale dentro l’intera società. Inoltre Salvini sostiene il decreto Pillon, per non spezzare il legame con Forza Italia e con l’elettorato cattolico di destra, quest’ultimo in cerca di un nuovo erede della DC.
IL DECRETO SALVINI E LA LOTTA DI CLASSE
di Richard Brodie 16 novembre 2018
Lo scopo del decreto legge Sicurezza è ormai chiaro: creare insicurezza al fine di sostenere la campagna elettorale della Lega. Il contesto sociale che ha amplificato il suo consenso è quello della precarietà e povertà della classe operaia, per lo più classe operaia nera. Per scavalcare il Movimento Cinque Stelle, la Lega deve consolidare il sostegno del blocco sociale razzista, fomentando l’odio razziale dentro l’intera società. Inoltre Salvini sostiene il decreto Pillon, per non spezzare il legame con Forza Italia e con l’elettorato cattolico di destra, quest’ultimo in cerca di un nuovo erede della DC.

IN TEORIA
DAVID HARVEY E LA FOLLIA DEL CAPITALE
di Giovanni Di Benedetto 9 novembre 2018
“Una condizione della produzione fondata sul capitale è quindi la produzione di un cerchio della circolazione costantemente allargato […]. La tendenza a creare il mercato mondiale è data immediatamente nel concetto del capitale stesso. Ogni limite si presenta come un ostacolo da superare. […] Nei confronti di tutto questo esso è distruttivo e agisce nel senso di un perenne rivoluzionamento, abbattendo tutte le barriere che ostacolano lo sviluppo delle forze produttive, l’espansione dei bisogni, la molteplicità della produzione e lo sfruttamento e lo scambio delle forze della natura e dello spirito.”
(Karl Marx, Grundrisse. Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica)
David Harvey è uno dei più importanti studiosi di Marx. Nel suo lavoro si coniugano il tentativo ostinato, pedagogico si potrebbe dire, di rendere, per quanto è possibile, immediatamente comprensibile la teoria di Marx e la convinzione che la ricerca marxista, per essere davvero produttiva, debba lavorare in campo aperto, superando gli angusti vincoli della tradizione e gli steccati dell’ortodossia e dello specialismo disciplinare. Il taglio peculiare dell’interpretazione di Harvey è costituito dall’interesse per il modo in cui l’accumulazione del capitale si dispiega entro le coordinate geografiche dello spazio e quelle storiche del tempo.
DAVID HARVEY E LA FOLLIA DEL CAPITALE
di Giovanni Di Benedetto 9 novembre 2018
“Una condizione della produzione fondata sul capitale è quindi la produzione di un cerchio della circolazione costantemente allargato […]. La tendenza a creare il mercato mondiale è data immediatamente nel concetto del capitale stesso. Ogni limite si presenta come un ostacolo da superare. […] Nei confronti di tutto questo esso è distruttivo e agisce nel senso di un perenne rivoluzionamento, abbattendo tutte le barriere che ostacolano lo sviluppo delle forze produttive, l’espansione dei bisogni, la molteplicità della produzione e lo sfruttamento e lo scambio delle forze della natura e dello spirito.”
(Karl Marx, Grundrisse. Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica)
David Harvey è uno dei più importanti studiosi di Marx. Nel suo lavoro si coniugano il tentativo ostinato, pedagogico si potrebbe dire, di rendere, per quanto è possibile, immediatamente comprensibile la teoria di Marx e la convinzione che la ricerca marxista, per essere davvero produttiva, debba lavorare in campo aperto, superando gli angusti vincoli della tradizione e gli steccati dell’ortodossia e dello specialismo disciplinare. Il taglio peculiare dell’interpretazione di Harvey è costituito dall’interesse per il modo in cui l’accumulazione del capitale si dispiega entro le coordinate geografiche dello spazio e quelle storiche del tempo.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
INDIETRO NON SI TORNA… PURTROPPO
di Alfonso Geraci e Marco Palazzotto 2 novembre 2018
Dopo Nuovo PCI e Sinistra Anticapitalista, anche il PRC ha abbandonato il progetto PAP. Il documento votato dal CPN di Rifondazione non suscita entusiasmi, ma anche noi – che abbiamo condiviso per un anno il cammino di Potere al Popolo – abbiamo lasciato PAP dopo la votazione sui due statuti contrapposti, ritenendo (con motivazioni e preoccupazioni in buona misura diverse da quelle espresse dalla mozione di cui sopra) che si sia giunti a un capolinea, e che PAP abbia costruito e “blindato” un meccanismo di funzionamento sbagliatissimo e che rende molto difficile se non impossibile al singolo militante partecipare coscientemente ed efficacemente alla vita dell’organizzazione. Queste nostre riflessioni intendono avviare un dibattito, per cui auspichiamo che sia i compagni che proseguiranno il percorso di PAP che quelli che l’hanno abbandonato vogliano intervenire. [AG, MP]
INDIETRO NON SI TORNA… PURTROPPO
di Alfonso Geraci e Marco Palazzotto 2 novembre 2018
Dopo Nuovo PCI e Sinistra Anticapitalista, anche il PRC ha abbandonato il progetto PAP. Il documento votato dal CPN di Rifondazione non suscita entusiasmi, ma anche noi – che abbiamo condiviso per un anno il cammino di Potere al Popolo – abbiamo lasciato PAP dopo la votazione sui due statuti contrapposti, ritenendo (con motivazioni e preoccupazioni in buona misura diverse da quelle espresse dalla mozione di cui sopra) che si sia giunti a un capolinea, e che PAP abbia costruito e “blindato” un meccanismo di funzionamento sbagliatissimo e che rende molto difficile se non impossibile al singolo militante partecipare coscientemente ed efficacemente alla vita dell’organizzazione. Queste nostre riflessioni intendono avviare un dibattito, per cui auspichiamo che sia i compagni che proseguiranno il percorso di PAP che quelli che l’hanno abbandonato vogliano intervenire. [AG, MP]

LONTANI E VICINI
ADDAVENÌ JEREMY CORBYN
di Vincenzo Scalia 19 ottobre 2018
Mentre in Europa Continentale attecchiscono i nazionalismi, e l’Italia si propone come laboratorio della post-democrazia mediatica, oltremanica la situazione per la sinistra sembra lasciare spazio a qualche speranza. Jeremy Corbyn, ormai da tre anni saldamente alla testa dei Labour, consolida la sua leadership con un programma politico improntato alle nazionalizzazioni, al rilancio del welfare state, al sostegno alla Palestina, a Maduro e al neo-presidente messicano; nonché – almeno fino a qualche mese fa – all’opposizione al Trident, cioè il sommergibile nucleare.
ADDAVENÌ JEREMY CORBYN
di Vincenzo Scalia 19 ottobre 2018
Mentre in Europa Continentale attecchiscono i nazionalismi, e l’Italia si propone come laboratorio della post-democrazia mediatica, oltremanica la situazione per la sinistra sembra lasciare spazio a qualche speranza. Jeremy Corbyn, ormai da tre anni saldamente alla testa dei Labour, consolida la sua leadership con un programma politico improntato alle nazionalizzazioni, al rilancio del welfare state, al sostegno alla Palestina, a Maduro e al neo-presidente messicano; nonché – almeno fino a qualche mese fa – all’opposizione al Trident, cioè il sommergibile nucleare.

IL FRONTE CULTURALE
L’AFRICA DI MANGANELLI
di Vito Bianco 16 ottobre 2018
Mi piace pensare che prima o poi dal fantastico baule manganelliano di inediti d’ogni foggia e ispirazione salti fuori il resoconto di un viaggio sulla luna coraggiosamente compiuto dall’inappuntabile professor Giorgio Manganelli verso la fine degli anni Sessanta, per conto, mettiamo, di un immaginario Istituto Italiano per la Ricerca Aereospaziale e rimasto sino a oggi inedito per ovvie, e ormai superate, ragioni di segretezza. Cosa mai potrebbe scrivere l’umoroso, il mercuriale Manganelli dopo un’intrusiva permanenza di un paio di settimane sull’astro più cantato vagheggiato sospirato dai poeti? Forse scriverebbe che, al pari di Ascoli Piceno, non esiste, o che in fondo, quanto a bellezza e mistero, è stato dai suddetti poeti sopravvalutato.
L’AFRICA DI MANGANELLI
di Vito Bianco 16 ottobre 2018
Mi piace pensare che prima o poi dal fantastico baule manganelliano di inediti d’ogni foggia e ispirazione salti fuori il resoconto di un viaggio sulla luna coraggiosamente compiuto dall’inappuntabile professor Giorgio Manganelli verso la fine degli anni Sessanta, per conto, mettiamo, di un immaginario Istituto Italiano per la Ricerca Aereospaziale e rimasto sino a oggi inedito per ovvie, e ormai superate, ragioni di segretezza. Cosa mai potrebbe scrivere l’umoroso, il mercuriale Manganelli dopo un’intrusiva permanenza di un paio di settimane sull’astro più cantato vagheggiato sospirato dai poeti? Forse scriverebbe che, al pari di Ascoli Piceno, non esiste, o che in fondo, quanto a bellezza e mistero, è stato dai suddetti poeti sopravvalutato.

SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA
DOPO L'UOMO OMBRA
Il testamento ideologico di Dashiell Hammett
di Marcello Benfante 12 ottobre 2018
[si conclude con questa Postilla, dedicata al romanzo e ai film da cui prende il titolo, la serie di Marcello Benfante. Le puntate precedenti sono: Pericolo Giallo (29/11/2016); Solo per i tuoi occhi (10/1/2017); Mary per sempre (7/2/2017); La lezione è finita (14/3/2017); Ma un giorno, cara stella (4/4/2017); Non capisco perché tutti quanti continuano – insistentemente – a chiamarlo ‘Graphic Novel’ (4/7/2017); Il cappello noir (7/11/2017); Viene avanti il cretino (6/2/2018); Un sacco di astronavi in questa libreria (10/7/2018); Non ho l’età (12/9/2108)]
DOPO L'UOMO OMBRA
Il testamento ideologico di Dashiell Hammett
di Marcello Benfante 12 ottobre 2018
[si conclude con questa Postilla, dedicata al romanzo e ai film da cui prende il titolo, la serie di Marcello Benfante. Le puntate precedenti sono: Pericolo Giallo (29/11/2016); Solo per i tuoi occhi (10/1/2017); Mary per sempre (7/2/2017); La lezione è finita (14/3/2017); Ma un giorno, cara stella (4/4/2017); Non capisco perché tutti quanti continuano – insistentemente – a chiamarlo ‘Graphic Novel’ (4/7/2017); Il cappello noir (7/11/2017); Viene avanti il cretino (6/2/2018); Un sacco di astronavi in questa libreria (10/7/2018); Non ho l’età (12/9/2108)]

IN TEORIA
A PARTIRE DA SIMONE WEIL.
IL NOSTRO TEMPO CI INTERROGA
di Annibale C. Raineri 7 ottobre 2018
Il testo di Annibale Raineri, che qui di seguito pubblichiamo, nasce come contributo alla riflessione che impegna l’Arca in preparazione del Capitolo internazionale che si terrà nel 2019. L’Arca è un movimento nonviolento fondato da Lanza del Vasto nel 1948 (https://archecom.org), che ha una realtà a Belpasso in provincia di Catania (http://www.trefinestre.flazio.com). Tuttavia per le tematiche che solleva e per gli spunti di analisi che offre riteniamo che il suo interesse vada oltre l’ambito al era stato originariamente destinato.
Tempo
Che cosa è il nostro tempo?
Il nostro tempo è una struttura stratificata, in cui coesistono più cicli storici. Noi viviamo simultaneamente vicende non-simultanee: sincronia dell’asincronico. La crisi che viviamo è una faglia in cui – in una congiuntura il cui tempo non possiamo determinare – le diverse rotture, aperte in ciascuno di questi cicli, si sovrappongono determinando un’unica frattura.
A PARTIRE DA SIMONE WEIL.
IL NOSTRO TEMPO CI INTERROGA
di Annibale C. Raineri 7 ottobre 2018
Il testo di Annibale Raineri, che qui di seguito pubblichiamo, nasce come contributo alla riflessione che impegna l’Arca in preparazione del Capitolo internazionale che si terrà nel 2019. L’Arca è un movimento nonviolento fondato da Lanza del Vasto nel 1948 (https://archecom.org), che ha una realtà a Belpasso in provincia di Catania (http://www.trefinestre.flazio.com). Tuttavia per le tematiche che solleva e per gli spunti di analisi che offre riteniamo che il suo interesse vada oltre l’ambito al era stato originariamente destinato.
Tempo
Che cosa è il nostro tempo?
Il nostro tempo è una struttura stratificata, in cui coesistono più cicli storici. Noi viviamo simultaneamente vicende non-simultanee: sincronia dell’asincronico. La crisi che viviamo è una faglia in cui – in una congiuntura il cui tempo non possiamo determinare – le diverse rotture, aperte in ciascuno di questi cicli, si sovrappongono determinando un’unica frattura.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
SOVRANISMO, MALATTIA INFANTILE
DELLA NUOVA SINISTRA?
di Marco Palazzotto 28 settembre 2018
Negli ultimi anni, a seguito dello scoppio della crisi europea del 2008, è nato un interesse particolare per le problematiche inerenti l’Unione Europea e l’Euro. Anche a Palermo si è letto, discusso, organizzato eventi, seminari, presentazioni di libri, riflettendo – pure nelle pagine di questo sito – sulle conseguenze della crisi europea, tentando di elaborare proposte che contrastassero gli effetti nefasti della recessione.
SOVRANISMO, MALATTIA INFANTILE
DELLA NUOVA SINISTRA?
di Marco Palazzotto 28 settembre 2018
Negli ultimi anni, a seguito dello scoppio della crisi europea del 2008, è nato un interesse particolare per le problematiche inerenti l’Unione Europea e l’Euro. Anche a Palermo si è letto, discusso, organizzato eventi, seminari, presentazioni di libri, riflettendo – pure nelle pagine di questo sito – sulle conseguenze della crisi europea, tentando di elaborare proposte che contrastassero gli effetti nefasti della recessione.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
DISAGIO SCOLASTICO
Gli effetti nefasti dell’ideologia mercantile nell’istruzione pubblica
di Giovanni Di Benedetto 21 settembre 2018
Dopo alcuni anni di sperimentazione della legge 107/2015 oggi possiamo dire che tutte le più nefaste previsioni che avevamo formulato si sono puntualmente realizzate. Anzi, la realtà ha superato l’immaginazione e le condizioni della scuola pubblica sono più catastrofiche che mai. Si sono analizzate, con grande dovizia di particolari, le incongruenze di un dispositivo legislativo che è lungi dall’essere completato in tutte le sue articolazioni ma che ha già manifestato limiti e storture.
DISAGIO SCOLASTICO
Gli effetti nefasti dell’ideologia mercantile nell’istruzione pubblica
di Giovanni Di Benedetto 21 settembre 2018
Dopo alcuni anni di sperimentazione della legge 107/2015 oggi possiamo dire che tutte le più nefaste previsioni che avevamo formulato si sono puntualmente realizzate. Anzi, la realtà ha superato l’immaginazione e le condizioni della scuola pubblica sono più catastrofiche che mai. Si sono analizzate, con grande dovizia di particolari, le incongruenze di un dispositivo legislativo che è lungi dall’essere completato in tutte le sue articolazioni ma che ha già manifestato limiti e storture.

SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA
NON HO L'ETÀ
Esiste la Letteratura per Ragazzi?
di Marcello Benfante 12 settembre 2018
“Perché nei libri dei ragazzi c’è tutto”
(Ennio Flaiano Diario notturno)
La soffitta di Tommy e Tuppence
Vi ricordate il folgorante inizio de Le porte di Damasco di Agatha Christie? “‘Libri!’ esclamò Tuppence, e non fu solo una parola, ma uno scatto d’impazienza”. Un apritisesamo, piuttosto. Tuppence nel travaglio di un trasloco ha trovato un tesoro. Di carta, ovviamente, ma non meno prezioso. È un mucchio di libri relegati nella soffitta della casa che con Tommy ha appena acquistato: “una casa proprio come piace a noi, la casa che avevamo sempre desiderato”. Sono libri che appartenevano ai vecchi proprietari, che la coppia di ex investigatori, ormai in pensione, ha comprato per una modesta cifra insieme ad alcuni “mostruosi” mobili di cui si è subito sbarazzata. Ma i “libri no, ho visto subito che erano belli, soprattutto quelli per ragazzi”, dice Tuppence.
NON HO L'ETÀ
Esiste la Letteratura per Ragazzi?
di Marcello Benfante 12 settembre 2018
“Perché nei libri dei ragazzi c’è tutto”
(Ennio Flaiano Diario notturno)
La soffitta di Tommy e Tuppence
Vi ricordate il folgorante inizio de Le porte di Damasco di Agatha Christie? “‘Libri!’ esclamò Tuppence, e non fu solo una parola, ma uno scatto d’impazienza”. Un apritisesamo, piuttosto. Tuppence nel travaglio di un trasloco ha trovato un tesoro. Di carta, ovviamente, ma non meno prezioso. È un mucchio di libri relegati nella soffitta della casa che con Tommy ha appena acquistato: “una casa proprio come piace a noi, la casa che avevamo sempre desiderato”. Sono libri che appartenevano ai vecchi proprietari, che la coppia di ex investigatori, ormai in pensione, ha comprato per una modesta cifra insieme ad alcuni “mostruosi” mobili di cui si è subito sbarazzata. Ma i “libri no, ho visto subito che erano belli, soprattutto quelli per ragazzi”, dice Tuppence.

IL FRONTE CULTURALE
UNA RIVOLUZIONE BORGHESE?
La Storia del Rock e il Presente Neoliberista nel romanzo di D.J. Taylor
di Pavlov Dogg 4 settembre 2018
D.J. Taylor, Rock and Roll is Life: The True Story of the Helium Kids by One Who Was There, Constable, 2018
Mentre il tempo procede, noi siamo attorniati dalle rovine di Roma, da cattedrali, da castelli. La storia non è nulla di separato dalla vita, nulla di distinto dal presente per la sua distanza temporale. Il fiorire di un’epoca è breve e da un’epoca all’altra si tramanda la fame di una soddisfazione totale che non può mai essere saziata. (Wilhelm Dilthey)
No, non è John Lennon – e nemmeno Mick Jagger – il primo personaggio reale a fare un ‘cameo’ in questo romanzo che pure è solidamente ambientato nel mondo della musica rock (e nel quale a tempo debito compaiono brevemente i due succitati, e Paul McCartney, Keith Richards nonché Andy Warhol), all’interno del quale si svolge la carriera di 5 ragazzotti di Shepperton, gli Helium Kids, tra gli anni ’60 del ventesimo e la prima decade di questo ventunesimo secolo. Non è John Lennon, bensì… Barry Goldwater.
UNA RIVOLUZIONE BORGHESE?
La Storia del Rock e il Presente Neoliberista nel romanzo di D.J. Taylor
di Pavlov Dogg 4 settembre 2018
D.J. Taylor, Rock and Roll is Life: The True Story of the Helium Kids by One Who Was There, Constable, 2018
Mentre il tempo procede, noi siamo attorniati dalle rovine di Roma, da cattedrali, da castelli. La storia non è nulla di separato dalla vita, nulla di distinto dal presente per la sua distanza temporale. Il fiorire di un’epoca è breve e da un’epoca all’altra si tramanda la fame di una soddisfazione totale che non può mai essere saziata. (Wilhelm Dilthey)
No, non è John Lennon – e nemmeno Mick Jagger – il primo personaggio reale a fare un ‘cameo’ in questo romanzo che pure è solidamente ambientato nel mondo della musica rock (e nel quale a tempo debito compaiono brevemente i due succitati, e Paul McCartney, Keith Richards nonché Andy Warhol), all’interno del quale si svolge la carriera di 5 ragazzotti di Shepperton, gli Helium Kids, tra gli anni ’60 del ventesimo e la prima decade di questo ventunesimo secolo. Non è John Lennon, bensì… Barry Goldwater.

SI RIPARLA DELL’UOMO OMBRA
UN SACCO DI ASTRONAVI IN QUESTA LIBRERIA
(Ragionevole apologia della fantascienza)
di Marcello Benfante 10 luglio 2018
“Ora stavano cercando, tutt’e due, di ritrovare se stessi e il proprio universo. In questo la fantascienza era un grosso aiuto”
(Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5)
Si può partire da Jane Austen per fare un discorso intorno alla fantascienza? Proviamoci.
Chi ha letto il delizioso Jane Austen Book Club di Karen Joy Fowler sa perfettamente cosa sia un odioso pregiudizio letterario. Non mi riferisco ai pregiudizi che hanno confinato per lungo tempo (ma per fortuna non in modo unanime) l’opera di Jane Austin in una sorta di dorata (o rosea) riserva femminile.
UN SACCO DI ASTRONAVI IN QUESTA LIBRERIA
(Ragionevole apologia della fantascienza)
di Marcello Benfante 10 luglio 2018
“Ora stavano cercando, tutt’e due, di ritrovare se stessi e il proprio universo. In questo la fantascienza era un grosso aiuto”
(Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5)
Si può partire da Jane Austen per fare un discorso intorno alla fantascienza? Proviamoci.
Chi ha letto il delizioso Jane Austen Book Club di Karen Joy Fowler sa perfettamente cosa sia un odioso pregiudizio letterario. Non mi riferisco ai pregiudizi che hanno confinato per lungo tempo (ma per fortuna non in modo unanime) l’opera di Jane Austin in una sorta di dorata (o rosea) riserva femminile.

IN TEORIA
IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
Considerazioni inattuali su centralità operaia e nuovi movimenti
(seconda parte)
di Riccardo Bellofiore 1 luglio 2018
Pubblichiamo la seconda parte dell’intervento di Riccardo Bellofiore (qui la prima parte).
Produrre e riprodurre
Il discorso che si è appena fatto non deve però condurre a trascurare la presenza di altre posizioni, minoritarie ma non per questo meno interessanti, nel recente femminismo italiano. Vorrei qui limitarmi a richiamarne due. La prima è costituita dalla critica femminista all’economia, critica cioè al primato della produzione sulle altre sfere dell’agire sociale, sviluppata per esempio in due libri recenti di Carla Ravaioli (Tempo da vendere, tempo da usare, 2° edizione con in appendice un dialogo con Claudio Napoleoni, Franco Angeli, Milano 1988) e di Lidia Menapace (Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987).
IL ROSSO, IL ROSA E IL VERDE
Considerazioni inattuali su centralità operaia e nuovi movimenti
(seconda parte)
di Riccardo Bellofiore 1 luglio 2018
Pubblichiamo la seconda parte dell’intervento di Riccardo Bellofiore (qui la prima parte).
Produrre e riprodurre
Il discorso che si è appena fatto non deve però condurre a trascurare la presenza di altre posizioni, minoritarie ma non per questo meno interessanti, nel recente femminismo italiano. Vorrei qui limitarmi a richiamarne due. La prima è costituita dalla critica femminista all’economia, critica cioè al primato della produzione sulle altre sfere dell’agire sociale, sviluppata per esempio in due libri recenti di Carla Ravaioli (Tempo da vendere, tempo da usare, 2° edizione con in appendice un dialogo con Claudio Napoleoni, Franco Angeli, Milano 1988) e di Lidia Menapace (Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987).

IL FRONTE CULTURALE
L’ARTE DELLA MATEMATICA
di Giovanni Di Benedetto 19 giugno 2018
Nell’aprile del 1940 Simone Weil scriveva al fratello André, detenuto a Rouen in attesa di giudizio di fronte al tribunale militare per renitenza alla leva, una bozza di lettera probabilmente mai spedita. André Weil è un giovane matematico, un ragazzo prodigio che ha scelto di consacrare tutta la propria esistenza allo studio della matematica. Ecco uno stralcio di quella missiva della sorella, indicativo del clima che si respirava in Francia al momento dello scontro bellico contro il nazifascismo: “Un’atmosfera pesante, fosca, soffocante è calata sul paese, così che la gente è giù di corda e scontenta di tutto, ma, per contro, è disposta a incassare qualunque cosa senza protestare e perfino senza stupirsene. Situazione tipica dei periodi di tirannide.
L’ARTE DELLA MATEMATICA
di Giovanni Di Benedetto 19 giugno 2018
Nell’aprile del 1940 Simone Weil scriveva al fratello André, detenuto a Rouen in attesa di giudizio di fronte al tribunale militare per renitenza alla leva, una bozza di lettera probabilmente mai spedita. André Weil è un giovane matematico, un ragazzo prodigio che ha scelto di consacrare tutta la propria esistenza allo studio della matematica. Ecco uno stralcio di quella missiva della sorella, indicativo del clima che si respirava in Francia al momento dello scontro bellico contro il nazifascismo: “Un’atmosfera pesante, fosca, soffocante è calata sul paese, così che la gente è giù di corda e scontenta di tutto, ma, per contro, è disposta a incassare qualunque cosa senza protestare e perfino senza stupirsene. Situazione tipica dei periodi di tirannide.

IN TEORIA
UNA CRISI, TANTE TEORIE
di Marco Palazzotto 15 giugno 2018
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a vari dibattiti sulla crisi finanziaria scoppiata nel 2007/2008. Tenterò di sviluppare sinteticamente alcune analisi che più meritano attenzione, a mio parere, nella discussione a sinistra. Un primo esame della crisi si può far rientrare nel filone del cosiddetto ‘marxismo ortodosso’ e fa riferimento alla legge, che Marx espone in buona parte nella sua principale opera Il capitale, chiamata teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto. In breve: il saggio di profitto (Sp) è dato dal rapporto tra plusvalore (Pv) e capitale (quest’ultimo è pari alla somma tra capitale costante [C] e variabile [V]
UNA CRISI, TANTE TEORIE
di Marco Palazzotto 15 giugno 2018
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a vari dibattiti sulla crisi finanziaria scoppiata nel 2007/2008. Tenterò di sviluppare sinteticamente alcune analisi che più meritano attenzione, a mio parere, nella discussione a sinistra. Un primo esame della crisi si può far rientrare nel filone del cosiddetto ‘marxismo ortodosso’ e fa riferimento alla legge, che Marx espone in buona parte nella sua principale opera Il capitale, chiamata teoria della caduta tendenziale del saggio di profitto. In breve: il saggio di profitto (Sp) è dato dal rapporto tra plusvalore (Pv) e capitale (quest’ultimo è pari alla somma tra capitale costante [C] e variabile [V]

IL FRONTE CULTURALE
PUNK A PALERMO
di Giovanni Di Benedetto 12 giugno 2018
Un tuffo al cuore: è questa la sensazione che provocano le fotografie di Fabio Sgroi a chi, come il sottoscritto, ha vissuto quella stagione, al tempo stesso mitica e reietta, che sono stati gli anni ’80, gli anni, per così dire, del grande riflusso. Il ciclo progressivo di lotte e di conquiste del ventennio precedente si era inesorabilmente e drammaticamente concluso, sembrava restassero solo macerie e una grande e rampante solitudine.
PUNK A PALERMO
di Giovanni Di Benedetto 12 giugno 2018
Un tuffo al cuore: è questa la sensazione che provocano le fotografie di Fabio Sgroi a chi, come il sottoscritto, ha vissuto quella stagione, al tempo stesso mitica e reietta, che sono stati gli anni ’80, gli anni, per così dire, del grande riflusso. Il ciclo progressivo di lotte e di conquiste del ventennio precedente si era inesorabilmente e drammaticamente concluso, sembrava restassero solo macerie e una grande e rampante solitudine.

IL FRONTE CULTURALE
SGUARDI SULLA MORTE E SULLA VITA
di Annibale C. Raineri 8 giugno 2018
«Ascoltate le nostre sconfitte» detto con voce appena percettibile, ma insieme ferma, decisa. Così sento le parole che compongono il titolo del romanzo di Laurent Gaudé tradotto nel 2017 per le edizioni e/o da Alberto Bracci Testasecca. «Ascoltate … sconfitte», invito accorato a non voltare lo sguardo di fronte al racconto di ciò che espone l’essenza dell’essere-in-guerra: la sconfitta inscritta nello stesso atto della vittoria, la sconfitta dell’umano, di sé in quanto essere umano, di cui fa esperienza il protagonista indipendentemente dal vincere o perdere una battaglia o la guerra stessa. «Perché ho combattuto? Cosa ne è rimasto di me nell’atto stesso in cui la battaglia ha preso corpo?»
SGUARDI SULLA MORTE E SULLA VITA
di Annibale C. Raineri 8 giugno 2018
«Ascoltate le nostre sconfitte» detto con voce appena percettibile, ma insieme ferma, decisa. Così sento le parole che compongono il titolo del romanzo di Laurent Gaudé tradotto nel 2017 per le edizioni e/o da Alberto Bracci Testasecca. «Ascoltate … sconfitte», invito accorato a non voltare lo sguardo di fronte al racconto di ciò che espone l’essenza dell’essere-in-guerra: la sconfitta inscritta nello stesso atto della vittoria, la sconfitta dell’umano, di sé in quanto essere umano, di cui fa esperienza il protagonista indipendentemente dal vincere o perdere una battaglia o la guerra stessa. «Perché ho combattuto? Cosa ne è rimasto di me nell’atto stesso in cui la battaglia ha preso corpo?»

IL FRONTE CULTURALE
MA NON SAPPIAMO QUANDO
Stendhal e le distanze nella Certosa di Parma (seconda parte)
di Vito Bianco 01 giugno 2018
Pubblichiamo la seconda parte di questo lungo contributo di Vito Bianco (qui la prima parte).
Clelia
Ma un’altra solitudine, quella del condannato lo attende dietro l’angolo. Grazie a uno stratagemma ideato dalla marchesa Raversi, che guida il cosiddetto partito liberale avverso a Mosca, Fabrizio viene arrestato e incarcerato. La Sanseverina, sconvolta, tenta una carta estrema: va dal principe e minaccia di lasciare Parma se il nipote non verrà graziato.
MA NON SAPPIAMO QUANDO
Stendhal e le distanze nella Certosa di Parma (seconda parte)
di Vito Bianco 01 giugno 2018
Pubblichiamo la seconda parte di questo lungo contributo di Vito Bianco (qui la prima parte).
Clelia
Ma un’altra solitudine, quella del condannato lo attende dietro l’angolo. Grazie a uno stratagemma ideato dalla marchesa Raversi, che guida il cosiddetto partito liberale avverso a Mosca, Fabrizio viene arrestato e incarcerato. La Sanseverina, sconvolta, tenta una carta estrema: va dal principe e minaccia di lasciare Parma se il nipote non verrà graziato.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
DISOCCUPATI D’ITALIA
di Mario Guarino 25 maggio 2018
Manfredi Alberti, Senza lavoro. La disoccupazione in Italia dall’Unità a oggi, Laterza, 2016, pp. 233.
Un merito da riconoscere all’autore, Manfredi Alberti, è di essersi coraggiosamente cimentato nel tentativo di condensare in poco più di duecento pagine un argomento di straordinaria complessità qual è la storia sociale, economica, giuridica e politica della disoccupazione in Italia.
La consapevolezza dell’esistenza di un diritto al lavoro, esigibile, anche se di difficile esercizio, è una enorme conquista.
DISOCCUPATI D’ITALIA
di Mario Guarino 25 maggio 2018
Manfredi Alberti, Senza lavoro. La disoccupazione in Italia dall’Unità a oggi, Laterza, 2016, pp. 233.
Un merito da riconoscere all’autore, Manfredi Alberti, è di essersi coraggiosamente cimentato nel tentativo di condensare in poco più di duecento pagine un argomento di straordinaria complessità qual è la storia sociale, economica, giuridica e politica della disoccupazione in Italia.
La consapevolezza dell’esistenza di un diritto al lavoro, esigibile, anche se di difficile esercizio, è una enorme conquista.

IL FRONTE CULTURALE
COSE TROPPO VICINE PER ESSERE VISTE
Stendhal e le distanze
nella Certosa di Parma
di Vito Bianco 23 maggio 2018
Il moscerino nell’occhio
In un racconto intitolato La canzone dei pesci volanti, Chesterton mette in bocca al suo buffo ma acutissimo sacerdote parole che suonano come una versione sintetica ma esauriente della questione del vedere – o non vedere – in relazione alla distanza. Brown sta indagando su un caso di furto la cui dinamica sembra esigere una spiegazione paranormale: un ladro arabo sarebbe stato in grado di sottrarre degli oggetti preziosi con la sola forza del pensiero. Le cose ovviamente non stanno così, e l’investigatore in abito talare lo dimostra, mettendo sotto gli occhi dei suoi interlocutori il vero colpevole, invisibile perché troppo vicino.
COSE TROPPO VICINE PER ESSERE VISTE
Stendhal e le distanze
nella Certosa di Parma
di Vito Bianco 23 maggio 2018
Il moscerino nell’occhio
In un racconto intitolato La canzone dei pesci volanti, Chesterton mette in bocca al suo buffo ma acutissimo sacerdote parole che suonano come una versione sintetica ma esauriente della questione del vedere – o non vedere – in relazione alla distanza. Brown sta indagando su un caso di furto la cui dinamica sembra esigere una spiegazione paranormale: un ladro arabo sarebbe stato in grado di sottrarre degli oggetti preziosi con la sola forza del pensiero. Le cose ovviamente non stanno così, e l’investigatore in abito talare lo dimostra, mettendo sotto gli occhi dei suoi interlocutori il vero colpevole, invisibile perché troppo vicino.

IL FRONTE CULTURALE
IL RACCONTO CHE VISSE DUE VOLTE
di Marcello Benfante 15 maggio 2018
È strano che fra tutti coloro (non molti, in verità) che hanno scritto o parlato del mio racconto Vorago et Vertigo, sia al suo apparire che in occasione della sua riedizione, nessuno abbia fatto cenno a Hitchcock. Nemmeno io, peraltro. Eppure ho reso il dovuto omaggio a due modelli cinematografici per me essenziali: Furia (Fury, 1936) di Fritz Lang e Arriva John Doe (Meet John Doe, 1941) di Frank Capra. Ma l’omaggio più evidente, quello cioè al Vertigo (1958) di Alfred Hitchcock, è rimasto sottaciuto. Forse perché fin troppo palese, al punto da scomparire (come la “lettera rubata” di Poe). O forse perché ogni richiamo al capolavoro di Hitchcock (il mio preferito fra quelli del cosiddetto “mago del brivido”) avrebbe rischiato di apparire pleonastico.
IL RACCONTO CHE VISSE DUE VOLTE
di Marcello Benfante 15 maggio 2018
È strano che fra tutti coloro (non molti, in verità) che hanno scritto o parlato del mio racconto Vorago et Vertigo, sia al suo apparire che in occasione della sua riedizione, nessuno abbia fatto cenno a Hitchcock. Nemmeno io, peraltro. Eppure ho reso il dovuto omaggio a due modelli cinematografici per me essenziali: Furia (Fury, 1936) di Fritz Lang e Arriva John Doe (Meet John Doe, 1941) di Frank Capra. Ma l’omaggio più evidente, quello cioè al Vertigo (1958) di Alfred Hitchcock, è rimasto sottaciuto. Forse perché fin troppo palese, al punto da scomparire (come la “lettera rubata” di Poe). O forse perché ogni richiamo al capolavoro di Hitchcock (il mio preferito fra quelli del cosiddetto “mago del brivido”) avrebbe rischiato di apparire pleonastico.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
LA CRISI DELLE BANCHE È FINITA?
di Vincenzo Comito 11 maggio 2018
Premessa
Come è noto, la crisi del subprime ha visto il sistema bancario come un protagonista fondamentale del gioco. Dopo lo scoppio delle difficoltà, nonostante le promesse fatte a suo tempo dal mondo politico al di qua e al di là dell’Atlantico, le riforme del sistema sono state complessivamente insufficienti e ora, almeno negli Stati Uniti, assistiamo alla volontà di Trump di cancellare gran parte di quello che era stato comunque fatto nel paese. Alcuni studiosi e persone di buona volontà a questo punto rincarano la dose per quanto riguarda le ipotesi di riforma del sistema e propongono una ristrutturazione radicale dello stesso. Intanto avanza rapidamente e parallelamente l’innovazione tecnologica, che sta di fatto rivoluzionando il settore finanziario come quello dei veicoli, della grande distribuzione e così via.
LA CRISI DELLE BANCHE È FINITA?
di Vincenzo Comito 11 maggio 2018
Premessa
Come è noto, la crisi del subprime ha visto il sistema bancario come un protagonista fondamentale del gioco. Dopo lo scoppio delle difficoltà, nonostante le promesse fatte a suo tempo dal mondo politico al di qua e al di là dell’Atlantico, le riforme del sistema sono state complessivamente insufficienti e ora, almeno negli Stati Uniti, assistiamo alla volontà di Trump di cancellare gran parte di quello che era stato comunque fatto nel paese. Alcuni studiosi e persone di buona volontà a questo punto rincarano la dose per quanto riguarda le ipotesi di riforma del sistema e propongono una ristrutturazione radicale dello stesso. Intanto avanza rapidamente e parallelamente l’innovazione tecnologica, che sta di fatto rivoluzionando il settore finanziario come quello dei veicoli, della grande distribuzione e così via.

SEMBRA UN SECOLO
UNO STATO CHE NON ERA UN MOLOCH
di Roberto Salerno 8 maggio 2018
La mattina del 9 maggio del 1978 a due passi da Via delle Botteghe Oscure e a qualcuno di più da Piazza del Gesù venne ritrovato il corpo di Aldo Moro. Il presidente (dimissionario) della Democrazia Cristiana era stato rapito 55 giorni prima, il 16 marzo, da un gruppo formato da almeno dieci persone. Per quanto queste due affermazioni possano sembrare – e siano – asettiche, persino su queste alcuni hanno avanzato dei dubbi e ci sono poche certezze. Per esempio sull’orario del ritrovamento ci sono varie incongruenze.
UNO STATO CHE NON ERA UN MOLOCH
di Roberto Salerno 8 maggio 2018
La mattina del 9 maggio del 1978 a due passi da Via delle Botteghe Oscure e a qualcuno di più da Piazza del Gesù venne ritrovato il corpo di Aldo Moro. Il presidente (dimissionario) della Democrazia Cristiana era stato rapito 55 giorni prima, il 16 marzo, da un gruppo formato da almeno dieci persone. Per quanto queste due affermazioni possano sembrare – e siano – asettiche, persino su queste alcuni hanno avanzato dei dubbi e ci sono poche certezze. Per esempio sull’orario del ritrovamento ci sono varie incongruenze.

IN TEORIA
MA IL SUO LAVORO È VIVO
Intervista su Marx a Riccardo Bellofiore
4 maggio 2018
Questa intervista che ora pubblica PalermoGrad ha una breve storia che va raccontata per comprenderne la genesi. Alla fine degli anni Novanta la RAI intendeva preparare un ciclo di trasmissioni sulle grandi figure del pensiero economico. Cristina Marcuzzo sfruttava le occasioni convegnistiche per poter intervistare vari economisti, italiani e stranieri. Le interviste duravano poco meno di un’ora, se ricordo bene. Venni così intervistato a Firenze su Marx. Non avevano ancora deciso come costruire effettivamente il programma. La scelta finale, a mio parere felice, fu di mettere da parte le interviste. La trasmissione che andò in onda si chiamò infine La fabbrica degli spilli: un titolo evidentemente smithiano.
MA IL SUO LAVORO È VIVO
Intervista su Marx a Riccardo Bellofiore
4 maggio 2018
Questa intervista che ora pubblica PalermoGrad ha una breve storia che va raccontata per comprenderne la genesi. Alla fine degli anni Novanta la RAI intendeva preparare un ciclo di trasmissioni sulle grandi figure del pensiero economico. Cristina Marcuzzo sfruttava le occasioni convegnistiche per poter intervistare vari economisti, italiani e stranieri. Le interviste duravano poco meno di un’ora, se ricordo bene. Venni così intervistato a Firenze su Marx. Non avevano ancora deciso come costruire effettivamente il programma. La scelta finale, a mio parere felice, fu di mettere da parte le interviste. La trasmissione che andò in onda si chiamò infine La fabbrica degli spilli: un titolo evidentemente smithiano.

FEMMINILEOLTRE - IL LAVORO
QUANDO IL LAVORO
È VIOLENZA
di Roberta Di Bella 28 aprile 2018
Il persistere in Italia di discriminazioni - come gli impari trattamenti nei luoghi di lavoro ed il proliferare di atti di violenza fisica e/o verbale compiuti nei confronti delle donne - fa nascere l’esigenza di aprire nuovi spazi di confronto e chiarimento per supportare tutte quelle che finora non hanno potuto o voluto raccontare le loro esperienze e per dare loro la possibilità di denunciare, attraverso la propria narrazione, atti e modalità violenti e di usurpazione. È importante offrire gli stimoli e le opportunità di riconoscere determinati atti come effettivamente violenti, e dare visibilità alle differenti storie di vita che spesso non trovano orecchie disponibili all’ascolto, o non trovano la forza di affrontare le reazioni altrui.
QUANDO IL LAVORO
È VIOLENZA
di Roberta Di Bella 28 aprile 2018
Il persistere in Italia di discriminazioni - come gli impari trattamenti nei luoghi di lavoro ed il proliferare di atti di violenza fisica e/o verbale compiuti nei confronti delle donne - fa nascere l’esigenza di aprire nuovi spazi di confronto e chiarimento per supportare tutte quelle che finora non hanno potuto o voluto raccontare le loro esperienze e per dare loro la possibilità di denunciare, attraverso la propria narrazione, atti e modalità violenti e di usurpazione. È importante offrire gli stimoli e le opportunità di riconoscere determinati atti come effettivamente violenti, e dare visibilità alle differenti storie di vita che spesso non trovano orecchie disponibili all’ascolto, o non trovano la forza di affrontare le reazioni altrui.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
ROUSSEAU, IL CONFLITTO E LA POLITICA
Note a margine del libro La gabbia dell'Euro
di Giovanni Di Benedetto 20 aprile 2018
Il libro di Domenico Moro, La gabbia dell’euro (Imprimatur, Reggio Emilia, 2018) è un agile pamphlet nel quale l’autore sostiene che il dispositivo dell’euro e del vincolo monetario rappresenta lo strumento attraverso il quale le classi dirigenti europee hanno ridefinito, a proprio favore, i rapporti di forza e gli equilibri, per come si erano assestati lungo i Trenta gloriosi, con le classi subalterne e, in primis, il movimento operaio. Si è trattato di una vera e propria controrivoluzione per affermare, a partire dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, il dominio del capitale e, con esso, margini di profitto in grado di fronteggiare i limiti di redditività dovuti alla caduta tendenziale del saggio di profitto, e per causare l’erosione del carattere pubblico e redistributivo dello Stato dei diritti e del welfare keynesiano.
ROUSSEAU, IL CONFLITTO E LA POLITICA
Note a margine del libro La gabbia dell'Euro
di Giovanni Di Benedetto 20 aprile 2018
Il libro di Domenico Moro, La gabbia dell’euro (Imprimatur, Reggio Emilia, 2018) è un agile pamphlet nel quale l’autore sostiene che il dispositivo dell’euro e del vincolo monetario rappresenta lo strumento attraverso il quale le classi dirigenti europee hanno ridefinito, a proprio favore, i rapporti di forza e gli equilibri, per come si erano assestati lungo i Trenta gloriosi, con le classi subalterne e, in primis, il movimento operaio. Si è trattato di una vera e propria controrivoluzione per affermare, a partire dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, il dominio del capitale e, con esso, margini di profitto in grado di fronteggiare i limiti di redditività dovuti alla caduta tendenziale del saggio di profitto, e per causare l’erosione del carattere pubblico e redistributivo dello Stato dei diritti e del welfare keynesiano.

CHE COS'È QUESTA CRISI?
UN’EUROPA DA CONQUISTARE
di Angelo Foscari 20 aprile 2018
In mezzo a tanto parlare – a vanvera, il più delle volte – di Sovranismo e Populismo, è senz’altro il caso di rimettere a fuoco, come fa Domenico Moro nel suo ultimo libro, i concetti di ‘Popolo’ e di ‘Nazione’, anziché lasciarli pigramente in mano alle demagogie di Destra e di Centro. Seguitiamo infatti a dire “Lavoratori di tutti i paesi unitevi”, sapendo al tempo stesso che, per esempio, se la Grecia avesse avuto la possibilità effettiva di abbandonare l’euro onde sfuggire ai ricatti della Troika, tale uscita - pur trattandosi necessariamente di una svolta prima facie “nazionale” – sarebbe stata una vittoria per le classi subalterne di tutta l’Europa.
UN’EUROPA DA CONQUISTARE
di Angelo Foscari 20 aprile 2018
In mezzo a tanto parlare – a vanvera, il più delle volte – di Sovranismo e Populismo, è senz’altro il caso di rimettere a fuoco, come fa Domenico Moro nel suo ultimo libro, i concetti di ‘Popolo’ e di ‘Nazione’, anziché lasciarli pigramente in mano alle demagogie di Destra e di Centro. Seguitiamo infatti a dire “Lavoratori di tutti i paesi unitevi”, sapendo al tempo stesso che, per esempio, se la Grecia avesse avuto la possibilità effettiva di abbandonare l’euro onde sfuggire ai ricatti della Troika, tale uscita - pur trattandosi necessariamente di una svolta prima facie “nazionale” – sarebbe stata una vittoria per le classi subalterne di tutta l’Europa.

IL FRONTE CULTURALE
UN INCUBO ASSURDO E INESORABILE
Foxtrot di Samuel Maoz
di Vito Bianco 13 aprile 2018
Potentissima tragedia in tre atti orchestrata con una radicalità visiva davvero memorabile, Foxtrot di Samuel Maoz, (Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Venezia) dice, sull’insolubile e annoso conflitto arabo-israeliano, più di quanto sia possibile spiegare in un saggio analitico di storia o politologia. Dice, non spiega. O meglio, fa sentire. Ma non è una novità, non è la prima volta che un romanzo, un film, per non parlare della poesia (Todenfuge di Paul Celan su Auschwitz) arrivano più a fondo e più lontano di inchieste e storici, toccando e facendo vibrare la corda intima di un dramma, di un dolore privato e individuale, di un conflitto in cui, come in questo caso, si mischiano in modo ormai inestricabile dolori rancori e ingiustizie patite e vendicate. Sul settantennale (ma i precedenti risalgono al tempo del protettorato inglese) conflitto in Palestina non sono mancati i buoni film, e tra questi l’opera d’esordio di Saverio Costanzo, Private; e infatti è spesso toccato agli artisti (scrittori e cineasti) raccontare la parte invisibile e più traumatica di questa lunga, troppo lunga storia di sangue, terrori e lutti.
UN INCUBO ASSURDO E INESORABILE
Foxtrot di Samuel Maoz
di Vito Bianco 13 aprile 2018
Potentissima tragedia in tre atti orchestrata con una radicalità visiva davvero memorabile, Foxtrot di Samuel Maoz, (Gran Premio della Giuria all’ultimo festival di Venezia) dice, sull’insolubile e annoso conflitto arabo-israeliano, più di quanto sia possibile spiegare in un saggio analitico di storia o politologia. Dice, non spiega. O meglio, fa sentire. Ma non è una novità, non è la prima volta che un romanzo, un film, per non parlare della poesia (Todenfuge di Paul Celan su Auschwitz) arrivano più a fondo e più lontano di inchieste e storici, toccando e facendo vibrare la corda intima di un dramma, di un dolore privato e individuale, di un conflitto in cui, come in questo caso, si mischiano in modo ormai inestricabile dolori rancori e ingiustizie patite e vendicate. Sul settantennale (ma i precedenti risalgono al tempo del protettorato inglese) conflitto in Palestina non sono mancati i buoni film, e tra questi l’opera d’esordio di Saverio Costanzo, Private; e infatti è spesso toccato agli artisti (scrittori e cineasti) raccontare la parte invisibile e più traumatica di questa lunga, troppo lunga storia di sangue, terrori e lutti.

IL FRONTE CULTURALE
ETICA E/È LETTERATURA
Prospettive, resistenze,sguardi leopardiani
di Mario Minarda 6 aprile 2018
Sallustio: – Così studiassi tu d’etica. Che dimande sono coteste?Lettore: – Non andare in collera: così possa tu guarire dei segni delle staffilate che rilevasti da Milone per amore della bellezza. (G. Leopardi, Dialogo di un lettore di umanità e di Sallustio )
Nell’ambito della cultura umanistica contemporanea un nuovo interessante settore di ricerca guarda da vicino ai rapporti tra etica e letteratura. Si tratta di un indirizzo di studio nato principalmente nel mondo accademico statunitense negli ultimi decenni del XX secolo e che alimenta ancora oggi un importante dibattito critico a livello planetario. Esso tende in sostanza ad assegnare un «valore sociale positivo»[1] al fatto di natura artistico-letteraria, legandolo alle dinamiche eterogenee del presente.
ETICA E/È LETTERATURA
Prospettive, resistenze,sguardi leopardiani
di Mario Minarda 6 aprile 2018
Sallustio: – Così studiassi tu d’etica. Che dimande sono coteste?Lettore: – Non andare in collera: così possa tu guarire dei segni delle staffilate che rilevasti da Milone per amore della bellezza. (G. Leopardi, Dialogo di un lettore di umanità e di Sallustio )
Nell’ambito della cultura umanistica contemporanea un nuovo interessante settore di ricerca guarda da vicino ai rapporti tra etica e letteratura. Si tratta di un indirizzo di studio nato principalmente nel mondo accademico statunitense negli ultimi decenni del XX secolo e che alimenta ancora oggi un importante dibattito critico a livello planetario. Esso tende in sostanza ad assegnare un «valore sociale positivo»[1] al fatto di natura artistico-letteraria, legandolo alle dinamiche eterogenee del presente.